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Banda ultralarga in ritardo. Sindaci molisani chiamano Open Fiber ‘Attivi il servizio, cablaggio finito da un anno’

Il digital divide resta una spina nel fianco di molti piccoli comuni italiani nelle aree bianche, soprattutto nell’entroterra del paese. Per superare i ritardi di implementazione dei lavori, i sindaci sono costretti a rimboccarsi le maniche e chiedono conto al committente Open Fiber. E’ questo il caso di due comuni del basso Molise, Acquaviva Collecroce (600 abitanti, sindaco Francesco Troilo) e Montecilfone (1300 abitanti, sindaco Giorgio Manes), che da un anno attendono l’attivazione del servizio. Ne dà conto oggi il quotidiano locale Primo Piano Molise.

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I due comuni fanno parte della medesima conferenza dei servizi, e i rispetti sindaci hanno preso carta e penna per protestare sui ritardi di attivazione con la Regione Molise e Open Fiber.

Motivo?

“I lavori di cablaggio dei nostri comuni è terminato da settembre del 2021, ma non abbiamo ricevuto alcuna certezza sulla data di attivazione del servizio”, ha detto Francesco Troilo, sindaco del borgo di Acquaviva Collecroce a Key4biz.

“I lavori sono terminati, la fibra è stata posata dappertutto – dice Troilo – il paese è stato cablato totalmente, gli utenti protestano. Abbiamo chiesto il motivo del ritardo e, se ho capito bene, Open Fiber ha detto che manca ancora il backhauling e che avendo già adempiuto a tutti gli obblighi del bando BUL, l’azienda si è attivata anche per predisporre entro dicembre del 2022 il backhauling necessario”.

Perché queste lungaggini?

“Hanno risposto quando abbiamo scritto”, dice il sindaco. Il bacino di potenziali clienti è composto da tutti gli abitanti dei due comuni (1900 persone in tutto) fatto anche di uffici comunali, tutti i negozi, i commercianti, l’ufficio postale, le case di riposo.

“Chiunque può allacciarsi”, dice Trolio: “Se il servizio viene attivato a dicembre siamo felici lo stesso, siamo disposti anche ad aspettare ancora un po’”.

Allaccio fondamentale contro lo spopolamento

Sfruttando i fondi pubblici, la Regione Molise ha dato la possibilità a piccoli comuni nelle aree bianche – meno appetibili per gli operatori privati – di ottenere la banda ultralarga. “Per noi questo allaccio è fondamentale perché ottenendo una velocità significativa di connessione potremo anche efficientare l’utilizzo dei tanti fondi del Pnrr che abbiamo avuto per la digitalizzazione, cinque o sei bandi”, precisa il sindaco, aggiungendo che adesso sono attivabili visto che il WiFi è disponibile. “Ma avere la banda ultralarga, che è un’autostrada digitale, è tutta un’altra cosa e sarà una svolta anche contro lo spopolamento, un fenomeno nazionale e ancora più forte nel sud Italia”, aggiunge: con la banda ultralarga si incentiva l’arrivo di persone da fuori che prendono case vacanza o decidono di restare. Il Comune di Acquaviva, insieme agli altri due comuni di San Felice del Molise e Montemitro, rappresenta l’unica minoranza linguistica croata d’Italia, riconosciuta per legge, presente nel nostro paese da 500 anni. Una peculiarità unica. “Con la banda ultralarga si efficienterebbe tutto: potremmo disporre di un segnale costante, un segnale che non è via etere, basta con i vecchi fili di rame che tante volte si rompono con problemi di manutenzione”, chiude.   

Sulla stessa linea il sindaco di Montecilfone, Giorgio Manes, che già lo scorso mese di giugno aveva scritto a Open Fiber per chiedere conto dei ritardi di attivazione lamentando i danni economici dovuti alla mancata presenza della banda ultralarga nel periodo estivo.   

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