L'intervista

Banda ultralarga. ‘Bandi BUL, aste frequenze e scorporo siano occasione per il rilancio delle reti’. Intervista a Luca Spada (presidente CFWA)

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L'intervista a Luca Spada, presidente della Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA), alla vigilia del 2° evento annuale ‘Banda ultra larga con e senza fili’ che si terrà domani a Roma. Ecco le tre issue che l'associazione porta avanti nell’affrontare le sfide che il mercato Tlc si trova ad affrontare oggi .

Domani, 28 novembre si terrà a Roma il 2° evento annuale Banda ultra larga con e senza fili, promosso dalla Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA).

Si tratta di un settore ben più rilevante di quanto non si percepisca, con oltre un milione di famiglie e aziende che in Italia si connettono a Internet grazie ad operatori wireless che offrono collegamenti alla rete in modalità “senza fili” in banda larga e ultralarga. Si tratta di un modo non marginale di assicurare il diritto di accesso alla Rete in particolare a chi vive e/o lavora nelle zone interessate dal digital divide, più precisamente nei cosiddetti “Cluster C e D” del Paese, le aree definite a fallimento di mercato, perché inaccessibili o in contesti territoriali a bassa densità abitativa e, dunque, considerati come “antieconomici” dai grandi player delle telecomunicazioni.

L’ambizioso progetto di abbattere lo speed divide italiano, portando connessioni a banda larga e ultra larga nelle aree sub-urbane e rurali è portato avanti da una decina di anni (ricordate il Decreto ‘Landolfi’ del 2005 che ha liberalizzato il wireless?) appunto dagli operatori associati nella Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA), un’organizzazione che rappresenta 60 aziende e raccoglie tutta la filiera, tra wireless internet service providers (WISP), operatori satellitari, tower companies, vendor e system integrator. Il presidente dell’associazione è Luca Spada, che abbiamo intervistato.

 

Key4biz. Fixed, Mobile, Wireless: siete la terza gamba del sistema delle reti. Quanto pesa la vostra Coalizione e quali sono le aziende che ne fanno parte?

Luca Spada. Le aziende associate contribuiscono alla realizzazione di un’infrastruttura di collegamento senza fili in banda larga ed ultralarga attraverso le risorse spettrali disponibili, allocate secondo varie modalità dal Ministero dello Sviluppo Economico.

I servizi di accesso forniti dalle imprese associate sono presenti in tutte le regioni e collegano oltre un milione di famiglie e aziende. Le imprese associate alla coalizione occupano 8500 dipendenti e producono un fatturato globale di 3 miliardi di euro.

Key4biz. Quindi, nonostante il mercato sia dominato da grandi operatori fixed e mobile, il settore del wireless è in continua crescita. Di quanto?

Luca Spada. CFWA rappresenta un settore del mercato delle telecomunicazioni che si è sviluppato negli ultimi 15 anni a seguito delle liberalizzazioni d’uso di alcune risorse spettrali (5.4 GHz), frequenze che hanno consentito la nascita e l’affermazione di molti operatori wireless. Lo sviluppo di questo settore è avvenuto in un mercato maturo dominato da grandi operatori fixed e mobile, dove i servizi fixed wireless sono arrivati a raggiungere l’1% dell’intero mercato TLC, il 6% del mercato broadband e quasi il 4% del mercato ultra-broadband. Più nel dettaglio lo stato di salute del settore sarà illustrato domani all’evento annuale.

Key4biz. Il Governo sta sostenendo lo sviluppo della Banda ultralarga nel Paese. Quali sono le istanze degli operatori wireless?

Luca Spada. Aspettiamo con una certa impazienza le realizzazioni di Open Fiber, che si è aggiudicata i recenti bandi Infratel. CFWA considera molto importante l’attuazione dei Piani banda ultralarga (BUL), un obiettivo che andrà perseguito in modo da assicurare quel dinamismo di mercato che ha accompagnato le telecomunicazioni negli ultimi venti anni, senza operare distorsioni o limitazioni a danno delle imprese che forniscono accessi wireless.

Key4biz. In che senso?

 Luca Spada. Vediamo tre punti focali su cui l’intero sistema dovrà vigilare e su cui tutti gli stakeholder dovranno trovare un punto di incontro corretto per le imprese e per i consumatori. Il primo è quello dell’attuazione dei bandi assegnati a Open Fiber e degli altri bandi che verranno messi a gara. Il secondo riguarda le modalità di assegnazione delle frequenze destinate al 5G. Infine il terzo è legato alle soluzioni cui si perverrà a proposito della nota vicenda della rete di TIM e del suo futuro, scorporo o societarizzazione che sia.

