Google chiede al Governo italiano di “andare avanti” in maniera decisa sul piano Bul (Banda ultralarga), riducendo la burocrazia che ostacola “gli investimenti” in nuove reti. La mancanza di reti ultraveloci rischia di incidere negativamente sul principio della net neutrality, un tema fortemente condiviso da Google. L’appello “politico” di Google è stato prontamente raccolto da Sergio Boccadutri, deputato Coordinatore dell’Area Innovazione del Pd, che ha rassicurato l’azienda Usa sull’impegno del Governo nella realizzazione del Piano Bul, e che ha aggiunto di essere certo che Google “contribuirà alla realizzazione dell’infrastruttura d banda ultralarga in Italia”.
Come contribuire?
Resta da capire in che modo Google, fra i maggiori produttori di traffico dati che occupano la banda a livello globale, possa contribuire direttamente alla realizzazione dei network di nuova generazione che “invoca” dall’esecutivo di Renzi. Magari all’interno del piano Bul lanciato dal Governo, che procede con difficoltà, o esportando il modello Google Fiber diffuso negli Usa.
L’appello alla Camera
Ma andiamo con ordine. L’appello dell’azienda Usa al Governo è arrivato ieri in audizione alla Camera, alla Commissione Trasporti, per bocca di Giorgia Abeltino, responsabile istituzionale di Google Italia: “La disponibilità della banda larga e la concorrenza sono la migliore ricetta per garantire la net neutrality. Il governo vada avanti sul progetto della banda ultralarga e riduca la burocrazia affinché non ci siano ostacoli agli investimenti”, ha detto Abeltino.
Del provvedimento, che “è anche in linea con la normativa europea che entrerà in vigore nel 2016″, Abeltino ha aggiunto come Google condivida “sia lo spirito che gli obiettivi: da sempre in tutto il mondo di Google ci siamo posti in prima linea a difesa di una rete aperta a tutela della concorrenza e della libertà di accesso”.
Un punto chiave, su cui non perdere l’attenzione, è secondo Abeltino l’integrazione della normativa a livello internazionale visto che “la rete è uno spazio globale, norme solo nazionali rischiano di frammentarla. La discussione su questo punto è particolarmente utile, per l’input che questo dibattito a livello italiano può avere a livello europeo”.
Altro elemento importante è il coinvolgimento delle imprese. “Oggi ancora il 40% degli imprenditori non considera internet utile per la propria impresa – ha sottolineato la manager – c’è un problema culturale, bisogna far capire a questi imprenditori che la rete serve a crearsi un mercato globale”.
Net neutrality
Non a caso il tema della banda ultralarga è strettamente legato a quello della net neutrality, tanto più che Google è al centro del grosso dibattito planetario sul rapporto fra OTT e telco nella gestione del traffico online. Più le reti sono potenti, maggiore sarà la possibilità che i dati trasmessi da Google procedano spediti senza intoppi e minori saranno i rischi che l’azienda venga accusata di intasare i network.
E’ indubbio che il traffico prodotto dagli OTT (Google, Netflix, Facebook ecc) occupi la gran parte della banda a livello globale ed è anche per questo che si investe per l’upgrade dei network, per creare autostrade più grandi.
La risposta di Boccadutri
La risposta di Sergio Boccadutri alle sollecitazioni di Google è arrivata a stretto giro: “Ha ragione Google quando individua nella realizzazione del piano BUL (banda ultralarga) del Governo una leva essenziale dello sviluppo – ha detto Boccadutri – In particolare hanno ragione quando affermano che senza banda ultra larga non ci può essere reale concorrenza e che va fatto capire alle aziende che non possono farne a meno se vogliono partecipare al mercato globale. Alle parole seguiranno i fatti e sono certo che Google, che in questi anni è stato motore di innovazione a livello mondiale, contribuirà alla realizzazione dell’infrastruttura di banda ultra larga in Italia”.