È stato pubblicato online dal Ministero dello Sviluppo economico e del lavoro l’elenco definitivo delle società ammesse alla partecipazione alla procedura di gara per l’assegnazione di diritti d’uso delle frequenze relative al 5G.
Entro il 10 settembre 2018 le imprese ammesse dovranno presentare la propria offerta economica, si legge nel documento diffuso del Ministero a seguito dell’emissione odierna della determina direttoriale.
L’assegnazione di diritti d’uso riguarda le frequenze nelle bande 694-790 MHZ, 3600-3800 MHZ e 26.5-27.5 GHZ.
Le società ammesse dalla determina sono le seguenti: Iliad Italia, Telecom Italia, Fastweb, Vodafone Italia, Wind 3, Linkem e Open Fiber.
Relativamente a Iliad, si legge nel testo del documento ufficiale, “dall’esamina delle domande è risultato che la società, in qualità di nuovo entrante o remedy taker, come definiti dalla delibera 231/18/CONS dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha manifestato l’interesse a partecipare alla procedura per il lotto riservato in banda 700 MHz”.
A luglio, in occasione della pubblicazione del bando di gara e del relativo disciplinare, il Ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha dichiarato: “l’Italia si conferma tra i paesi leader in Europa per lo sviluppo del 5G”.
“Questo atto – secondo il Ministro – rappresenta un’importante decisione strategica che ci pone all’avanguardia sia per la quantità e la qualità dello spettro messo a disposizione degli operatori di comunicazione elettroniche sia per le potenzialità di sviluppo di servizi innovativi per i cittadini, le imprese e per la stessa pubblica amministrazione”.
C’è inoltre da considerare che l’acquisizione per 150 milioni di euro da parte di Fastweb della rete Fixed Wireless Access e dei diritti d’uso di 40 Mhz in banda 3.5 Ghz di Tiscali pone l’operatore guidato da Alberto Calcagno in una posizione di vantaggio strategico in vista dell’imminente asta 5G in programma a settembre.
La nuova tecnologia 5G consentirà la digitalizzazione di ampi settori economici: dai trasporti all’industria, all’agricoltura, alla cultura, alla scuola, alla sanità, al turismo, all’ambiente, garantendo ampi margini di crescita per il nostro Paese.