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Banda Ultralarga, 380 miliardi in 15 anni il mancato guadagno senza la copertura

Ultrabroadband

Anche ciò che non viene realizzato ha, paradossalmente, un costo. Viene chiamato il ‘costo del non fare’, inteso come mancato guadagno. E l’Italia ha il primato sia per le opere incompiute sia per le infrastrutture rimaste solo su carta. La copertura Ultra broadband è al primo posto di questa classifica: solo una linea su 10 ha una connessione per Internet super-veloce, secondo i dati Agcom. E la mancata realizzazione di una completa copertura con banda ultralarga dell’Italia è pari a 380 miliardi che il nostro Paese non guadagnerà per i prossimi  15 anni. Il dato emerge dal rapporto 2016 sui ‘Costi del non fare’, redatto, come fa ormai da 10 anni, dall’Agici finanza d’impresa, società di ricerca e consulenza specializzata nel settore delle utilities, delle rinnovabili, delle infrastrutture e dell’efficienza energetica.

E in totale quanto ci costerà, da qui al 2030, la carenza, l’inadeguatezza o il mancato sviluppo di infrastrutture strategiche – da quelle tipiche come strade, ferrovie o logistica a quelle 2.0 come le connessioni superveloci? Più di 600 miliardi, si legge nel report.

Il 2016 anno spartiacque

E c’è da dire che la cifra è diminuita di 40 miliardi rispetto al 2015 e addirittura di 200 rispetto al 2014.  Questo perché il 2016 è stato un anno spartiacque per il settore delle infrastrutture sia per le realizzazioni ma anche, e forse soprattutto, per il cambio di paradigma nella loro pianificazione. La conclusione di tre opere per anni emblematiche dell’inefficienza infrastrutturale del Paese, la Salerno-Reggio Calabria, la Variante di Valico e la ferrovia AV Treviglio-Brescia, rappresentano un segno di cambiamento e rottura con il passato, e hanno fatto diminuire anche ‘i costi del non fare’.

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