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Banda ultralarga, salta ufficialmente il Dl Comunicazioni

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Il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli: ‘Il decreto sulla banda ultralarga non ci sarà’. Al suo posto, ma solo in autunno, una delibera del Cipe per la parte che riguarda gli incentivi pubblici

Dopo settimane di attesa, salta ufficialmente il Dl Comunicazioni, che sarà sostituito in autunno da una delibera del Cipe per la parte che riguarda gli incentivi pubblici per la banda ultralarga. Intanto per martedì prossimo è previsto un incontro a Palazzo Chigi per decidere il da farsi.

La notizia, largamente anticipata da Key4biz,  era nell’aria e  arriva dopo un lungo tira e molla che si è innestato sul rinnovo dei vertici della Cdp. Il rischio a questo punto è che i fondi pubblici previsti nella bozza del Dl Comunicazioni in linea con la Strategia italiana per la banda ultralarga, pari a 6 miliardi, vengano ridimensionati dal Cipe.

Decreto cancellato

La conferma ufficiale della decisione l’ha comunicata oggi Antonello Giacomelli: “Non ci sarà il decreto sulla banda ultralarga”, ha detto il sottosegretario alle Comunicazioni, precisando che per una serie di strumenti, in primo luogo gli incentivi pubblici, si andrà direttamente al Cipe “tra settembre e ottobre”. Giacomelli ha aggiunto che ieri è arrivato il parere del Dipartimento affari giuridici e legali di Palazzo Chigi. Il decreto verrà quindi spacchettato.

 

”Siamo arrivati a capo dell’approfondimento e abbiamo avuto ieri sera – ha spiegato il sottosegretario – il parere depositato dal Dagl” che ha indicato come ”per una serie di strumenti non c’è bisogno di una norma primaria”.

Giacomelli ha poi specificato che il governo deciderà nei prossimi giorni come procedere per le misure di incentivo allo sviluppo della banda ultralarga per cui ”serve una norma”, visto che ”è difficile motivare il requisito di urgenza”.

Tornando ai tempi della richiesta al Cipe, Giacomelli ha spiegato che si pensa all’autunno e cioè ”dopo aver fatto il piano operativo e concluso la consultazione con gli operatori” che permetterà di capire quali sono le aree “bianche”. Si tratta in particolare degli incentivi pubblici a gara per le aree dove nessun operatore esprime interesse a intervenire (le cosiddette aree bianche), la partnership pubblico-privato, l’intervento diretto di Infratel.

La consultazione pubblica con gli operatori, che doveva chiudersi il 20 giugno scorso, è stata prorogata al 6 luglio per la definizione delle aree bianche.

 

Decreto spacchettato

A quanto si apprende, i requisiti di necessità e urgenza non sono stati sollevati da parte del Quirinale, che al contrario non avrebbe avuto nulla in contrario all’uso del decreto per sostanziare la Strategia nazionale per la banda ultralalrga. E’ vero anche che per alcuni articoli del Dl – voucher, Fondo di garanzia, Credito d’imposta – sono sufficienti dei semplici decreti attuativi.

A bloccare il decreto è stato il rischio di ingorgo parlamentare, visto l’intasamento dei provvedimenti urgenti da convertire in legge in Parlamento entro la pausa di agosto.

Enel

 

A questo punto, l’architettura del Dl Comunicazioni è stravolta e alcuni aspetti innovativi, come l’obbligo da parte delle aziende che dispongono di reti (Enel, utility, Anas ecc) di mettere a disposizione i cavidotti per la fibra, decade. Non per questo l’idea viene cancellata, anzi: prima della pausa estiva il sottosegretario Giacomelli incontrerà l’Enel e le utility. per raccogliere suggerimenti le potenzialità della condivisione delle infrastrutture in vista del Cipe.

In futuro, si cercherà di fare un disegno di legge che contenga le misure per semplificare l’infrastrutturazione fra cui appunto la condivisione dei cavidotti.

 

Strategia di Governo sotto la lente di Bruxelles

 

La strategia del Governo è sotto la lente di Bruxelles, che sta analizzando la solidità dell’impianto in particolare per quanto riguarda il rischio di eventuali aiuti di stato e il rispetto della neutralità tecnologica.

L’ok della Ue è condizione necessaria per avviare la fase operativa del piano, che prevede entro il 2020 la copertura a 30 Mbps del 100% della popolazione e a 100 Mbps del 50%.

Tra gli incentivi per gli utenti circolanti nelle ultime bozze del decreto figuravano i voucher per la connessione ‘simmetrica’ (cioè in download e upload) a 100 Mbps: un tipo di connessione che dal punto di vista tecnologico rischia di favorire l’Ftth (Fiber to the home) rispetto all’Fttc (Fiber to the cabinet).

Altro aspetto causa di polemiche presente in un primo momento nel decreto riguardava la priorità che per gli incentivi verrebbe assegnata in sede di gara ad “operatori non verticalmente integrati”, una condizione che penalizzerebbe Telecom Italia e favorirebbe Metroweb.

Per i voucher nel decreto la somma a disposizione sarebbe stata pari da qui al 2020 a 1,4 miliardi. Mentre per il Fondo di finanziamento per il Piano strategico della banda larga la cifra sarebbe pari a 4,6 miliardi.

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