Il Consiglio dell’Agcom ha dato il via alla consultazione pubblica sulle richieste di proroga dei diritti d’uso in banda 3.5 GHz (in scadenza nel 2023) avanzate dalle società ARIA (Gruppo Tiscali), Go Internet, Linkem e Telecom Italia. Lo scrive l’Autorità in una nota, aggiungendo che le istanze di proroga sono state inoltrate all’Autorità dal Mise per conoscere le valutazioni di Agcom “in relazione sia alla concessione della proroga, che all’ammontare dei contributi da applicare a ciascun blocco di frequenza”.
Il Mise ha ritenuto che vi siano i presupposti per valutare la concessione della proroga dei diritti d’uso, fa sapere l’Autorità che provvederà, per quanto di propria competenza e previa consultazione pubblica, a completare entro il 31 gennaio 2018 le proprie valutazioni in merito alle richieste di concessione della proroga e alle eventuali condizioni tecnico-economiche applicabili, anche tenendo conto del vigente quadro regolamentare e delle evoluzioni del quadro normativo.
L’orizzonte temporale dei diritti d’uso delle frequenze è un tema considerato cruciale per l’attrattiva, la continuità e la pianificazione degli investimenti. Tiscali e Linkem stanno utilizzando le frequenze in banda 3.4–3.6 Ghz in maniera ibrida (tecnologia LTE fixed wireless e 5G) e da tempo chiedono la proroga dei diritti d’uso in banda 3.5 Ghz anche in ottica 5G.
Perché ciò avvenga, sarà necessario un refarming intrabanda 3.4-3.6 Ghz, con blocchi contigui per operare in 5G, tenendo conto che una parte delle frequenze è occupata dalla Difesa. Se anche la Difesa liberasse la sua parte in tempi stretti, ci sarebbe già l’anno prossimo un “tesoretto” di 74 Mhz in più per il 5G su questa banda considerata pioniera a livello internazionale per il nuovo standard wireless.