Allocare l’intera banda 5.945-7.125 gigahertz al WiFi, piuttosto che soltanto la porzione bassa 5.945-6.425 GHz, porterebbe un grosso miglioramento in termini di sostenibilità ambientale in Europa e anche altrove. E’ quanto emerge da un report appena pubblicato dalla Wi-Fi Alliance.
‘Sustainability Benefits of 6 Ghz Spectrum Policy’ Scarica il Report il PDF
Risparmi in termini di emissioni
Il report, realizzato da WIK-Consult, sostiene che consentire al WiFi di avere accesso all’intera banda 6 Ghz in Europa eliminerebbe 3.2 megatoni di emissioni di anidride carbonica all’anno, che equivarrebbe a un aumento del 16% del consumo di energia. Il rapporto suggerisce che simili risultati favorevoli dal punto di vista ambientale sarebbero probabili in altre parti del mondo.
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“L’Unione Europea (UE) ha aperto la parte inferiore della banda da 6 Gigahertz (GHz) (ovvero 5,945-6,425 GHz) al Wi-Fi tuttavia, la parte superiore della banda rimane inaccessibile. L’imminente World Radio Conference (WRC)-23 discuterà la designazione della banda superiore a 6 GHz per le distribuzioni mobili autorizzate (ad esempio, 5G o International Mobile Telecommunications “IMT”). L’identificazione della parte superiore della banda a 6 GHz in IMT andrebbe a scapito delle prestazioni Wi-Fi necessarie per supportare la connettività FTTH a banda larga”, secondo il rapporto. “Le decisioni sulla politica dello spettro sulla banda a 6 GHz influenzeranno quindi l’equilibrio nella fornitura di capacità a banda larga da parte delle reti FTTH rispetto alle reti mobili”.
Il rapporto osserva che “per soddisfare le crescenti richieste di connettività wireless, diversi paesi tra cui Argentina, Brasile, Canada, Arabia Saudita, Corea del Sud e Stati Uniti hanno autorizzato l’accesso Wi-Fi all’intera banda da 6 GHz (ovvero 5,925-7,125 GHz)”.
Sulla stessa linea d’onda si trova anche l’AIIP (Associazione italiana Internet provider), che da tempo sostiene la necessità di allocare l’intera banda 6 Ghz al WiFi di nuova generazione.