Il Decreto Comunicazioni slitta ancora ed inevitabilmente si allungano i tempi per passare alla fase esecutiva della Strategia nazionale per la banda ultralarga. Il provvedimento, che contiene i dettagli del piano di Governo su credito d’imposta e incentivi per la rete ultraveloce, non è stato discusso nel Consiglio dei ministri di ieri e potrebbe tornare di attualità forse la settimana prossima in Cdm.
C’è da dire che l’iter per il via libera al decreto prevede il passaggio in Parlamento entro 60 giorni dal suo varo in Cdm. Se il decreto andasse in Cdm la settimana prossima, verrebbe discusso in aula in pieno periodo di Ferragosto. Insomma, il decreto rischia di saltare o di vedere la luce in tempi lunghi e comunque di uscire in una versione piuttosto diversa da quella originaria, proposta dal Governo e dal Mise.
A complicare il quadro del dossier banda ultralarga c’è l’imminente cambio dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti, in prima linea a sostegno di Metroweb. Il presidente Franco Bassanini e l’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini sono in uscita e, secondo voci di stampa, in pole position per sostituirli ci sarebbero Claudio Costamagna, attuale presidente di Salini Impregilo, alla presidenza e Fabio Gallia, attuale amministratore delegato di BNL Italia, come nuovo amministratore delegato.
La bozza del decreto è rimasta ferma al MEF una decina di giorni, dove secondo l’Adnkronos è stato bollinato oggi, dopo che i tecnici del Tesoro hanno verificato le coperture che ammontano complessivamente a 6,5 miliardi di euro in 5 anni. Secondo stime circolate in questi giorni, il piano potrebbe portare 9 mila nuovi posti di lavoro. Anche per questo il decreto è atteso con ansia dalle aziende e dai sindacati.
La strategia del Governo è inoltre sotto la lente di Bruxelles, che sta analizzando la solidità dell’impianto in particolare per quanto riguarda il rischio di eventuali aiuti di stato e il rispetto della neutralità tecnologica.
L’ok della Ue è condizione necessaria per avviare la fase operativa del piano, che prevede entro il 2020 la copertura a 30 Mbps del 100% della popolazione e a 100 Mbps del 50%.
Tra gli incentivi per gli utenti nelle ultime bozze del decreto figurano i voucher per la connessione ‘simmetrica’ (cioè in download e upload) a 100 Mbps: un tipo di connessione che dal punto di vista tecnologico rischia di favorire l’Ftth (Fiber to the home) rispetto all’Fttc (Fiber to the cabinet).
Altro aspetto causa di polemiche presente in un primo momento nel decreto riguarda la priorità che per gli incentivi verrebbe assegnata in sede di gara ad “operatori non verticalmente integrati”, una condizione che penalizzerebbe Telecom Italia e favorirebbe Metroweb.
Per i voucher nel decreto la somma a disposizione sarebbe pari da qui al 2020 a 1,4 miliardi. Mentre per il Fondo di finanziamento per il Piano strategico della banda larga la cifra sarebbe pari a 4,6 miliardi.