Dove c’è una linea elettrica ci può essere la banda larga. Così AT&T ha annunciato il progetto AirGig che, secondo il colosso telefonico americano, ha il potenziale di rivoluzionare l’accesso a internet e non solo negli Stati Uniti.
Basato su oltre 100 brevetti, il progetto – a differenza di quelli più costosi e fallimentari avviati negli anni scorsi – prevede l’utilizzo di antenne di plastica che saranno posizionate lungo le linee elettriche. Il segnale – che potrà essere usato per il 4G LTE, il 5G multi-gigabit mobile o anche per servizi fissi – non viaggerà quindi all’interno delle linee elettriche ma lungo la linea, senza però alcuna connessione elettrica diretta.
“Crediamo che il Progetto AirGig abbia il potenziale per portare rapidamente la connettività in tutto il mondo. I nostri ricercatori stanno affrontando le sfide che hanno ostacolato approcci simili un decennio fa, come ad esempio la velocità e i costi di implementazione elevati”, ha detto il chief strategy officer John Donovan.
A differenza delle altre tecnologie Broadband over Powerline (BPL) sperimentate in passato, che utilizzavano le frequenze basse, Project AirGig potrà fornire velocità di connessione da 1Gbps e accesso all’ultimo miglio senza alcuna nuova tecnologia FFTH. Sarà inoltre abbastanza flessibile da essere configurato con small cell o sistemi di antenne distribuite che creeranno una rete mesh in grado di fornire connettività wireless ultraveloce ad abitazioni e aziende.
La tecnologia, assicura AT&T, sarà più facile ed economica da implementare rispetto alla fibra perché non richiede scavi e potrà sfruttare spettro non licenziato. I primi test in laboratorio, ha riferito la compagnia, sono stati positivi e entro il prossimo anno si potrà partire con le sperimentazioni sul campo con la prospettiva di lanciare la tecnologia sul mercato entro il 2020.
A beneficiare di questa innovazione potrebbero essere anche le società di servizi le quali potrebbero usufruire di una serie di applicazioni smart grid o risolvere in fretta problemi di integrità della rete o ancora, per individuare locations specifiche lungo la linea dove intervenire con una manutenzione proattiva.
In Italia anche Enel, nell’ambito del suo piano di sviluppo della fibra ottica, prevede di sfruttare la sua infrastruttura elettrica per la posa aerea della fibra, una modalità già utilizzata nei paesi più avanzati come il Giappone e la Corea del sud e che secondo alcune stime consentirebbe un risparmio fino al 50% sui costi di posa e permetterebbe di portare la connettività ultrabroadband in aree difficili da coprire in altri modi, come le zone di montagna e le campagne più isolate.