Il ruolo del satellite nella realizzazione della Strategia di sviluppo della banda ultralarga e gli aspetti più pregnanti del documento, appena varato dal governo. Ne abbiamo parlato con Renato Farina, amministratore delegato di Eutelsat Italia, che individua nel catasto delle infrastrutture e nell’interesse per le aree a fallimento di mercato le parti più innovative della Strategia.
K4b. Il governo ha appena approvato la strategia di sviluppo della banda ultralarga per l’Italia, cosa ne pensa?
Renato Farina. Penso sia giunta al momento giusto per risalire le posizioni di svantaggio dell’Italia nell’Europa dello sviluppo digitale. E’ una strategia ambiziosa con un’attenzione senza precedenti da parte dell’Esecutivo verso l’obiettivo fondamentale che è quello di avviare fattivamente il processo di digitalizzazione del Paese. E il documento individua anche gli strumenti finanziari e tecnologici necessari per raggiungere i traguardi richiesti dalle istituzioni europee. Occorrono ora strumenti attuativi e regolamenti che definiscano tempi e modi vincolanti, per fare in modo che la Strategia del governo si trasformi in un vero e proprio Piano esecutivo.
K4b. Qual è secondo lei la parte più pregnante del documento?
Renato Farina. Senza dubbio, dal punto di vista tecnico, il fatto di aver posto al centro della strategia due concetti chiave come il coordinamento e la trasparenza nell’attuazione del piano stesso. Lo strumento scelto è il catasto delle risorse trasmissive del sotto e sopra suolo, che sarà prezioso per monitorare gli interventi, per condividere le soluzioni e per coordinare le azioni. Inoltre, è da valutare favorevolmente anche l’attenzione rivolta alle cosiddette aree a fallimento di mercato, perché se si punta sulle ‘periferie’ in senso lato allora vuol dire che il processo diventa realmente inclusivo: vuol dire che nessuno deve “rimanere indietro”.
K4b. In che senso?
Renato Farina. Faccio un esempio. Il documento afferma che nelle aree bianche, ci sono circa 7 mila comuni, dove risiede grosso modo il 30-40 % della popolazione. Ecco in questi casi è previsto, tra l’altro, l’impiego di risorse pubbliche a fondo perduto. E poi si prefigurano altre soluzioni come le agevolazioni fiscali e i voucher. Insomma è vero che bisogna aspettare i decreti attuativi ma è già chiara la volontà del governo di intervenire, rispettando i limiti posti dalla UE, nelle zone più arretrate del paese facendo leva su costi e normative per superare le barriere di accesso alla tecnologia.
K4b. La strategia del governo parla chiaramente di rispetto del principio di neutralità tecnologica; soddisfatti per il ruolo definitivamente riconosciuto al satellite e alla sua modalità di accesso aggiuntiva a internet?
Renato Farina. Certamente. Il documento ne parla fin dalle prime pagine ricordando i traguardi raggiunti a livello europeo proprio grazie all’impiego del satellite. Il suo punto di forza è la garanzia di copertura in tempi rapidi anche in quelle zone dove, a causa della particolare conformazione del territorio, oppure della scarsa densità abitativa, portare le altre infrastrutture come la fibra significherebbe affrontare costi enormi. Del resto come è noto, l’infrastruttura satellitare esiste già: occorre semplicemente connettersi ad essa, senza alcun costo infrastrutturale.
K4b. In quali altri casi il satellite può intervenire?
Renato Farina. In linea con il principio della neutralità tecnologica, il satellite è una soluzione complementare e non concorrente rispetto a quelle terrestri (di rete fissa o wireless). Infatti, oltre a permettere un accesso diretto alla rete, viene impiegato anche per potenziare le altre reti come quelle della telefonia mobile. In gergo questa attività si chiama Backhauling e costituisce una risorsa preziosa per estendere la copertura delle altre tecnologie di accesso, permettendo di incrementare le connessioni degli utenti attraverso vari tipi di dispositivi mobili o fissi.