Aumentare il riciclo delle batterie: Europarlamento vs Consiglio UE
L’Unione europea tira dritto sull’industria delle batterie e come obiettivi strategici da un lato c’è la necessità di aumentare la produzione interna, anche per dipendere sempre meno dai mercati globali, dall’altro l’esigenza di inserire rapidamente questa produzione in un’economia circolare.
A tal proposito, la Commissione ambiente del Parlamento europeo ha votato un emendamento alla proposta di regolamento dedicata all’industria delle batterie, migliorandone gli obiettivi, spostando più in alto l’asticella, soprattutto nel recupero, riciclo e riuso dei materiali.
Si chiede che la raccolta delle batterie arrivi al 70% entro il 2025 e all’80% entro il 2030, obiettivi più ambiziosi di quelli stabiliti nella proposta della Commissione, rispettivamente 65% e 70%.
L’emendamento è stato preparato dall’eurodeputata italiana Simona Bonafè, deputata del gruppo S&D, approvato con 74 voti favorevoli, 8 contrari e 5 astenuti.
Gli obiettivi della Commissione
L’iniziativa della Commissione è guidata da alcuni principi chiave, che sono: l’elettrificazione della mobilità; la sovranità tecnologica nel settore dei sistemi di accumulo; maggiore competitività a livello globale; capacità di resilienza; sostenibilità ambientale.
L’Europa a tutti gli effetti punta a diventare capofila mondiale del settore ed entro il 2025 le iniziative della European Battery Alliance potrebbero dar vita a un’industria efficiente, in grado di alimentare almeno sei milioni di veicoli elettrici l’anno.
Ma non solo, perché da questa industria così importante per la ripresa e la crescita dovrebbero arrivare tanti nuovi posti di lavoro, in larga parte legati proprio al riciclo e il riuso dei materiali.
Sempre più batterie in giro: non si buttano, si riciclano
Per avere un’idea di quanto rilevante sia questa industria, il mercato globale delle batterie ricaricabili, ad esempio, varrà 43,8 miliardi di dollari entro il 2027.
C’è la necessità di rendere le batterie più etiche ed ecologiche, anche perché il loro numero crescerà progressivamente sui mercati, in conseguenza dell’incremento continuo di dispositivi elettronici mobili e portatili, oltre che di vetture elettriche.
Entro il 2030 si potrebbero avere 25 miliardi di apparecchi connessi tra loro e in rete, secondo stime Transforma. A questi numeri, possiamo anche sommare il miliardo di oggetti connessi in rete mobile (Internet of Things o IoT), che arriveranno a toccare i 5,3 miliardi entro il 2030, di cui 3,3 miliardi in rete 5G.
Questo a sua volta significa, secondo stime Cordis Europe, che entro il 2025 ogni giorno si getteranno nella spazzatura 78 milioni di batterie che alimentano i dispositivi IoT.
Tornando al confronto tra Europarlamento e Consiglio, è molto probabile secondo Euractive che gli Stati membri del Consiglio cercheranno di abbassare le percentuali, preoccupati della difficoltà degli obiettivi da raggiungere nella pratica.
Le richieste della Commissione ambiente dovranno ora passare al voto dell’Europarlamento in plenaria, per poi diventare documento di negoziazione tra Parlamento e Governi europei.