Gli Stati membri della Ue hanno bocciato la proposta di riforma del Berec (Body of European Regulators for Electronic Communication) della Commissione Europea, che chiedeva la trasformazione dell’organismo dei regolatori in una vera e propria agenzia unica indipendente con più poteri decisionali. E’ questo il senso dell’accordo raggiunto ieri al consiglio Telecomunicazioni, dove gli Stati membri hanno deciso di mantenere lo status quo, vale a dire la struttura in essere, e consentire alle autorità regolatorie nazionali di essere rappresentate da esperti.
Viene rafforzato il quadro operativo e vengono meglio definiti i compiti e il perimetro di azione del Berec, mentre i negoziati con il Parlamento e la Commissione Ue per raggiungere un testo legislativo finale proseguono ora di pari passo con quelli per la stesura del nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, che di fatto rappresenta la tanto attesa riforma del settore telecom. L’obiettivo è completare l’iter nella prima metà del 2018.
Attualmente il Berec è l’organismo che raccoglie i regolatori nazionali, che ne compongono i quadri, e ha sede a Riga. La Commissione ha proposto di rafforzare l’organismo attribuendole lo status legale di una vera e propria agenzia, con nuove competenze e maggiori poteri fra cui la possibilità di esprimere pareri vincolanti. L’obiettivo è raggiungere un’applicazione più stringente della regolazione Ue negli Stati membri per realizzare un digital single market armonizzato.
Gli Stati membri però si oppongono a questa soluzione e preferiscono mantenere il potere decisionale su temi sensibili, basti pensare alle frequenze, all’interno dei confini nazionali, lasciando al regolatore locale il compito di vigilare sull’applicazione dei dettami europei. Per questo la posizione adottata dagli Stati membri nel consiglio telecomunicazioni di ieri propone di mantenere intatta la struttura in essere del Berec, formalizzata nel 2009.
I ministri europei vogliono peraltro mantenere la struttura corrente del Berec e reintrodurre la maggioranza dei due terzi del Board dei regolatori per l’assunzione di qualsiasi decisione.