Entro ottobre saranno resi noti dal governo gli esiti della consultazione pubblica Infratel per la suddivisione delle aree d’intervento per lo sviluppo della banda ultralarga, insieme al piano d’intervento del governo.
Lo fa sapere Antonello Giacomelli, sottosegretario alle telecomunicazioni, a margine dell’incontro Global Trends in Online Safety: Creating a National Framework che si è tenuto oggi a Roma, organizzato da TIM in collaborazione con FOSI.
Il governo renderà noto quindi sia la suddivisione del Paese tra aree bianche (a fallimento di mercato), grigie (dove c’è solo un operatore disposto a investire) e nere (dove ci sono più operatori) sia le modalità di erogazione dei finanziamenti, che al momento ammontano a un totale di 4,3 miliardi, tra fondi regionali (Fesr e Feasr) che toccano i 2,1 miliardi e il restante 2,2 miliardi sbloccati dal Cipe.
“L’Italia ha un ritardo importante di cui siamo consapevoli. Abbiamo varato un piano per la banda larga ambizioso e siamo determinati entro il 2020 a un pieno raggiungimento degli obiettivi” ha concluso Giacomelli.
È dello stesso avviso Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia: “Siamo profondamente allineati al piano del governo e l’annuncio che entro ottobre saranno resi noti i risultati della consultazione sulle aree per la banda ultralarga e le modalita’ di finanziamento è un’ottima notizia, perchè accelera l’inizio degli investimenti. Questo a riprova della totale sinergia che c’è tra pubblico e privato.”
Per quanto riguarda invece l’infrastruttura della rete in fibra, Recchi commenta: “confermiamo che per il 2017 ci sarà il 75% di copertura di rete in fibra, che ci permetterà di recuperare il gap con l’Europa. Nel 2015 abbiamo fatto crescere l’infrastruttura in fibra del 17%, contro una media del 6-7% degli altri operatori europei. Oggi siamo al 38%, il resto d’Europa al 65%. Nel 2020 saremo alla pari” conclude infine Recchi.