Serve una maggiore attenzione da parte della politica in tema di connettività, cloud e cybersecurity verso le istanze dei piccoli provider italiani, quelli che hanno un rapporto diretto con il territorio e che portano concretamente il digitale nel tessuto profondo del paese. La chiede l’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) che oggi si è riunita a Roma per il suo convegno annuale organizzato dal presidente Giovanni Zorzoni per ricordare al palazzo, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’ossatura dell’Italia è fatta di piccoli player, altamente specializzati, e legati al territorio nella difficile missione di portare l’innovazione ovunque per non lasciare nessuno indietro. E non guasterebbe nemmeno un occhio di maggior riguardo verso l’italianità delle imprese, senza dimenticare il diritto alla sovranità digitale dei dati di tutti i cittadini. “E’ importante nell’ambito del PNRR che si faccia qualcosa per il mondo dell’istruzione in ambito di digitale – ha detto Giovanni Zorzoni – L’istruzione è la sfida più importante di oggi”.
Per quanto riguarda il PNRR, “è importante controbilanciare lo squilibrio del PNRR a favore delle grandi aziende delle Tlc e dei grandi cloud provider nel piano Italia a 1 Giga e nella gara per il PSN”, ha aggiunto Zorzoni, che al contrario non ha risparmiato lodi a Infratel per altre misure di sostegno pubblico alla connettività, come il piano voucher delle imprese che sta andando a gonfie vele o al piano europeo WIFI4EU.
“Due giorni fa siamo stati convocati al Mise (per il tavolo sulla crisi delle Tlc ndr) ma non abbiamo chiesto prebende – ha detto Zorzoni – altri operatori, i grandi player, invece, hanno chiesto per sé diverse cose, fra cui l’innalzamento dei limiti elettromagnetici e la richiesta di rateizzare i pagamenti delle frequenze. I grandi operatori OTT si lamentano e dicono che c’è troppa concorrenza. Ma non è questo l’atteggiamento di collaborazione che vogliamo instaurare noi con i nostri interlocutori istituzionali, dal Mise alle Authority”.
Per il futuro, l’AIIP si propone di collaborare fattivamente con l’ACN (Autorità per la cybersicurezza nazionale), difendere l’operato delle diverse authority di regolazione, veri baluardi della concorrenza e in molti casi della sopravvivenza di piccoli provider e di spingere per un sostegno pubblico al digitale che sia davvero il più possibile aperto a tutti, in ottica di neutralità tecnologica. A breve l’AIIP invierà una lettera aperta al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.
Dal canto suo, il neo commissario Agcom Massimiliano Capitanio ha offerto la disponibilità dell’Autorità a considerare le istanze dei piccoli provider, ricordando la gestazione del voucher imprese nato in Commissione IX per sbloccare 1,7 miliardi di euro stanziati nel 2017 per sostenere la domanda di connettività di imprese e in parte per le scuole.
5G, Liuzzi (M5S): ‘Fondi avanzati dal primo bando 5G andato deserto allo sviluppo dei Verticali’
Mirella Liuzzi, deputata M5S già sottosegretaria alle Tlc, ha disegnato il quadro del momento topico in cui ci troviamo, con i bandi del PNRR per il 5G in corso e i 400 milioni destinati agli enti locali “Il 27% della dotazione complessiva del PNRR è stato destinato al digitale in Italia – ha detto Liuzzi – al momento dopo i ritardi di copertura che ci sono stati sul 5G è in corso un nuovo bando”. La speranza di tutti è ovviamente che vada a buon fine, ma Liuzzi aggiunge che forse “manca qualcosa in relazione ai verticali, per spingere lo sviluppo economico per le imprese dal 5G”, un versante che potrebbe essere coperto, aggiunge Liuzzi, “con i fondi che sono avanzati” rispetto al primo bando andato deserto (pari a più di 400 milioni di euro ndr).
Salvatore Lombardo, Direttore generale di Infratel, ha illustrato i risultati egregi dei voucher per la connettività delle imprese, che tra l’altro riguardano una platea potenziale di 4 milioni di partite IVA. Voucher che saranno rinnovati con nuovi fondi anche per il prossimo anno e che prevedono fra gli elementi di novità incentivi per il cablaggio verticale degli edifici, destinati agli amministratori di condominio.
Bruno Bossio (Pd): ‘Cablaggio verticale fondamentale anche per il 5G’
Enza Bruno Bossio, deputata del Pd membro della Commissione IX alla Camera, ha ribadito l’importanza dell’infrastrutturazione verticale dei palazzi per la diffusione della banda ultralarga. “Per le abitazioni costruite dopo il 2015 dovrebbe essere obbligatoria – ha detto Bruno Bossio – ricordo che spingere sulla copertura FTTH è l’unico modo per raggiungere gli obiettivi al 2026 e ritengo l’infrastrutturazione verticale molto importnate anche per lo sviluppo del 5G, ad esempio per la telemedicina a domicilio. Se il primo luogo dove curare i pazienti deve diventare la casa, allora è necessario cablare tutti gli appartamenti”.
