La polemica

Banda Ultralarga: dopo la quiete, fulmini fra Recchi e Bassanini

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Botta e risposta fra Giuseppe Recchi e Franco Bassanini sull'uso degli incentivi pubblici per la realizzazione della banda ultralarga

Avevano detto che di queste cose non si parla in pubblico, ma alla fine Giuseppe Recchi e Franco Bassanini non se le sono mandate a dire e ieri hanno dato vita ad un acceso botta e risposta anche sui social.

Dopo il black out mediatico durato qualche giorno, volano stracci tra il presidente di Telecom Italia e quello di Metroweb sulla questione degli incentivi pubblici per il piano nazionale della banda ultra larga.

Il tutto nasce dalla volontà da parte di Telecom Italia di cablare in fibra ottica 40 città entro il 2017 investendo in autonomia (con tecnologia Ftth e Fttb) circa 500 milioni, raffreddando ulteriormente la possibilità (fino a qualche settimana fa meno lontana ndr) di poter costituire una società unica della rete, con tutti gli operatori a bordo.

Così non è stato e Metroweb non ha di certo perso tempo ma, in risposta, ha proposto investimenti per il cablaggio in fibra in 600 comuni. Come a rimarcare che la partita è ancora aperta. Ed è a proposito degli investimenti di Telecom Italia nel Ftth che Bassanini infligge la prima stoccata “se intendono fare le città in modo che non si possano dare incentivi a nessuno, l’investimento deve essere molto superiore” e aggiunge “con 500 milioni può fare solo qualche quartiere.”

In seguito sono arrivati i commenti del vicesegretario generale alla presidenza del Consiglio, Raffaele Tiscar che ha fatto capire che per il governo “il massimo successo sarebbe che non si spendesse un euro” sottolineando che un doppio cablaggio per la diffusione della banda ultralarga nel paese sarebbe uno spreco di risorse.

Più positiva invece la posizione di Antonio Preto che ritiene di grande importanza l’investimento in fibra di Telecom Italia che, secondo il commissario Agcom, rappresenta un segnale forte al paese.

Due giorni fa era arrivata la replica piccata a Bassanini da parte dei piccoli azionisti di Telecom Italia, Asati prima di fare queste dichiarazioni sarebbe opportuno documentarsi bene sulla articolazione e la capillarità della rete in fibra di Telecom”. “La rete ultrabroadband di Telecom Italia è quella più avanzata e diffusa a livello territoriale ed è quella che si svilupperà maggiormente secondo il Piano Industriale 2015-2017”.

Infine, soltanto ieri è arrivata la risposta dura del presidente Recchi a Bassanini che non ha lasciato spazio a dubbi né sulla questione dell’erogazione di fondi pubblici né sulla posizione di Telecom Italia:  “C‘è da rimanere basiti a sentire critiche a privati che vogliono investire quando in tutto il mondo i paesi concorrono per attirare queste risorse. Questo è veramente il mondo alla rovescia”.“Le iniziative d’intervento pubblico, affinché non sconfinino al di fuori dell’ambito per cui sono state pensate, devono riguardare aree in cui i soggetti privati non hanno investito e non intendono investire – ha aggiunto Recchi – Se così non fosse si rischierebbe di distorcere la concorrenza, spiazzare gli investimenti privati e di deteriorare le condizioni che spingono i soggetti privati ad investire”.

 

Immediata la replica di Bassanini su Twitter che pur stemperando i toni non concede nemmeno un centimetro alla controparte. “Concordo – sottolinea Bassanini – ma a condizione che i privati investano davvero e in tempi brevi. Se no bene che il governo incentivi a farlo”.

 

Il tutto fa quindi presumere che al momento tra i due operatori non ci sia nessun punto di contatto e che le posizioni sono molto distanti.

I dubbi che restano però sono altri, dal momento che un doppio cablaggio (negli stessi cluster ndr.) comprometterebbe di arrivare a una copertura dell’80% del paese come richiesto dall’Europa.

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