Parlando di banda larga e crescita digitale, l’Italia è oggi all’ultimo posto nel panorama europeo, ma la Sicilia parte in vantaggio grazie all’opportunità di utilizzare i fondi 2007-2013. Oltre 436 milioni di euro, tra fondi della vecchia e nuova programmazione europea, da investire per la realizzazione delle infrastrutture necessarie.
Nel dettaglio, con la programmazione 2014-2020 l’isola potrà disporre di oltre 282 milioni di euro (già inseriti del Fesr) e di 8,5 milioni del Psr (Piano sviluppo rurale). A questi si aggiungono i 75 milioni della vecchia programmazione, 35 milioni di euro per il superamento del digital divide e 36 milioni per la rete a servizio della pubblica amministrazione (Ran), come da accordo di programma Regione- Mise.
Le cifre sono emerse nel corso di un convegno organizzato questa mattina dalla Cgil Sicilia a Villa Niscemi, a Palermo, su “Banda larga e crescita digitale, occasione di sviluppo per la Sicilia“. “Da ora al 2016 – spiega Ferruccio Donato – secondo Infratel, il 57% della popolazione sarà raggiunta dalla banda larga e con la nuova programmazione la rete a 30Mbps così come quella a 100Mbps potrà raggiungere il 100% della popolazione“.
“Il solo recupero del gap con l’Europa in tema di digitalizzazione secondo una stima prudenziale darebbe un contributo alla crescita del Pil del nostro Paese nell’ordine del 2%. Significherebbe invertire una situazione di stagnazione che dura ormai da tempo” ha commentato Fabrizio Solari, componente della segreteria nazionale Cgi.
Telecom Italia è il gestore che si è aggiudicato l’appalto relativo a due bandi della programmazione europea 2007/2014, pubblicati dalla Regione siciliana il 4 agosto scorso: per la banda larga e ultra larga e il superamento del digital divide.
Lo ha comunicato l’amministratore delegato di Infratel, Salvatore Lombardo, intervenendo al convegno. Telecom è stato l’unico partecipante alla gara. Il primo intervento, per un finanziamento pubblico di 75 milioni, è destinato a portare la banda ultra larga in 142 Comuni siciliani, 82 in più rispetto ai 60 inizialmente previsti dall’Accordo di programma Regione- Mise, secondo quanto emerso durante il convegno della Cgil. Il secondo è finalizzato al superamento del digital divide, per un investimento pubblico di quasi 10 milioni, a cui ne saranno aggiunti 6 milioni privati.