Nel Regno Unito, le connessioni a internet da 10 Mbps potrebbero presto diventare un diritto di tutti. Il Governo sta infatti pensando di dare alla banda larga a 10 Mbps lo status di servizio universale entro il 2020, equiparando le connessioni veloci a servizi basilari come l’acqua e l’elettricità.
Per il primo ministro David Cameron la banda larga ormai non deve più essere considerata un lusso ma un diritto, essendo uno strumento fondamentale per la vita nel 21esimo secolo. “Proprio come i nostri antenati hanno portato l’acqua, il gas e l’elettricità in tutte le case, noi porteremo la banda larga in ogni casa e in ogni azienda”, ha dichiarato.
In Europa, fino ad oggi, solo Finlandia, Malta e Spagna garantiscono nel diritto nazionale una velocità minima di banda larga, mentre la Commissione europea ha stabilito, nel 2011, che non esiste alcuna necessità di cambiare il concetto di base, i principi e la portata delle norme europee sul servizio universale per includere i servizi di telefonia mobile e le connessioni a banda larga a livello Ue. Anche perché nella maggior parte dei casi si andrebbe a favorire gli operatori già dominanti.
Discorso diverso, invece, nel Regno Unito, dove con la creazione di Openreach, la divisione di BT che gestisce la rete, l’ex monopolista, con Ofcom in qualità di garante nei confronti dell’industria, deve assicurare a tutti i suoi concorrenti equivalente accesso alla rete.
Secondo Ofcom, 10Mbps è la velocità adatta a soddisfare le esigenze di connettività di una famiglia o di una piccola azienda. Il Governo Uk avvierà una consultazione sul piano all’inizio del prossimo anno. Nel frattempo, ai consumatori è stata promessa anche maggiore trasparenza sulla qualità del servizio: entro la fine di quest’anno Ofcom lancerà un’app mobile che permetterà ai consumatori di verificare se le reti wi-fi casalinghe garantiscono davvero le velocità promesse.
Un piano, quello di Cameron, che non ha mancato di far scoppiare la polemica tra chi ricorda che già più volte nel recente passato questo governo aveva fatto simili promesse: nel 2010, il suo governo di coalizione aveva promesso che il Regno Unito avrebbe avuto il migliore servizio broadband di tutta Europa entro il 2015. Nel 2012, quindi, il segretario alla cultura Jeremy Hunt aveva pronosticato che entro il 2°015 il Regno Unito avrebbe avuto le connessioni più veloci di quelle delle altre principali economie europee.
Il Governo però va avanti per la sua strada e ricorda che nel Regno Unito, 8 case e aziende su 10 hanno accesso alle connessioni superveloci. La percentuale dovrebbe salire al 95% entro il 2017.
La Confederation of British Industry, equivalente alla nostra confindustria, ha espresso soddisfazione per il piano del governo Cameron, sottolineando che “la fine del digital divide sarà una boccata di ossigeno per la crescita”, dal momento che per le aziende, oggi, “…la connettività digitale di alta qualità è fondamentale per la crescita e la produttività, al pari di strade, ferrovie e aeroporti”.
In Italia, solo il 30% delle aziende dispone al momento di collegamenti con prestazioni superiori a 10 Mbps e solo il 12% dichiara di utilizzare collegamenti ad almeno 30 Mbps.
Il tutto mentre il resto del mondo corre a velocità decisamente molto più elevate: la Corea del Sud sta già aggiornando la propria rete portandola da 100 Mbps a 1 Gbps; negli USA, già dal 2010 il governo si è dato l’obiettivo di collegare ad ameno un 1 Gbps tutte le sedi delle amministrazioni pubbliche entro il 2020 e oggi, in intere aree metropolitane come anche in molte comunità locali, operatori nazionali e regionali stanno realizzando reti a 1 Gbps e presentando le prime offerte commerciali per aziende a 10 Gbps.