L’annuncio era stato fatto dal Prof. Antonio Nicita, Commissario Agcom davanti a un parterre internazionale al Convegno Radio Spectrum Sharing for Mobile Broadband al Padiglione europeo dell’Expo, co-organizzato dal Mise e dalla Commissione Europe. Oggi la conferma: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrebbe approvato, relatori il Commissario Antonio Nicita e il Commissario Francesco Posteraro, il regolamento che definisce le procedure e le regole per l’assegnazione e l’utilizzo, in Italia, tra i primi paesi al mondo, delle frequenze disponibili nella banda 3.6-3.8 GHz (Banda C) per usi Fixed Wireless e Lte.
Una conferma dell’attivismo dell’Autorità nelle politiche per banda larga dopo l’asta per la Banda L.
Il testo sarà reso disponibile tra qualche giorno, ma trapelano alcuni importanti dettagli della decisione che, se confermati, porranno l’Italia, tra i paesi che stanno rispettando al meglio le indicazioni europee in tema di assegnazione e allocazione dello spettro, introducendo forme innovative di regolazione.
La caratteristica più importante riguarderebbe la conferma di quanto Nicita aveva anticipato qualche settimana fa e cioè l’introduzione di uno sharing geografico delle frequenze tra zone ad alta e a bassa densità di popolazione, al fine di rilasciare la massima ampiezza possibili per usi LTE in zone urbane e FIXED WIRELESS altrove. Se questo dato venisse confermato significherebbe destinare almeno 100Mhz ciascuno alle due aree geogafiche e dunque alle due tecnologie, generando una grande spinta al mercato, alla copertura di banda larga nel solco del Piano Banda Ultralarga del Governo, nonché agli sviluppi 5G e Internet of things.
Lo sharing geografico è stato più volte auspicato a livello europeo dalla CEPT e dalla GSMA che ha compiuto nel 2015 alcuni studi pilota propria sullo sharing della Banda C. Anche Ofcom ha avviato analoghe indagini e ha annunciato l’intenzione di procedere a forme di sharing geografico per questo tipo di banda.