Baroni (FI) e Loss (Lega): connettività centrale per agritech, turismo e per tagliare le emissioni
Sul ruolo centrale della fibra e del PNRR per coprire i piccoli comuni (“il 70% dei comuni italiani ha meno di 5mila abitanti”, ha precisato il commissario Agcom Massimiliano Capitanio) e le zone montane del paese si sono espresse le deputate Annalisa Baroni di Forza Italia e Martina Loss della Lega. “Connessioni ultraveloci sono fondamentali per lo sviluppo dell’agritech”, ha detto Baroni, mentre Loss si è soffermata sul ruolo fondamentale della connettività nelle zone montane della sua regione, il Trentino, per attirare il turismo e per scongiurare il pendolarismo di chi abita in montagna. “La presenza di connessioni stabili e veloci consentirebbe di evitare emissioni e traffico perché molti abitanti di località montane non sarebbero costrette a spostarsi quotidianamente a valle per lavoro”, ha detto a mo’ di esempio.
Cloud e Cybersecurity
La tavola rotonda su Cloud e Cybersecurity si è incentrata sulla fresca pubblicazione della nuova strategia nazionale per la cybersecurity, varata non più tardi di ieri dall’ANC (Agenzia Nazionale per la Cybersecurity) e illustrata da Gianluca Galasso, Direttore Operazioni Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. “L’Agenzia nasce pera garantire che lo sviluppo del paese sia sicuro e resiliente – ha detto Galasso – la tecnologia è diventata oramai un tema di scontro geopolitico come il gas, il petrolio, l’energia”.
In questo contesto, Galasso ha aggiunto che “dobbiamo essere liberi di scegliere le tecnologie e dove risiedono i nostri dati. Nel PNRR per la cybersecurity ci sono 623 milioni di euro, ma la proposta che è stata fatta è di destinare l’1,2% del Pil alla sicurezza cyber”. Vedremo se queste intenzioni si tradurranno in leggi vincolanti.
Accoglie con entusiasmo l’avvento sulla scena dell’ACN l’Autorità Garante della Privacy, per bocca di Cosimo Comella, direttore del Dipartimento tecnologie digitali e sicurezza informatica del Garante Privacy. “La violazione dei dati personali può avere dei risvolti sulla sicurezza dei dati”, dice Comella, ricordando altresì che sempre più dati si stanno concentrando nelle mani di pochi player.
Baldassarra (AIIP): ‘Nel PSN c’è un elemento di cattura dei fondi al mercato’
Un trend di concentrazione ormai consolidato, sul quale peraltro si riscontra la forte critica da parte di Antonio Baldassarra, del Gruppo di Lavoro Cloud dell’AIIP, che punta il dito sulla “commessa pubblica”, che riguarda il cloud della Pubblica amministrazione ed in particolare del Polo Strategico Nazionale (PSN), la futura ‘cassaforte’ per ospitare dati e servizi pubblici considerati critici o strategici. “Nel PSN c’è un elemento di cattura di fondi al mercato – ha detto Baldassarra – con il PNRR arriverà un fiume di denaro, catturato però dal PSN e dalle convenzioni e così sottratto al mercato. In questo modo, un unico soggetto controllerà più della metà della domanda per i prossimi tre anni. E questo è un elemento di allarme”. Al momento, c’è una call per la PAL, ma non ci sono linee guida alternative al PSN e alle convenzioni. La proposta dell’AIIP è di decidere come spendere questi fondi, 200 milioni, per i Comuni facendoli entrare in circolo.
Carabetta (M5S): ‘Obiettivo è creare una Commissione Innovazione’
Luca Carabetta, deputato del M5S, ha ricordato il bilancio degli ultimi quattro anni sul fronte del digitale, ricordando fra le altre cose alcuni cambiamenti (in meglio) strutturali, come ad esempio la nascita del ministero per la Trasformazione digitale, che seppur ancora senza portafoglio rappresenta un passo in avanti non secondario per il settore tutto. “L’obiettivo è che possa nascere al più presto una Commissione Innovazione” alla Camera, per fare da contraltare direttamente con il Governo sui temi della industry.
Sulla necessità di garantire la sovranità dei dati e il rispetto del GDPR si è espresso Dionigi Faccenda, Italy Partner Program Manager OVH Groupe SAS: “I dati devono essere protetti e sempre a disposizione e di proprietà del privato e non del Cloud provider”, ha detto Faccenda: “Stiamo attenti quando affidiamo i dati a player fuori dall’Europa”, ha aggiunto il manager dell’azienda francese.
Un auspicio difficile da mettere in atto, dal momento che, come ricorda l’avvocato Andrea Valli, Studio Valli Mancuso & Associati, il mercato del Cloud è controllato al 69% da pochi soggetti: Google Cloud, Amazon Web Services e Microsoft Azure. Il rischio lock in è dietro l’angolo, così come gli abusi di posizione dominante su mercati adiacenti.
Ed è proprio questa “concentrazione esterofila” che rischia di produrre un’impossibilità a fare le cose nel mondo del Cloud da parte di soggetti alternativi. “Mentre l’Italia è piena di know how – ha detto Giuliano Peritore, vicepresidente dell’AIIP – un know how delle PMI che dovrebbe invece essere valorizzato” anche se gli ultimi bandi del PNRR in molti casi sono troppo grandi. Un occhio di riguardo per i piccoli provider sul territorio, ad esempio nel mondo della scuola, sarebbe auspicabile per diversificare i fornitori ed evitare eccessiva concentrazione.