La Commissione europea ha approvato il regime italiano di voucher, per un totale di 610 milioni di euro, per aiutare le piccole e medie imprese ad accedere ai servizi a banda larga. La misura, spiega la vice presidente Ue Margrethe Vestager (vedi il comunicato della Commissione Ue), è pensata per “incrementare il numero di Pmi” connesse a Internet ad alta velocità “nelle zone in cui sono disponibili infrastrutture adeguate che non vengono però ancora utilizzate in misura sufficiente”, contribuendo al loro “sviluppo” senza distorsioni “indebite” della concorrenza.
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I paletti (pochi) fissati dalla Commissione Ue
“I buoni possono essere utilizzati per abbonarsi a nuove connessioni o per potenziare le connessioni esistenti, a condizione che le connessioni prevedano una velocità di download minima di almeno 30 Mbps e che il buono sia utilizzato per abbonarsi al servizio con le prestazioni più elevate disponibili nei locali della PMI interessata”, si legge nella nota della Commissione. In altre parole, se in azienda arriva la fibra Ftth (Fiber to the home), allora si privilegia quella. Altrimenti, se non ci arriva la fibra, si potranno incentivare le tecnologie che vengono subito dopo per capacità, vale a dire l’Fwa (Fixed wireless access) e l’Fttc (Fiber to the cabinet) a seconda appunto della disponibilità.
Velocità di almeno 30 Mbps, periodo massimo 24 mesi
Il regime italiano offrirà sostegno sotto forma di voucher alle Pmi che si abboneranno a servizi a banda larga in grado di garantire una velocità di download di almeno 30 megabit al secondo (Mbps). Ciò significa, vista la velocità minima di download prevista, che i voucher potranno essere utilizzati in teoria anche per abbonamenti a tecnologie miste rame-fibra Fttc (Fiber to the cabinet) – laddove questa sia la tecnologia più avanzata disponibile in loco – e che non sono limitati a tecnologie Vhcn (Very high capacity networks) in particolare Ftth (Fiber to the home) e Fwa (Fixed wireless access).
Compromesso al ribasso rispetto alla Gigabit society?
Insomma, si tratta di un compromesso rispetto agli ambiziosi obiettivi fissati dal Digital Comapss, che prevede la copertura a 1 Giga di tutta l’Europa entro il 2030. Pur di spingere la connettività delle Pmi si accetta che le connessioni siano anche di qualità inferiore rispetto a quelle ad altissima velocità (Vhcn, Very high capacity). In poche parole, meglio collegare le aziende, anche con tecnologie obsolete, piuttosto che lasciarle scoperte. Un domani, si penserà ad adeguare la performance agli obiettivi della Gigabit Society
Sebbene in Italia vi sia abbondanza di reti in grado di fornire i servizi a banda larga ammissibili, i dati disponibili mostrano che l’utilizzo della banda larga ad alta velocità da parte delle Pmi continua ad essere relativamente basso e, sottolinea Bruxelles, “i buoni favoriranno l’aumento dell’utilizzo di questi servizi da parte delle aziende”, coprendo parte dei costi di installazione e del canone mensile, per un periodo massimo di 24 mesi.
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Misura per fronteggiare un fallimento di mercato
Nella sua valutazione, l’Antitrust Ue ha constatato che il regime è “necessario per far fronte a un fallimento del mercato a livello di utilizzo dei servizi a banda larga ammissibili da parte delle Pmi” e “risulta avere un effetto di incentivazione” con “salvaguardie sufficienti per evitare indebite distorsioni della concorrenza”. A contribuire in modo positivo al via libera Ue anche la valutazione di mercato e la consultazione pubblica portate avanti dall’Italia per analizzare la disponibilità di infrastrutture a banda larga, individuare i fornitori ammissibili e raccogliere informazioni per calcolare la loro quota di mercato.
Neutralità tecnologica
La misura sarà, secondo il giudizio Ue, “tecnologicamente neutrale e garantirà la parità di trattamento dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica”. A tale riguardo, le Pmi “potranno utilizzare i voucher per abbonarsi ai servizi offerti da qualsiasi prestatore in grado di fornirli, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, a condizione che sottoscrivano un contratto relativo al servizio con le prestazioni più elevate disponibile in zona”. Alla luce di tutti questi elementi, l’Antitrust ha concluso che lo schema è “in linea” con le norme Ue.
Ascani, fase 2 voucher piena sinergia con Piano Italia 1Gb
“Il provvedimento (sui voucher, ndr) è un esempio concreto dello sforzo di sistema che si sta facendo per velocizzare il percorso di digitalizzazione del tessuto produttivo nazionale. Si tratta di un intervento in piena sinergia con l’impegno del Governo in termini di infrastrutturazione del Paese attraverso il Piano Strategico Banda Ultralarga, in corso, e i Piani Italia a 1 Gb e Italia 5G”. E’ il commento della Sottosegretaria al Mise, Anna Ascani dell’approvazione Ue del piano italiano di stanziamento di circa 610 milioni in voucher a sostegno delle micro, piccole e medie imprese.
“Sono particolarmente soddisfatta perché la Commissione Europea ha riconosciuto ancora una volta la bontà della strategia globale che l’Italia ha messo in atto per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del Paese” sottolinea. I voucher, che variano da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2.500 euro, potranno andare a beneficio di un numero di imprese compreso in una forbice tra circa 850.000 e circa 1.400.000, in funzione della qualità del collegamento richiesto dalle singole imprese, in base alla velocità e alla presenza o meno di una banda minima garantita, e dell’eventuale necessità di supportare parte del relativo costo di rilegamento. “Lavoreremo con le organizzazioni delle imprese e con gli operatori affinché la misura venga conosciuta e utilizzata nel migliore dei modi in tutto il territorio nazionale”, conclude Ascani.