Il Tar del Lazio con la sentenza pubblicata oggi ha respinto il ricorso presentato da Telecom Italia contro i bandi ‘Infratel’ per la realizzazione di una rete a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato. Tim si era opposta, sostenendo che le regole della gara erano sbilanciate a favore di Open Fiber, tanto da annunciare che non parteciperà al secondo bando. Nel frattempo, la società, controllata dal gruppo Enel e Cdp, si è aggiudicata la prima gara dei cinque lotti delle aree banche in sei Regioni, per le quali il Governo ha stanziato 1,4 miliardi di euro. Dunque per i giudici del tribunale amministrativo il bando è stato redatto in maniera regolare.
Vedremo se Telecom Italia appellerà la sentenza al Consiglio di Stato.
Open Fiber dove porterà la fibra?
I cinque lotti della prima gara vinta da Open Fiber coinvolgono sei Regioni per un importo complessivo di circa 1,4 miliardi di euro, e sono così suddivisi:
- 123 milioni per Abruzzo e Molise,
- 232 milioni per l’Emilia Romagna,
- 439 milioni per la Lombardia,
- 222 milioni per la Toscana
- 388 milioni per il Veneto.
Gli interventi che Open Fiber, in qualità di operatore wholesale, sarà chiamata a realizzare consentiranno di portare la banda ultra larga in 3.000 comuni, coinvolgendo circa 6,5 milioni di cittadini, 3,5 milioni di unità immobiliari e oltre 500.000 sedi di imprese e PA. La rete sarà data in concessione per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica.
Il servizio Ultrabroadband in Fibra di Tim al 95% delle abitazioni entro il 2019
Per quanto riguarda il secondo bando Tim non ha presentato nessun’offerta per la realizzazione e gestione di una infrastruttura ultrabroadband nelle aree bianche di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento. Allo stesso tempo TIM assicurerà il servizio Ultrabroadband in Fibra al 95% delle abitazioni entro il 2019, incrementando e accelerando il proprio piano di copertura. La strategia è all’interno del Piano Strategico 2017-2019 già presentato dalla società anche alla comunità finanziaria.