Non c’è stato, ieri a Palazzo Chigi, alcun incontro tra il premier Matteo Renzi e l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace. L’appuntamento – ci confermano dall’azienda – non è mai stato in programma. L’ad è rimasto tutta la mattinata nel suo ufficio.
No, scusate, fonti vicine a Palazzo Chigi ci dicono che l’incontro, invece, c’è stato eccome e sarebbe stato positivo…
Insomma, dopo le conferme e smentite a mezzo stampa di ieri resta ancora fitto il mistero sul presunto incontro tra Renzi e il numero uno di Enel.
C’è comunque una cosa certa: l’ad di Enel avrà modo di trovarsi vis a vis col premier (se non proprio sul suo stesso aereo) in occasione del viaggio in America Latina che comincerà domani e nel quale Renzi sarà accompagnato da una folta schiera di funzionari, imprenditori e manager pubblici e privati.
Anche se ancora non è dato sapere chi viaggerà sullo stesso aereo del premier (visto che ancora non è disponibile l’airbus presidenziale, la delegazione dovrà spartirsi in due aerei, riporta il sito Dagospia), di sicuro il viaggio sarà occasione per riallacciare il filo di un discorso, quello dell’interesse di Enel per la fibra ottica, che certo non è nuovo.
La società di Francesco Starace ha messo a punto il suo Piano per la banda larga che è bell’e pronto ma di certo non potrà fare tutto da sola, non avendo il know how per realizzare un’infrastruttura tanto complessa quanto è una rete in fibra ottica: di certo però c’è l’interesse a portare avanti il dossier.
Serve dunque un alleato. Poco importa chi sarà: Enel ha più volte ribadito di non avere preclusioni di sorta e in una ‘lettera d’intenti’ al Governo di qualche tempo fa aveva sottolineato di essere in possesso di una infrastruttura costituita da reti di tipo aereo e cabine di distribuzione in grado di ospitare cavi in fibra ottica.
Il progetto di ammodernamento della rete di contatori cade pertanto a fagiolo e dà l’opportunità di portare la fibra direttamente nelle case (si parla di utilizzare la tecnologia Twdm di Alcatel-Lucent, ma niente è ancora certo) a un prezzo ridotto del 70% rispetto ai circa 16 miliardi previsti per coprire il territorio nazionale. Particolare non di poco conto, Enel potrebbe fare la differenza nelle aree bianche – i Cluster C e D – ossia le aree del Paese poco remunerative (le zone di montagna, le campagne più isolate), per le quali sono in ballo finanziamenti pubblici per circa 4,5 miliardi (2,2 sbloccati dal Cipe, altri 2 miliardi stanziati dalle Regioni).
Per queste aree il Governo dovrà quindi realizzare dei bandi ad hoc e avere un concorrente in più non può che far piacere a Palazzo Chigi, che sta spingendo molto sul dossier della fibra ottica, con il premier che nei giorni scorsi ha incontrato i vertici di Vodafone proprio per creare un’asse forte. Alternativo, parallelo o complementare a Telecom questo non si sa, e questo non può essere certo il Governo – che deve emettere i bandi – a doverlo e poterlo dire.
Quanto a un altro asse in ballo, quello tra Metroweb e Telecom Italia, il presidente di Metroweb Franco Bassanini, ha ribadito che la società è ancora in attesa di una risposta da parte dell’incumbent alla nuova proposta di accordo presentata dai fondi F2i e FSI: “A stamattina non ci è ancora arrivato nulla”, ha detto.
Quanto al dialogo con gli Olo, Bassanini ha ribadito che saranno valutate le condizioni migliori: “come abbiamo sempre detto, siamo disponibili a ragionare con tutti lo stiamo facendo con Telecom Italia, con Vodafone e con Wind”, ha dichiarato Bassanini.