Presentato oggi a Bruxelles il Piano Ue per il cloud. Le nuove misure permetteranno di sviluppare servizi che consentiranno alla Pubblica Amministrazione e alle Imprese di sfruttare i vantaggi dei big data.
Finora, infatti, nonostante l’Europa sia il maggiore produttore di dati scientifici al mondo, non è stato possibile ottenere il massimo potenziale a causa della frammentazione e carenza di infrastrutture.
Adesso la Commissione Ue intende creare un nuovo cloud europeo per la scienza aperta che fornirà a 1,7 milioni di ricercatori e a 70 milioni di professionisti della scienza e della tecnologia in Europa un ambiente virtuale per archiviazione, condivisione e riutilizzo dei dati a livello interdisciplinare e transfrontaliero.
Gli investimenti pubblici e privati necessari per realizzare il Piano Ue per il cloud sono stimati a 6,7 miliardi di euro. La Commissione stanzierà 2 miliardi di euro nell’ambito del progetto Horizon 2020. Secondo le stime, su un periodo di cinque anni saranno necessari 4,7 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati aggiuntivi.
Importante provvedimento che permetterà all’Europa di competere a livello mondiale nel campo del calcolo ad alte prestazioni, in linea con il Piano Ue per la creazione Mercato Unico Digitale. Successivamente questa rete sarà estesa anche alla PA e all’industria come stabilisce anche il pacchetto di misure adottato sempre oggi dalla Ue che prevede 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati in 5 anni per la digitalizzazione dei servizi.
Importanti vantaggi si potrebbero avere per la medicina e la sanità pubblica.
“Il cloud – spiega una nota della Ue – poggerà su un’infrastruttura di dati europea, grazie alla quale si potrà disporre delle reti a banda larga, delle strutture di archiviazione su vasta scala e della capacità di super calcolo necessarie per accedere facilmente ai grandi set di dati archiviati nel cloud e per elaborarli”.
“I vantaggi dei dati aperti, ossia liberamente accessibili, per la scienza, l’economia e la società europee saranno enormi”, ha dichiarato Carlos Moedas, Commissario Ue per la Ricerca.
Günther Oettinger, Commissario Ue per la Digital Economy, ha indicato che “l’ambizione è posizionarci, entro il 2020, tra i primi tre posti a livello mondiale nel campo del calcolo ad alte prestazioni”.
Il Piano Ue si realizzerà attraverso una serie di azioni:
- Dal 2016, creazione di un cloud europeo per la scienza aperta per i ricercatori europei e i loro collaboratori scientifici in tutto il mondo;
- 2017, trasformazione di tutti i dati scientifici generati dai progetti che saranno realizzati nel quadro del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (che ha una dotazione di 77 miliardi di euro) in dati aperti di default, ossia automaticamente accessibili a tutti;
- 2018, lancio di un’iniziativa faro volta ad accelerare lo sviluppo della nascente tecnologia quantistica, alla base della prossima generazione di super-computer;
- Entro il 2020, sviluppo e diffusione su vasta scala di un’infrastruttura europea per il calcolo ad alte prestazioni, l’archiviazione dei dati e le reti, anche attraverso l’acquisto di due prototipi di super-computer di prossima generazione (di cui uno tra i primi tre al mondo), la realizzazione di un centro europeo per i big data e il potenziamento della dorsale di rete per la ricerca e l’innovazione (GÉANT).