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Banda ultralarga, FTTH sempre più diffuso al 41% in Italia ma attivazioni ferme al 14%

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Cresce a ritmi serrati nel nostro paese la copertura in fibra FTTH soprattutto con Open Fiber, ma le attivazioni restano indietro. Voucher occasione da non perdere.

La copertura in Italia totalmente in fibra ottica sale di oltre 10 punti percentuali e il nostro Paese si piazza diciottesimo nella classifica Ue (ventisettesimo nella lista a 39 Paesi) per copertura in FTTH/B (fibra fino alla casa o al bulding), avvicinandosi alla media europea. E’ quanto emerge dal report di IDate (riferito a settembre 2020 nel confronto con settembre 2019) anticipato da Radiocor che sarà presentato domani, durante un webinar, dall’Ftth Council Europe.

C’è da dire che l’incidenza di Open Fiber sui dati relativi all’FTTH è pari a circa l’80%. Resta ancora tanto da fare sul fronte delle attivazioni ferme al 14%.

Copertura in Italia sale al 41% delle abitazioni

Nella copertura complessiva di abitazioni l’Italia sale infatti al 41%, un dato di poco inferiore alla media europea, per un totale di 11 milioni di case cablate. Si tratta di un balzo in avanti di quattro posizioni rispetto allo scorso anno e di oltre 10 punti percentuali: nel periodo 2018-2019 la copertura italiana in FTTH/B era del 30,6%, a fronte di una media UE del 39,4%. Il nostro Paese si conferma, inoltre, al secondo posto nella Ue (quarto nella classifica a 39), dopo la Francia e prima della Germania, per aumento in termini assoluti di copertura da settembre 2019 al settembre 2020 (+2,8 milioni di unità immobiliari in un anno).

Un risultato che conferma i trend di crescita del nostro Paese: anche nel periodo 2018-2019 l’Italia si classificava al secondo posto dopo la Francia.

Attivazioni restano basse

L’Italia, inoltre, è al terzo posto nella Ue per aumento in termini percentuali (+34,2%) della copertura. Molto resta invece da fare sul fronte delle attivazioni delle connessioni in fibra che restano basse. Il take up italiano di FTTH/B si ferma al 14% e l’Italia è al 34esimo posto nella classifica a 39 (peggio di noi fanno, tra gli altri cinque big in classifica, Germania e Regno Unito). Nel 2019 la percentuale era del 13,5%, calcolata su un’estensione inferiore (meno 2,8 milioni di unità immobiliari cablate) della rete.

Il piano di Open Fiber

Il piano di Open Fiber prevede la copertura di oltre 19 milioni di unità immobiliari, con 7 miliardi di investimento tra fondi privati e pubblici. A oggi, Open Fiber ha connesso circa 11,5 milioni di unità immobiliari di cui A/B circa 7 milioni mentre nel cluster C/D circa 4,4. La commercializzazione dei servizi su rete OF è aperta in circa 2.200 comuni di cui circa 185 nelle grandi città e oltre 2.060 nelle aree bianche.

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Sfruttare il piano voucher

Se la direzione sulla riduzione del gap infrastrutturale imboccata dal nostro Paese è quella giusta, resta ancora tanto da fare sul fronte delle attivazioni. Il Governo ha lanciato lo scorso anno una prima tranche di voucher per il sostegno alla domanda di connettività ultraveloce e ne sta lanciando una seconda che estende la platea degli aventi diritto e che servirà a spingere l’adozione della connettività ultraveloce.

Ma perché i voucher abbiano gli effetti sperati di diffusione della banda ultralarga e di stimolo alla domanda, è necessario evitare nella seconda fase effetti distorsivi della concorrenza. In ballo ci sono fondi pubblici per 900 milioni di euro per la diffusione della banda ultralarga destinata a famiglie e imprese con un Isee fino a 50mila euro.

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