Prosegue il calo del rame, aumentano le connesisoni a banda ultralrga superiori ai 30 Mbps, grazie soprattutto alla tecnologia mista rame+fibra FTTC (Fiber to the cabinet), mentre la vera fibra FTTH (Fiber to the home) fa progressi, in attesa dei voucher, preannunciati dal ministro del Mise Stefano Patuanelli, e di una domanda che continua a stentare. E’ quanto emerge dall’Osservatorio trimestrale Agcom, secondo cui a fine giugno gli accessi complessivi della rete fissa si riducono di circa 260 mila unità rispetto al trimestre precedente (-660 mila unità rispetto a giugno 2018).

Banda ultralarga: giù il rame, su FTTC, FTTH e FWA
I dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Agcom, diffusi oggi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, evidenziano tuttavia profondi mutamenti nella composizione delle tecnologie utilizzate per la fornitura del servizio: se nel giugno del 2015 oltre il 92% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni questi sono scesi a meno del 52%, pari ad una flessione di oltre 8,4 milioni di linee.

Nello stesso periodo (giugno 2015 – giugno 2019) sono cresciuti gli accessi tramite altre tecnologie qualitativamente migliori, in particolare quelle in tecnologia FTTC (+6,52 milioni di unità), FTTH (+720 mila) e FWA (+ 690 mila). Il peso delle linee broadband in tecnologia xDSL risulta inferiore al 45%. Tale dinamica si riflette in un aumento delle prestazioni della rete in termini di velocità di connessione: le linee con velocità inferiore ai 10 Mbit/s, infatti, rappresentano a giugno 2019 circa il 22% delle linee broadband e ultrabroadband, rispetto ad oltre il 70% del giugno 2015. Gli accessi in fibra (FTTH) hanno superato 1 milione di unità (+340 mila accessi nell’anno), grazie in particolare alla crescita dei servizi offerti da Open Fiber, ed ai processi di migrazione verso soluzioni di accesso FTTH proposte da Tim.

Nello stesso periodo, viceversa, il peso delle linee con velocità pari o maggiore di 30 Mbit/s è passato dal 5,6 al 50,3% delle linee broadband e ultrabroadband. Il quadro competitivo degli accessi broadband e ultrabroadband vede Tim quale maggiore operatore con il 43,6%, seguito da Vodafone (16,8%), e da Wind Tre e Fastweb (rispettivamente 14,8% e 13,5%).

Mobile, 3 milioni di sim in più. Consumo dati +59%
Nella rete mobile, si registra su base annua un aumento complessivo di 3 milioni di sim: tale incremento è dovuto alle sim M2M (+4,3 milioni di unità), mentre quelle “solo voce” e “voce+dati” si sono ridotte di 1,3 milioni di unità. Tim si conferma market leader (30,4%), seguita da Vodafone e Wind Tre con quote intorno al 29%. Il nuovo entrante Iliad, nel primo anno di attività, rappresenta il 3,7% del mercato. Tuttavia, se si considerano unicamente le sim “human”, escludendo quindi le M2M, il nuovo operatore raggiunge il 4,7%, mentre Wind Tre, nonostante una quota in calo di 3,1 punti percentuali su base annua, rimane il principale operatore con il 31,5%. Prosegue a ritmi sostenuti la crescita della larga banda mobile: nel primo trimestre dell’anno poco meno del 70% delle linee “human” ha effettuato traffico dati, con un consumo medio unitario di dati stimabile in 5,8 GB/mese in crescita del 59% rispetto a giugno 2018.
Ascolti Rai in aumento
Relativamente al settore televisivo, rispetto a giugno 2018, si riscontra una crescita degli ascolti per la Rai che sfiora il 35%, (+1,5 punti percentuali) mentre Mediaset scende al 31,0% (-2,7%). Nello stesso periodo, Discovery registra una crescita di 1,2 punti percentuali (al 7,7%), Comcast si assesta su di una quota di ascolti del 7,1% (-0,1%) mentre La7 del Gruppo Cairo Communication mostra una contenuta flessione (-0,4 punti percentuali). Analizzando l’evoluzione delle audience delle edizioni serali dei principali programmi di informazione (i telegiornali), nel giorno medio, Tg1 e Tg5 risultano i più seguiti (complessivamente con circa 6,9 milioni di ascoltatori nel giorno medio). Al terzo posto si colloca l’edizione serale della testata a carattere locale di Rai 3 (TgR) con una share, pari al 10,6%, sostanzialmente in linea su base annua.
Quotidiani, vendite -9% in un anno
Per il settore dell’editoriasi conferma il trend negativo già evidenziato nei precedenti Osservatori: nel mese di giugno 2019, la vendita di quotidiani (copie cartacee e copie digitali) è pari a circa 2,6 milioni di copie, in flessione del 9% su base annua. Con riferimento all’intero periodo considerato (giugno 2015 – giugno 2019), le copie giornaliere cartacee complessivamente vendute dai principali editori si sono ridotte di un terzo, passando da 2,34 a 1,58 milioni di unità. Contestualmente, risultano in netta flessione anche le copie digitali (-26% nell’intero periodo, -7% da giugno 2018).
Italiani sempre più tempo online. Google e Facebook i più navigati
Per quanto riguarda l’utilizzo di Internet, con riferimento ai principali cinque Paesi europei (Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna), il tempo di navigazione giornaliera per persona nel mese di giugno supera le due ore e mezzo, con una crescita di circa il 3% rispetto a marzo 2018. Ai primi posti per utenti unici si collocano, in tutti i Paesi considerati, Google e Facebook con quote, sul totale dei navigatori, rispettivamente pari al 98% ed 85% circa. Instagram ottiene buone performance in Italia e Spagna. Crescono i minuti di navigazione su Amazon (+34% su base annua).
Settore postale, ricavi in aumento dell’1,8%
Riguardo al settore postale, i ricavi complessivi, nella prima metà dell’anno sono aumentati dell’1,8% rispetto al primo semestre dello scorso anno; in particolare, i servizi di corriere espresso risultano in crescita del 3,1%, mentre quelli postali sono in flessione dello 0,2%. Per quanto riguarda i volumi dei servizi ricompresi nel servizio universale, essi risultano in flessione dell’11,9%. Allo stesso tempo gli invii di pacchi hanno fatto registrare una crescita del 5,9%, con circa 230 milioni di unità movimentate da inizio anno. Il quadro concorrenziale del settore, nel suo complesso, vede il Gruppo Poste Italiane principale operatore con oltre il 44%. I servizi di corriere espresso mostrano invece un maggiore livello di competizione: i tre principali operatori risultano essere GLS Italy con il 24%%, seguita da BRT (18,6%) e UPS (16,6%). Con riguardo ai ricavi unitari medi, su base annua, quelli relativi al complesso dei servizi postali mostrano una crescita del 5,6% mentre quelli relativi ai servizi di corriere espresso si riducono del 2,2%.