Il caro energia peggiora
Il caro energia passa direttamente per la guerra in Ucraina. C’era già prima che Mosca ordinasse l’attacco a Kiev (o l’inizio delle operazioni militari speciali), ma ora ha raggiunto livelli davvero preoccupanti, da emergenza internazionale, soprattutto nel rialzo deciso dei prezzi del gas e del petrolio.
In Italia secondo Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, in audizione alla Camera dei Deputati: “dall’inizio del conflitto si è registrato un aumento del prezzo del gas del +40% e un raddoppio di quello dell’energia elettrica”.
Balassone ha poi chiarito che “dobbiamo essere tutti consapevoli che in questa fase di emergenza l’incertezza sulle prospettive economiche diventa più elevata”, si legge in una nota di Teleborsa.
L’esperto di Palazzo Koch ha avvertito che “qualora a questi rincari si accompagnasse una drastica riduzione delle importazioni dalla Russia si avrebbero effetti negativi rilevanti sull’attività economica in Europa e in Italia“, che sono al momento di “difficile quantificazione“, ed un “ulteriore aumento dell’inflazione“, con impatti su potere d’acquisto e redditi.
Le ricadute del conflitto potrebbero valere 2 punti percentuali di PIL in Eurozona, ha detto Balassone, con grande rilevanza anche per il nostro Paese.
Le indicazioni della Banca d’Italia
Sempre secondo la nota di Teleborsa, Balassone ha infine spiegato che “al fine sia di accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico del Paese, sia di rispettare gli obiettivi ambientali concordati a livello europeo, gli interventi di mitigazione dell’aumento dei prezzi dovranno essere accompagnati da un maggiore ricorso ad altri produttori e da politiche di contenimento dei consumi“.
“Andrà attuato un ampio programma di investimenti per l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e delle infrastrutture necessarie alla progressiva elettrificazione degli usi energetici“, ha precisato l’esperto di Via Nazionale.
Riguardo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico nazionale, il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo alla XIII Conferenza congiunta Maeci-Banca d’Italia, ha dichiarato: “Stiamo negoziando Memorandum d’Intesa con Algeria e Libia sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e con la Tunisia sull’idrogeno verde“.
I ritardi dell’Italia sulle rinnovabili
Come spiegato da Legambiente, se l’Italia avesse investito sulle fonti energetiche rinnovabili e realizzato nuova capacità grazie al fotovoltaico e l’eolico, come aveva iniziato a fare tra il 2010 ed il 2013, oggi avremmo potuto tagliare i consumi di gas russo facendo a meno di 20 miliardi di metri cubi di gas metano, riducendo le importazioni da Mosca del 70%.
Le bollette di luce e gas sempre più pesanti preoccupano seriamente famiglie e imprese, ma è bene ricordare che la stangata è frutto diretto della nostra esposizione ai combustibili fossili, si potrà superare solo quando avremo aumentato l’energia disponibile da fonti rinnovabili, investendo su nuovi impianti e infrastrutture, su efficienza energetica, autoproduzione e innovazione tecnologica.
Il nostro Governo ha comunque chiesto a Bruxelles di intervenire in maniera omogenea in tutta l’Unione con lo sviluppo di un meccanismo di controllo del prezzo del gas.