l'indagine

Banda ultralarga: il faro di Bruxelles su possibili aiuti di Stato a Orange

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La Commissione avrebbe chiesto ragguagli sulla questione ‘dell’incremento della velocita’ della rete Orange.

Le sovvenzioni pubbliche del Governo francese a Orange per migliorare le prestazioni della rete in rame, primo passo verso l’implementazione dell’FTTH possono essere considerate ‘aiuti di Stato’?

E’, a quanto pare, quanto intende appurare la Commissione europea che – come da prassi – sta verificando la compatibilità con le norme comunitarie del piano Très Haut Débit (THD) che prevede la copertura quasi integrale del territorio francese con la fibra ottica entro il 2022.

Per realizzare il piano occorrono all’incirca 20 miliardi di euro: il governo francese prevede di coprire la spesa con investimenti pubblici e privati. Da un lato, gli operatori dovrebbero investire tra 6 e 7 miliardi, dall’altro gli enti locali dovrebbero contribuire con 13-14 miliardi. La metà di questa cifra è costituita da sovvenzioni e per finanziarle lo Stato prevede di apportare circa 3 miliardi. Il resto sarebbe fornito da fondi di risparmio o da prestiti contratti dagli enti locali con istituti di credito.

Come da prassi, ogni sovvenzione pubblica deve avere il placet di Bruxelles, e la Francia sta attendendo il via libera per sbloccare le somme.

La settimana scorsa, però, la Commissione avrebbe chiesto ragguagli sulla questione ‘dell’incremento della velocita’ della rete Orange.

Si tratta, spiega il sito Next Inpact, del potenziamento della rete in rame dell’operatore storico che rappresenta la prima tappa dell’implementazione dell’FTTH e che riguarda circa 2.000 mila siti, per una cifra complessiva di qualche decina di milioni di euro.

Ora, si chiede Bruxelles, queste sovvenzioni alle reti pubbliche possono essere considerate aiuti di Stato.

“A questo stadio non c’è niente di allarmante – spiega una fonte vicina al dossier – le domande inviate al governo rientrano nella prassi. La Francia – aggiunge la fonte – rappresenta un caso particolare perché è l’unico paese che intende implementare l’FTTH dovunque quindi la Commissione ci va cauta, fa delle domande”.

L’esito dell’analisi di Bruxelles dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Nel frattempo, però, il governo d’oltralpe vuole tenere il bandolo della matassa e ogni mese, riferisce il quotidiano Les Echos, riunisce gli operatori per fare il punto sull’avanzamento dei lavori.

La questione riguarda da vicino anche l’Italia, visto che anche il nostro Paese è in attesa di conoscere il responso di Bruxelles sui criteri di utilizzo dei fondi pubblici destinati all’upgrade della rete in rame.

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