“L’intervista di Salvatore Rossi merita attenzione e apprezzamento perché sembra mettere fine alla tradizionale strategia di Telecom Italia intesa a diluire nel tempo la migrazione dalle infrastrutture in rame o ibride alle infrastrutture di TLC di nuova generazione”.
Commenta così il Presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, in merito all‘intervista rilasciata oggi dal Presidente di TIM Salvatore Rossi al quotidiano La Stampa.
“Nella prospettiva della Gigabit Society, afferma Bassanini in una nota, al centro della strategia digitale della Commissione europea, la rapida migrazione dal rame alla fibra è invece cruciale, così come il 5G e l’edge cloud computing, dei quali la fibra è infrastruttura essenziale. Lo sviluppo della infrastruttura in fibra “a prova di futuro” è al centro della strategia industriale di Open Fiber, fin dalla sua nascita. Finora Telecom Italia sembrava privilegiare soluzioni ibride fibra-rame. Se l’intervista di Rossi significa che questa preferenza è superata, dobbiamo considerarla una buona notizia per il Paese.
Sorprende tuttavia che Rossi sembri ignorare che, in tema di infrastruttura unica, accanto all’AGCom e alle sue competenze, c’è anche l’Autorità antitrust (AGCM), specificamente competente in materia di merger, anche nel settore delle TLC. Grazie a Open Fiber, anche in Italia oggi è iniziata una competizione infrastrutturale. A certe condizioni, può essere sostituita dal ritorno a una infrastruttura unica, evitando inefficienti duplicazioni di investimenti: ma le condizioni dovranno essere stabilite dalle Autorità antitrust in modo da salvaguardare la concorrenza fra i competitori sul mercato dei servizi di TLC. L’indicazione che ha dato il Parlamento, poco più di un anno fa, è stata netta. L’infrastruttura unica – conclude Bassanini – dovrà essere terza e neutrale, secondo quel modello wholesale only che anche il nuovo Codice europeo delle Comunicazioni elettroniche ora privilegia”.
Kkr ha messo sul piatto 3,15 miliardi di euro per il 42% della rete secondaria, quella che dagli armadi nelle strade va agli edifici, valutando l’intera infrastruttura 7,5 miliardi, e comprende l’impegno a concorrere all’acquisizione di Open Fiber. Domani il board di Tim riceverà un’informativa sulla proposta che, se dovesse tradursi in un accordo, accelererà il percorso di riduzione del debito di Tim e aprirà la strada a un possibile matrimonio con Open Fiber.
TIM brilla a Piazza Affari (+3,9% a 0,53 euro) alla vigilia del Cda mentre si scalda il dossier della rete. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato, parlando della banda larga, che il governo incoraggia un costruttivo confronto per delineare le condizioni per integrare le infrastrutture e ottimizzare gli investimenti.
Le sue parole sono arrivate dopo l’intervista nella quale il presidente di Tim Salvatore Rossi ha segnalato che il gruppo è pronto a discutere tutti gli aspetti derivanti da una possibile fusione con Open Fiber. I due interventi sono stati letti dal mercato come un’accelerazione per creare una rete unica.
Il passaggio intermedio, sul tavolo del board domani, è intanto l’ingresso di Kkr nella rete secondaria di Tim.
Il Governo incoraggia il confronto tra le parte per la creazione di un’infrastruttura integrata a banda ultra-larga. “Ritengo – afferma il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri in una nota – che l’Italia abbia bisogno di accelerare sul sentiero dell’innovazione tecnologica, assicurando ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni l’opportunità di avere a disposizione una infrastruttura nazionale di comunicazione in banda ultra larga, basata su una capacità di trasmissione dati efficace e veloce. Si tratta di una infrastruttura che ha un indubitabile carattere strategico e che non a caso rientra nell’ambito della disciplina sul golden power”.
Gualtieri, in merito alla necessità del Paese di dotarsi di infrastrutture in grado di affrontare adeguatamente le prossime sfide dell’evoluzione tecnologica, aggiunge dunque: “Il Governo incoraggia un costruttivo confronto tra le parti per delineare le condizioni per integrare le infrastrutture, potenziare e ottimizzare gli investimenti, andando incontro alle aspettative del sistema Paese nel dar vita a una infrastruttura integrata, aperta a tutti gli operatori e non discriminatoria, nel rispetto delle regole di mercato e delle migliori pratiche regolatorie e di concorrenza”.