Capacità di programmare, progettare e investire, questo chiede al Governo l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) per pianificare e rendere esecutivi gli interventi pubblici sul territorio in relazione alle risorse e i progetti del Bando Periferie.
Un’esperienza che “può diventare un modello di buona pratica nella realizzazione degli interventi pubblici e nell’utilizzo efficiente della spesa, ma questi finanziamenti devono diventare strutturali”, ha affermato il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, incontrando ieri nella sala conferenze dell’Anci a Roma i 120 responsabili dei progetti finanziati attraverso il Bando, alla presenza del segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti, del vice segretario generale Anci, Stefania Dota, del responsabile finanza locale Anci, Andrea Ferri, e del responsabile Area Studi e ricerche Anci, Paolo Testa.
“I progetti presentati – ha spiegato Dota – per un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro, tendono a individuare le potenzialità dei territori urbani di riferimento, a rafforzare la mixité sociale e a rispettare l’ambiente, mettendo in atto i princìpi del costruire sostenibile e della riduzione di consumo di suolo”.
“Il 10% delle proposte – ha infine evidenziato – è a livello di progetti esecutivi, il 13% di progetti definitivi, il 77% di studi di fattibilità o progetti preliminari”.
La ripartizione dei progetti per ambito di intervento, è stata illustrata da Paolo Testa, mettendo in luce la diversificazione delle azioni che si concentrano in via prioritaria sulle aree dismesse, gli spazi pubblici, la mobilità e la casa ma guardano anche al welfare, allo sport, alla sicurezza e alla resilienza.
I cittadini coinvolti dai progetti sono quasi 23 milioni su 445 Comuni e 13 Città Metropolitane. Gli interventi pianificati sono 2.177, per un totale di oltre 3,8 miliardi di euro, di cui il 74% investimento pubblico e il restante privato.
I principi ispiratori e gli obiettivi da raggiungere sono gli stessi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con le 17 azioni per il clima, la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica, l’inclusione sociale, l’innovazione tecnologica, l’ottimizzazione delle risorse idriche, l’educazione di qualità, la lotta alla povertà, la sicurezza, la trasformazione digitale, il diritto alla casa, i diritti civili, l’energia pulita, la riduzione dell’inquinamento, il trattamento intelligente dei rifiuti, una migliore qualità della vita, la messa in sicurezza del territorio, il recupero degli spazi degradati, la mobilità sostenibile e molto altro.
Solo per progetti di videosorveglianza sono stati messi a bando 46 milioni di euro, per housing e cohousing 438 milioni di euro, per trasporti sicuri e sostenibili 468 milioni di euro, per le piste ciclabili 175 milioni di euro.
Al capitolo dedicato alla riduzione dell’impatto ambientale pro capite delle città sono stati destinati 80 milioni di euro per 66 azioni relative all’efficienza energetica, l’illuminazione smart e la banda larga. Altre 175 azioni per un budget di 200 milioni di euro saranno orientate alla realizzazione di nuovi e più grandi spazi verdi cittadini attrezzati e accessibili a tutti, soprattutto alle famiglie e le persone con disabilità.
Complessivamente, ha illustrato Testa, il 15% delle risorse e delle azioni è rappresentato dal recupero delle aree urbane dismesse, il 12% da progetti per la mobilità sostenibile e alternativa, un altro 12% per la casa, l’8% per lo sviluppo, 6% inclusione sociale, 5% aree verdi, 5% piste ciclabili, 4% resilienza, 2% ICT, 1% sicurezza.