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Banda larga e 5G, come riallocare il ‘tesoretto’ PNRR da 1,2 miliardi?

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6 proposte su come utilizzare il fondo residuo per accelerare lo sviluppo delle Tlc nel nostro Paese.

1,2 miliardi di euro è il risparmio che resta in cassa per lo Stato dalle gare PNRR per banda ultra larga e 5GVittorio Colao, nelle “raccomandazioni” per il nuovo Governo, indica di “stabilire i criteri per riallocare” questo ‘tesoretto’, “conseguito a fronte dell’aumento dei costi di realizzazione delle opere”.

In attesa della decisione del nuovo Governo, ci auguriamo, innanzitutto, che questi fondi siano utilizzati per le telecomunicazioni. Viviamo i vantaggi della digital age proprio grazie alla pluralità di servizi digitali abilitati dalle Tlc, ma la industry è da tempo in crisi di fatturati e con un grave problema di manodopera. È un settore che ha perso 14 miliardi di ricavi in ultimi anni, ha ricordato, recentemente, Aldo Bisio, AD di Vodafone Italia.

Le 6 proposte

Tra le possibili proposte, il fondo residuo del PNRR potrebbe essere utilizzato per:

  • Un ‘bonus energia’ ad hoc per le Tlc, dato che sono tra le più energivore del Paese. Ai prezzi correnti, per il settore ci sono 2 miliardi di costi dell’energia in più. Ma, paradossalmente, gli operatori di telecomunicazioni non sono considerati come industrie ad alta intensità energetica. Per questo motivo Asstel ha chiesto a Thierry Breton, commissario Ue al Mercato Interno, che gli operatori delle telecomunicazioni siano trattati come industrie ad alta intensità energetica, una mossa che faciliterebbe l’accesso alle misure per tagliare le bollette dell’elettricità dopo un aumento triplicato nell’ultimo anno. 
  • Sempre sul tema energetico, si potrebbe incentivare il 5G perché è più “green”. Secondo diverse stime dei vendor, ha spiegato il prof. Nicola Blefari Melazzi (CNIT– 5G Italy), la tecnologia 5G consuma circa un decimo di 4G per ogni bit trasportato; però 5G trasporterà più bit di 4G. Quindi da un lato il consumo globale di energia non diminuirà, anzi. Però supportare aumenti di traffico, che ci sarebbero comunque, con 4G sarebbe ovviamente peggio. 5G consente risparmi energetici dell’ordine del 10% in diversi settori applicativi, come i trasporti. Un risparmio del 10% dei consumi energetici su settori di grande rilievo porterebbe a un bilancio energetico globale positivo e che annullerebbe addirittura il contributo ai consumi di energia e di generazione di CO2 di 5G stesso.
    La commistione fra bit e watt sarà sempre più pervasiva in futuro. La transizione energetica ha catalizzato 84,9 miliardi di euro nel PNRR, mentre la transizione digitale 40,3 miliardi di investimenti.
  • Per lo sviluppo industriale delle applicazioni collegate al 5G. Anche senza una vera e propria killer application servirebbero poche applicazioni per far decollare il 5G in Italia.
  • Passare, realmente, a una rete 5G a piena funzionalità (stand-alone) e non utilizzare per i servizi 5G le antenne 4G. È come aprire un nuovo ristorante a 5 stelle, ma senza la cucina.
  • Per sviluppare reti private o bolle 5G. Con le bolle 5G si va al di là delle reti private 5G, e che includono non solo la connettività, ma anche edge cloud e relativi servizi. Nelle bolle 5G la connettività potrebbe essere comunque offerta da un operatore e poi rivenduta.
  • Infine, per finanziare la Ricerca nel settore delle Tlc e per ridurre lo skill gap: la mancanza di professionisti, tecnici e anche di studenti nel settore delle telecomunicazioni.

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