Key4biz. Veniamo al primo punto. Come guardate al progetto di Open Fiber e che ruolo ritenete di poter svolgere?

Luca Spada. Il progetto di Open Fiber rappresenta un’occasione importante per lo sviluppo di una rete di telecomunicazione moderna di cui l’Italia ha bisogno. Rappresenta il ritorno dell’attenzione della parte pubblica sui grandi temi della digitalizzazione e vorrei aggiungere che il modello di business di Open Fiber, ovvero il modelo wholesale only, che non ha precedenti, si sta rivelando come un valore dirompente e come importante driver capace di scuotere un sistema che si è dimostrato nel corso degli anni appesantito e stanco. Certo Open Fiber è destinata a servire il Paese con la fibra ed è difficile immaginare che possa arrivare, letteralmente, in ogni casa. L’Italia è un Paese con 8mila comuni e con un’orografia collinare e montuosa che non aiuta il deployment della fibra ottica. In questi casi, nelle case sparse e nelle aree a scarsa densità la Coalizione può assicurare attraverso le sue società soluzioni economicamente vantaggiose, con una qualità di servizio superiore ai 30MB, e capace di soddisfare ogni esigenza di consumatori e imprese clienti.

Key4biz. Qual è la richiesta degli operatori wireless sulla liberalizzazione delle frequenze destinate al 5G che andranno a gara nel 2018?

Luca Spada. Il 5G rappresenta un punto di rottura rispetto all’evoluzione delle tecnologie mobili perché integrerà servizi mobile, fixed wireless, M2M (machine to machine) e IoT (Internet delle cose), ponendosi in netta discontinuità e con nuove caratteristiche rispetto alla lineare evoluzione delle tecnologie 2G (GSM), 3G (UMTS) e 4G (LTE).

La nostra proposta è in linea con la delibera dell’Agcom di due anni fa che introduce il principio dello sharing geografico per lo spettro 3.6-3.8 Mhz, perché in questo modo si massimizza il beneficio sociale dall’uso di questa porzione di spettro. Lo sharing geografico delle frequenze, consente una ottimizzazione dello spettro ed un livello di efficienza dell’offerta che torna utile sia agli operatori che ai consumatori e alle imprese clienti. Nelle città o nelle zone ad alta densità si potrebbero prevedere “lotti d’asta” naturalmente destinati agli operatori mobile e con un formato d’asta differente rispetto ai lotti da assegnare alle zone scarsamente popolate, sub-urbane e rurali, dove l’uso di modalità fixed wireless si prestano molto di più. Questa condivisione di frequenze non mortifica la concorrenza e nel contempo permette un uso efficiente dello spettro.

Key4biz. Infine c’è la nota vicenda del futuro delle rete di Tim che pesa sul capo di tutti. Qual è il vostro punto di vista?

Luca Spada. È in effetti uno degli argomenti chiave che ha bloccato il sistema. Se ne deve uscire e anche prima possibile, con la migliore soluzione. Difficile dire quale sarà il modello organizzativo, ovvero se si darà luogo a uno scorporo della rete o una societarizzazione del servizio. societarizzazione del servizio. Nell’uno e nell’altro caso mi pare non venga in alcun modo messo in discussione il modello wholesale only che potrebbe effettivamente rappresentare il valore aggiunto del sistema italiano, anche a livello internazionale. Ma se si offre la fibra con un modello del genere agli operatori il confronto competitivo si sposta a valle. Tutti abbiamo bisogno della fibra come dorsale necessaria. I nuovi servizi digitali e il 5G hanno bisogno di tanta banda, non solo per servire famiglie, sempre più esigenti, e Pa, ma anche per far parlare milioni e milioni di oggetti tra loro (IoT).  Il ruolo della nostra Coalizione può essere un vero valore aggiunto e la soluzione ottimale per le aree poco popolose del Paese. Lì riteniamo di poter assolvere un ruolo che difficilmente altri operatori saranno in condizioni di offrire.

Key4biz. È questo che ribadirete nella vostra Conferenza?

 Luca Spada. Per la verità la nostra preoccupazione è anche un’altra. Ci troviamo alla fine di una legislatura ed è pertanto evidente che il sistema decisionale avrà uno stacco naturale cui seguirà un nuovo Parlamento e un nuovo Governo. Ci aspettiamo che il nuovo esecutivo e le autorità regolatorie preposte affronteranno le tematiche cui abbiamo accennato con spirito innovativo e con l’obiettivo di adottare soluzioni capaci di ottimizzare le risorse spettrali e di orientare gli investimenti nel modo più favorevole per i consumatori e per le imprese e le pubbliche amministrazioni clienti.

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