Legge di Stabilità

‘Banda L a gara nel 2015, passo avanti dell’Italia sulle frequenze’. Intervista a Antonio Nicita (Agcom)

a cura di Raffaele Barberio |

Il commissario Agcom Antonio Nicita accoglie positivamente l’inserimento della gara per la Banda L  nella Legge di Stabilità. Previste entrate per 600 milioni. ‘Si potrebbe pensare a un bando non limitato agli operatori mobili’.

La banda L, una porzione di spettro destinata oggi fra le altre cose alla radio digitale, ma in generale poco sfruttata nel nostro paese – tanto da meritare l’appellativo di ‘banda fantasma’ – entra nella Legge di Stabilità presentata ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Il Governo intende valorizzare la Banda L, che si trova fra i 1452 e i 1492 Mhz, e annuncia per il 2015 una gara per la cessione di queste risorse frequenziali per lo sviluppo della banda larga mobile. Previsti dalla gara incassi per 600 milioni di euro, già inseriti fra le voci di entrata della Legge di Stabilità.

Una decisione, quella del Governo, in linea con i dettami internazionali sulla valorizzazione e armonizzazione dello spettro radio a livello UE. Ne abbiamo parlato con il commissario Agcom Antonio Nicita.

 

 

Key4biz. La Banda L sarà messa a gara l’anno prossimo, cosa ne pensa?

Antonio Nicita. E’ un fatto molto positivo, che personalmente auspico da qualche tempo. E’ una banda piccola ma di grande qualità. La sua messa a gara stimolerà l’interesse degli operatori, all’interno di una valorizzazione economicamente sostenibile per il mercato, in questo momento storico.

Key4biz. Quali operatori potranno partecipare alla gara?  

 

Antonio Nicita. Ne riparleremo tra qualche mese, ma si potrebbe pensare a un bando non limitato ai soli operatori mobili, ma aperto anche ai nuovi wholesaler.

Key4biz. In che modo queste nuove risorse di spettro potranno contribuire allo sviluppo delle reti broadband?

 

Antonio Nicita. Le reti di accesso via radio possono stimolare lo sviluppo della banda larga anche in aree remote difficilmente raggiungibili da infrastrutture di rete fissa e fornire accesso a elevata velocità garantendo così alta qualità trasmissiva sia ai servizi nomadici che a quelli in mobilità. Già 4 paesi europei hanno avviato le consultazioni e l’Italia può essere tra i primi a tagliare il traguardo.

Key4biz. Qual è la destinazione d’uso ufficiale della Banda L?

 

Antonio Nicita. Quello previsto dal Radio Spectrum Policy Programme (RSPP) e poi oggetto di consultazione e proposta da parte dell’ European Conference of Postal and Telecommunications Administrations (CEPT ai 48 Paesi CEPT – compresa dunque l’Italia), vale a dire metterla a disposizione per il mobile broadband, ovvero l’uso per servizi di Supplemental Downlink (SDL) di reti mobili.

 

Key4biz. Più banda a disposizione per il download di video e dati.

 

Antonio Nicita. Sì. Risorse in più che consentiranno di ampliare la disponibilità di spettro per i flussi di dati in download – dalla rete, cioè, verso gli utenti – aggiungendo all’attuale capacità di downlink quella della nuova banda. Significa soddisfare le richieste asimmetriche di traffico degli utenti, tipicamente associate appunto ai contenuti multimediali e ad altre applicazioni che richiedono grandi diponibilità di dati.

Key4biz. La gara per la Banda L può in qualche modo supplire allo slittamento della liberazione della banda 700 Mhz per le Tlc?

Antonio Nicita. Intanto, trattandosi di frequenze non troppo distanti da 1 GHz, la banda L presenta caratteristiche tecniche di propagazione adatte a fornire coperture elevate, anche indoor, con investimenti di rete e apparati contenuti. Inoltre, dati i nuovi tempi dettati dal rapporto Lamy per la banda 700 MHz, l’1.4 GHz rimane l’unico spazio frequenziale disponibile per il broadband mobile in tempi ravvicinati e si presenta come naturale complemento alla banda 800MHz.

Key4biz. Si aprono nuove prospettive per la radio digitale, alla quale in precedenza era destinata la banda L?

Antonio Nicita. Credo di si. Questa decisione accelererà la individuazione di nuovi spazi frequenziali, più idonei ed economicamente sostenibili, per la radio digitale, in un quadro di riprogrammazione di altre bande oggi sotto-utilizzate e che risultano più appropriate per quel tipo di servizio.

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