Si chiama Giro E e per 3 mila chilometri porterà in lungo e in largo per l’Italia le biciclette elettriche di nuova generazione e con esse una nuova idea di mobilità.
L’annuncio della manifestazione è arrivato ad aprile, in concomitanza con il Gran Premio di Roma di Formula E, con l’idea di lanciare una corsa parallela al più tradizionale Giro d’Italia che vedesse protagoniste le biciclette elettriche o ebikes.
Il Giro E correrà parallelo alla Corsa Rosa e si concluderà a Roma il prossimo 27 maggio ai Fori imperiali, dopo aver percorso complessivamente oltre 3.000 km suddivisi in 18 tappe. I ciclisti che partecipano alla competizione, dovranno correre su delle due ruote che pesano complessivamente 13 chili circa (9 il telaio, 4 la batteria).
Una manifestazione utile a promuovere come detto una diversa idea di mobilità, quella elettrica (eMobility), che rispetta l’ambiente, agisce positivamente sul nostro benessere mentale e fisico, sostiene una nuova industria legata alla mobilità elettrica su due ruote, con tutte le ricadute positive sull’economia, il rilancio dei territori, l’occupazione.
Le ebike sono state pensate specialmente per gli spostamenti in città, del tipo casa-lavoro-scuola-tempo libero, e secondo quanto riportato da un’indagine Avvenia, le ultime proiezioni di mercato relative all’anno 2017 fanno pensare ad un nuovo boom delle vendite (nel 2016 del 120%), atteso attorno al +25%, portando la vendita di bici a pedalata assistita a ben 155 mila unità (elaborazione dati Bicitech).
“Partiamo da una premessa – ha dichiarato alla società del Gruppo Terna il professor Fabio Massimo Frattale Mascioli, fondatore del Polo della mobilità sostenibile dell’Università la Sapienza di Roma – ovvero
come la mobilità elettrica non sia altro che un aspetto del sistema energetico complessivo, e che oggi la ricerca, nel campo della bicicletta che è il mezzo di trasporto più noto e trasversale, è fondamentale e irrinunciabile”.
Una delle frontiere della ebike, secondo il professore della Sapienza, sarà l’implementazione della ricarica wireless, che ha ampiamente superato il test della biocompatibilità. La ricarica wireless, però, pone quella particolare attenzione d’uso che un semplice utente del bike sharing rischia di non avere.
“In futuro – ha spiega il docente – il sistema wireless potrebbe trovare altre applicazioni come la ricarica in volo dei droni. Il risultato di questi esperimenti ci ha comunque soddisfatto, al pari di quello portato avanti sull’Argentario in seno al progetto Life. Lì si prevede un prototipo di stazione di ricarica innovativa per le mountain bike nel contesto di un sistema di mobilità integrato che utilizza tutti i mezzi più comuni, come auto e scooter, e battelli da utilizzare come punti di ricarica per le bici stesse”.
Secondo dati Statista, il mercato mondiale dell’ebike passerà dai 15 miliardi di dollari registrati nel 2016 ai 24,3 miliardi attesi per il 2025. In termini di vendite, il mercato più grande è quello asiatico, con 33 milioni di unità vendute nel 2016 (quasi l’88% del mercato mondiale), molto più indietro c’è l’Europa, con 1,6 milioni di bici elettriche mentre ad un livello a dir poco embrionale c’è il Nord America, che ha totalizzato circa 150 mila unità vendute sempre nel 2016.
Un altro studio a firma Technavio, invece, calcola in 12 milioni circa le bici elettriche che si produrranno in più, rispetto a oggi, entro il 2021, con un tasso di crescita annuale del 4,3%, per una produzione che sarà sostenuta da politiche di incentivazione all’acquisto del mezzo e favorita dall’arrivo di batterie a più lunga durata e da un abbassamento del prezzo complessivo dell’ebike.
I ricavi relativi al mercato delle batterie per biciclette elettriche potrebbero raggiungere i 4 miliardi di dollari nel 2021