“Digitalizzare fa bene, anche al mondo complesso e variegato dei beni culturali. E fa tanto più bene a un Paese come l’Italia, che ha un patrimonio culturale di straordinaria ricchezza e bellezza, uniformemente diffuso da nord a sud, delicato, talvolta non valorizzato come meriterebbe”. Lo scrive in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo il Sottosegretario ai beni culturali Gianluca Vacca, che ha la delega alla digitalizzazione del patrimonio culturale. “L’innovazione tecnologica – aggiunge – mette infatti continuamente a disposizione nuovi strumenti in grado di assicurare una maggiore tutela e una migliore valorizzazione del nostro patrimonio, di favorirne una più ampia conoscenza attraverso forme di fruizione e canali di accesso innovativi, di conservare una memoria precisa di tesori spesso estremamente fragili, a beneficio delle generazioni che verranno.
Delega alla digitalizzazione
Il potenziale d’altra parte è enorme. Già oggi la digitalizzazione permette la visita di un museo o di un sito archeologico anche a migliaia di chilometri di distanza, da computer, tablet o smartphone, con la disponibilità in tempo reale di informazioni elaborate dagli archivi storici. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale offrono la possibilità di esplorare grazie a speciali visori ambienti e luoghi del passato, anche perduti, con esperienze immersive a 360 gradi. La ricostruzione in 3D permette forme di fruizione nuove, rivolte pure a non vedenti e ipovedenti. La diagnostica per immagini – dunque Tac, risonanze magnetiche, ecografie – consente di esplorare a fondo le opere d’arte fornendo informazioni preziosissime e non visibili a occhio nudo, come la datazione di un quadro, la sua autenticità, il suo stato di conservazione, eventuali interventi di restauro.
L’impatto del 5G
Guardando lontano, ci sono ancora intere frontiere da esplorare. Basti pensare all’impatto che avrà la tecnologia 5G, la quale assicura una circolazione di dati molto maggiore e con una velocità notevolmente superiore rispetto a quelle attuali. Possiamo allora immaginare che un giorno sarà possibile assistere alla prima di un’opera in scena in Italia in contemporanea anche nei principali teatri d’Europa o dal salotto di casa, attraverso la riproduzione tridimensionale di scene e attori e l’utilizzo di visori VR. Oppure possiamo pensare alla possibilità di tenere una mostra virtuale in contemporanea in più musei d’Europa, con l’esposizione di opere digitalizzate messe a disposizione dei visitatori grazie ai più moderni strumenti tecnologici.
In poco più di un anno abbiamo impresso una forte accelerazione sul digitale nei beni culturali, abbiamo gettato e consolidato basi importanti. Il nuovo governo riparta da lì, con convinzione, perché – conclude vacca – una cosa è certa: la digitalizzazione è una grande opportunità e sarebbe davvero imperdonabile non coglierla”.