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Banda larga: Italia sempre in ritardo sull’uso dei Fondi Ue

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 E intanto Enel non esclude la possibilità di comprare Metroweb: che sia solo strategia per spingere Telecom a stringere su un accordo?

Nel terzo anno di programmazione dei fondi europei per lo sviluppo regionale (FESR) destinati alla banda larga, l’Italia sta ancora “ragionando sui piani di settore”. Il nostro paese continua, insomma, a marciare in ritardo e a mancare così le opportunità di sviluppo offerte dai fondi Ue in un ambito strategico come quello della banda larga, ma non solo in quello. Parliamo di fondi che nel periodo 2014-2020 si attestano a circa 2,7 miliardi da destinare alle infrastrutture, non certo bruscolini per un paese i forte ritardo sul fronte delle reti a banda ultralarga.

A sostenere la tesi dei notevoli ritardi dell’Italia è anche Wilibrordus Slujters, capo unità Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per l’Italia della Commissione europea, in occasione della conferenza svoltasi a Bruxelles sul tema delle ‘Politiche di coesione e rigidità economiche’.

Quello che caratterizza il nostro paese, spiega Slujters con un’analisi lucida e impietosa delle abitudini italiche, è la lungaggine e spesso l’inefficacia di tutto il percorso dei progetti da realizzare coi fondi europei. Soprattutto quando si tratta di grandi progetti infrastrutturali, i percorsi di realizzazione “sono troppo lenti per usare i soldi nei tempi previsti, di conseguenza vengono definanziati e sostituiti da progetti regionali o nazionali già fatti e così si perde la ratio dei nostri fondi, che diventano sostitutivi dei fondi nazionali”.

“Abbiamo appena ricevuto la strategia nazionale digitale – ha spiegato il funzionario della Commissione europea – e anche lì siamo in ritardo”.

Già, in ritardo. Impantanati in discussioni di merito che troppo spesso non portano risultati, in un miscuglio di interessi di cui è difficile trovare il bandolo e la ratio.

Prendiamo il caso Metroweb: quello che è stato spesso indicato come il veicolo per realizzare una rete in fibra ottica su scala nazionale, continua a essere al centro di un contendere di cui non si intravede la fine: e la società, come ogni reginetta che si rispetti, parla con tutti ma poi non balla con nessuno. Doveva finire inglobata da Telecom Italia, con cui è allo studio un non meglio definito piano industriale per la copertura di 250 comuni. Il dossier, aveva assicurato l’ad Marco Patuano, sarebbe dovuto tornare sul tavolo “entro la fine di gennaio”, ma a meno di sorprese dell’ultimo minuto, non sembra ci siano stati avanzamenti nelle discussioni.

C’è stata poi la stipula di una lettera d’intenti non vincolante con Vodafone e Wind, più volte rinnovata ma senza ancora un indirizzo chiaro della direzione dell’eventuale partnership.

Tanto più che ora anche Enel – che con la creazione di Enel Open Fiber si è posta come antagonista di Telecom Italia nella fibra ottica – non esclude l’opzione dell’acquisto della società milanese della fibra ottica.

“Noi comprare Metroweb? Può darsi, è una delle opzioni. Al suo interno ci sono delle competenze che possono essere utili alle nostre attività”, ha detto l’ad di Enel Francesco Starace.

In merito a una possibile competizione con Telecom Italia, ha detto Starace, “…mi risulta che siano in trattative con Metroweb da 2-3 anni. Adesso vedremo, non siamo così ansiosi. Di sicuro – ha concluso – non faremo una gara al rialzo per Metroweb. Questo non succederà”.

Chissà che non si tratti di un’opzione messa sul tavolo con l’obiettivo di impensierire Telecom e spingerla ad accelerare le trattative con la società guidata da Franco Bassanini. Ah, saperlo…

Metroweb, dal canto suo, non vuole scontentare nessuno e continua a ripetere di essere aperta al dialogo con tutti, Enel compresa.

Concetto ribadito anche ieri dall’amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, Fabio Gallia, nel corso di un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera.

“Stiamo discutendo con molti e vedremo quello che potrà succedere. Spero tra poco di poter dare una risposta con l’obiettivo di fare gli investimenti e di valorizzare Metroweb”.

CDP, ha detto Gallia, conferma il suo sostegno al programma del governo, precisando poi che sul fronte degli investimenti c’è molto fermento:  “Telecom sta investendo, Metroweb investe, adesso vedremo cosa farà l’Enel e poi ci sono anche altri che stanno lavorando”.

Peccato manchi un progetto infrastrutturale comune e condiviso.

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