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Banda larga: in Italia connessioni più lente che in Romania

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L’Italia è ancora ben lungi dall’eguagliare i record di velocità della banda larga toccati non solo in paesi al top del digitale come Svizzera, Paesi Bassi, Svezia, ma anche di altri quali Repubblica Ceca e Romania.

Lo conferma lo studio Akamai sullo stato di internet al secondo trimestre che, pur evidenziando un certo incremento, rispetto al primo trimestre, delle linee con una velocità superiore ai 15 Mbp, nota che abbiamo poco di che gioire perché passiamo dall’1,6% al 2,5%. Percentuali che contrastano decisamente con quelle che si registrano in Svizzera, Paesi Bassi, Svezia, Repubblica Ceca e Romania si dove le connessioni al di sopra dei 15Mbps si attestano al 33%, 30%, 25%, 23% e 22%.

E se il confronto con l’Europa lascia a desiderare, anche in area Emea continuiamo a perdere terreno: al 30 giugno 2014, la velocità media delle connessioni in Italia è pari a 5,8 Mbps da postazione fissa e a 4,7 Mbps da postazione mobile. “Un divario evidente soprattutto nella banda larga fissa perché nelle connessioni mobili la velocità rilevata in Italia è analoga a quella riscontrabile negli altri Paesi europei” evidenzia AGCOM nel suo osservatorio trimestrale.

Lo stesso, però, è evidente che l’Italia non riesce a recuperare terreno nei confronti delle economie più avanzate (al vertice della classifica riguardante la banda larga fissa c’è la Corea del Sud con una velocità media di 24,6 Mbps a giugno) e non solo: in Irlanda e in Repubblica Ceca la velocità è di 12,6 Mbps. E se è vero che la velocità della banda larga non influisce solo sulla capacità dei consumatori a guardare un contenuto in streaming o a scaricare un film, questi numeri si aggiungono alla miriade di altri ostacoli che impediscono alle aziende di essere competitive sullo scenario internazionale.

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