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Big data e resilienza per la sicurezza nei trasporti: il progetto ‘Resolute’ a Firenze

Le città non sono al sicuro dai fenomeni meteo estremi. I cambiamenti climatici, unitamente all’alto livello di agenti inquinanti immessi nell’aria, stanno mettendo da anni a dura prova la tenuta dei sistemi di sicurezza e delle infrastrutture strategiche dei grandi centri urbani.

Margareta Wahlström, capo dell’Ufficio ONU per la riduzione del rischio di catastrofi (Unisdr), ha affermato: “Oggi giorno le misure di prevenzione, tra cui l’aggiornamento di sistemi di allarme rapido per far fronte alla nuova variabilità del clima, la revisione codici di costruzione per garantire una maggiore resilienza delle infrastrutture critiche come scuole, ospedali e strade, e maggiori investimenti in difesa dalle alluvioni, sono elementi fondamentali per proteggere un maggior numero di persone dagli impatti delle catastrofi climatiche”.

Tra le infrastrutture strategiche ci sono ovviamente i trasporti. Durante un nubifragio, l’esondazione di corsi d’acqua, un’abbondante nevicata, come anche, al contrario, durante periodi estremamente caldi, altissimo è il rischio di interruzione di corrente elettrica e di blocco del sistema di alimentazione e comunicazione della rete dei trasporti pubblici in città. Secondo uno studio condotto dal Centro finlandese di ricerca VTT (Technical Research Centre of Finland – Business from technology), l’impatto dei fenomeni meteo estremi sulle infrastrutture dei trasporti solo in ambito urbano costano all’Europa più di 15 miliardi di euro.

Per questo motivo, durante lo scorso anno, è stato lanciato il progetto triennale europeo “Resolute” (acronimo inglese di “RESilience management guidelines and Operationalization applied to Urban Transport Environment”), finanziato con 3,8 milioni di euro dalla Commissione Europea, che vede come capofila il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze, con il laboratorio DISIT (Distributed Systems and Internet Technology Lab).

L’Ateneo fiorentino ha ricevuto risorse per 651mila euro. All’interno del network che porterà avanti il progetto ci sono partner tedeschi, greci, portoghesi, francesi e italiani tra cui il Comune di Firenze.

Obiettivo del progetto è definire le linee guida di intervento in caso di calamità/disastri naturali prendendo come città pilota Firenze e Atene, attraverso lo studio, l’analisi e la valutazione dello stato dell’arte in materia di resilienza, base da cui poter ricavare dei modelli e delle simulazioni che possano prevenire le condizioni critiche, accrescere l’efficienza operativa delle operazioni dei soccorsi, ottimizzare l’assegnazione e l’utilizzazione delle risorse disponibili, riducendo al minimo incidenti, infortuni e danni ecologici.

Per far questo, oltre le tecnologie che favoriscono la resilienza dei sistemi, servono le piattaforme big data e open data integrate a soluzioni smart city: “Attualmente i processi decisionali fanno riferimento a schemi ancora troppo rigidi – ha spiegato Paolo Nesi, ordinario di Sistemi di distribuiti e direttore del laboratorio DISIT –grazie all’utilizzo di big data potremo perfezionare dei modelli che considerino se, per esempio, l’emergenza avviene di giorno o di notte, se ci sono eventi di grande richiamo pubblico o se le scuole sono aperte o chiuse, fornendo così ulteriori elementi su come ci si debba comportare. Il progetto si fonda su soluzioni smart city e bigdata come Km4City presentato al ‘Firenze Open Data Day 2015’, da Comune, Regione e Università di Firenze”.

Negli ultimi mesi del progetto, è stata effettuata una sperimentazione delle linee guida nelle città di Firenze e Atene. In particolare, nel capoluogo fiorentino, le aree interessate sono quelle coinvolte dall’alluvione del 1966, il centro con particolare riguardo ai tratti percorsi dalla tramvia, e la zona di Piazzale Michelangelo, soggetta a numerose frane.

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