Lucia, 80enne, va alla mostra del Cinema di Venezia da quando aveva 20 anni. E non mancherà neanche quest’anno alla 77esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica che si svolgerà dal 2 al 12 settembre 2020, perché ha già pagato l’abbonamento alla Sala Grande. Ma la modalità con la quale ha effettuato il pagamento non è a prova di privacy e lo denuncia attraverso Key4biz.
L’abbonata storica è stata contattata telefonicamente dalla Biennale di Venezia per sapere l’interesse a partecipare alla prossima edizione. All’ovvia risposta di Lucia, la biglietteria le ha inviato via email questo modulo, da compilare e rimandare per effettuare il pagamento con carta di credito. La signora così ha fatto, per non perdere il diritto di prelazione.
Ma chiediamo alla Biennale di Venezia:
- Perché la richiesta di tutti questi dati sensibili, anche il numero di sicurezza della carta di credito, attraverso un modulo cartaceo?
- Perché non si è adottata anche per gli abbonati storici la modalità di pagamento, sicura, come quella presente sul sito della Biennale?
- Chi è il responsabile dei dati?
- Come viene garantita la privacy di chi ha compilato il modulo e l’archiviazione sicura dello stesso, per evitare che finisca nelle mani di malintenzionati?
Infine, la legge che disciplina il trattamento dei dati non è la n. 675 del 1997 (semmai la n.675 del 1996) ma la legge 196/2003 come modificata dal D.lgs. 101/2018, che ha adeguato la normativa italiana al GDPR.