Chi costruisce la città?
27 marzo ore 16.00
Aula Magna Cavallerizza Reale, via Verdi 9, Torino
Intervengono: Stefano Boeri, Isabella Brossa, Michael LaFond, Federica Verona
Architetture Resistenti
28 marzo ore 11.00
Teatro Gobetti, Via Rossini 8, Torino
Intervengono: Davide Barbato, Mauro Berruto, Marta Ciccolari Micaldi, Marta Gerardi, Luca Molinari, The Sweet Life Society, Pier Giorgio Turi
Attorno al ruolo sociale dell’architetto e dell’architettura si articola la partecipazione, ormai consolidata, a Biennale Democrazia della Fondazione OAT, che, tra i partner dell’iniziativa sin dal 2009, quest’anno cura e promuove due appuntamenti in calendario: “progettare un edificio, una città o un territorio” sottolinea il presidente Giorgio Giani “implica scelte che hanno ricadute sulla società: l’architetto ha il compito di migliorare la vita delle persone che abitano un luogo e le conseguenze dei cambiamenti introdotti dal suo lavoro sono prolungate nel tempo in quanto coinvolgono anche le generazioni successive di abitanti. Sensibilizzare progettisti e cittadini su questi temi e stimolarne il confronto è essenziale ed è con questo spirito che confermiamo la nostra adesione alla quarta edizione di questa manifestazione della Città di Torino”.
Il primo incontro (“Chi costruisce la città?”, 27 marzo ore 16.00, organizzato in collaborazione con il Goethe-Institut all’interno del calendario “Torino incontra Berlino”) racconterà alcune iniziative che si sono sviluppate recentemente, in Italia e all’estero, che individuano un passaggio a nuove modalità di progettazione della città, in cui diventano fondamentali aspetti come l’insediamento di attività creative, la costruzione di relazioni tra le persone e la definizione di nuovi confini tra spazio pubblico e spazio privato. L’incontro sarà introdotto e coordinato da Stefano Boeri.
Si parte dal progetto ZOIA a Milano che sarà presentato da Federica Verona, presidente della cooperativa sociale Noicoop che ha elaborato il piano di accompagnamento sociale: un modello di architettura delle relazioni in cui sono stati realizzati tre edifici, per un totale di 90 alloggi, una piazza di cui il quartiere era sprovvisto e una corte interna che nelle ore diurne è aperta a tutti i cittadini, rendendo più fluido il confine tra spazi pubblici e spazi privati; in secondo luogo le cooperative Solidarnosc e Ferruccio Degradi, che hanno curato il progetto, hanno favorito l’inserimento di attività creative e artigianali all’interno del nucleo abitativo e hanno promosso iniziative sociali, sportive e culturali di aggregazione, non solo rivolte agli inquilini, ma a tutti gli abitanti del quartiere.
Nella stessa direzione si muove l’esperienza di co-housing di Spreefeld a Berlino, che sarà descritta da Michael LaFond, fondatore e direttore dell’organizzazione no-profit id22 Institute for Creative Sustainability: un caso di progettazione condivisa in cui alla definizione articolata di 44 appartamenti molto eterogenei tra loro, suddivisi su tre edifici che si affacciano liberamente sulla sponda della Sprea per garantire a più stanze possibile la vista sul fiume, si affiancano spazi e servizi con destinazioni d’uso flessibili a seconda delle esigenze, a dimostrazione di come la collaborazione anche in fase progettuale tra architetti e futuri abitanti possa portare a soluzioni inedite.
In tema di sviluppo delle comunità infine, saranno affrontati, attraverso il contributo di Isabella Brossa, gli interventi di coabitazione giovanile solidale, sviluppati a Torino all’interno del Programma Housing della Compagnia di San Paolo, che prevedono la coabitazione di un gruppo di giovani under 30 anni che, a fronte di uno sconto sull’affitto, offrono ogni settimana una decina di ore di volontariato a beneficio della comunità.
Il secondo appuntamento prende invece le mosse dal graphic novel “Architetture Resistenti” per riportare l’attenzione sulla responsabilità dell’architetto: mentre un’opera d’arte, un libro o un film possono essere “ignorati” dal fruitore, questo non può avvenire per un edificio, una strada o una piazza che il cittadino si trovi a frequentare. Pertanto, la tesi del fumetto è che l’architettura possa e debba rendere migliore la vita delle persone che la vivono. Le, così definite, “architetture resistenti” sono edifici o luoghi capaci di resistere alla bruttezza, alla speculazione edilizia, all’ingiustizia, all’incuria; sono spazi pubblici, collettivi, aperti alla comunità.
Con l’intento di valorizzare le architetture che assolvono a questo obiettivo e di sensibilizzare la cittadinanza sul loro valore, sabato 28 marzo alle ore 11.00 quattro edifici saranno presentati da quattro testimonial d’eccezione: Davide Barbato titolare dei Cuochivolanti, l’head coach della nazionale maschile di pallavolo Mauro Berruto, la blogger Marta Ciccolari Micaldi (la McMusa) e il gruppo musicale The Sweet Life Society. Al pubblico il compito di decretare il vincitore, di decidere per alzata di mano, sventolando un tovagliolo di carta, quale delle proposte sia maggiormente “resistente”.
All’appuntamento promosso dalla Fondazione OAT saranno presenti anche Pier Giorgio Turi che modererà il confronto, Luca Molinari, uno dei curatori del volume, e l’illustratrice Marta Gerardi che disegnerà dal vivo le architetture raccontate.