“Nessuno studente deve rimanere indietro a causa del digital divide”, questo il mantra ripetuto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nell’informativa in Senato sulle iniziative intraprese dal ministero per la prosecuzione dell’anno scolastico alla luce dell’emergenza sanitaria in corso.
Però, i dati sulla didattica a distanza comunicati dalla ministra mostrano che ben 1,6 milioni di studenti sono esclusi dalla didattica a distanza. Non è garantito loro il diritto allo studio regolato principalmente dall’articolo 34 della Costituzione italiana.
Ma quando si tornerà a fare lezione in classe? “Si tornerà a scuola se e quando, sulla base delle indicazioni degli esperti, le condizioni lo consentiranno“, ha detto Azzolina.
Azzolina: “6,7 milioni di alunni raggiunti da didattica online”
“Il 67% delle scuole ha attivato la didattica a distanza, che prevede per essa specifiche forme di valutazione; attualmente più di 6,7 milioni di alunni è raggiunto, attraverso mezzi diversi, da attività didattiche a distanza”. Sono alcuni dei dati del monitoraggio condotto dal ministero dell’Istruzione in queste settimane e illustrati dalla ministra Lucia Azzolina in Senato. L’89% delle scuole ha predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con disabilità; l’84% delle scuole ha predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con DSA; il 68% delle scuole ha predisposto attività e materiali specifici per gli alunni con BES non certificati; il 48% delle scuole ha svolto riunioni degli organi collegiali a distanza. In Italia i ragazzi che non possono accedere agli edifici scolastici sono 8,3 milioni.
Dunque, come detto, se 6,7 milioni possono accedere alla didattica online, restano senza formazione a distanza 1,6 milioni.
Anche per colmare questo divario culturale causato da un digital divide delle scuole e da un analfabetismo digitale di molti insegnanti, su Change.org è stata lanciata la petizione per “usare parte dei palinsesti della Tv di Stato per raggiungere con programmi educativi e didattici ad hoc tutte quelle famiglie che non dispongono in questo momento né di dispositivi tecnologici né della possibilità di connettersi alla rete”.
Tra i firmatari della proposta indirizza alla ministra Azzolina c’è anche il Centro Alberto Manzi di Bologna, che si occupa di far conoscere la figura e l’opera del noto ‘maestro della televisione italiana’: è celebre la sua trasmissione alla lavagna “Non è mai troppo tardi”.
In Spagna lezioni in Tv con Radio Televisión Española
La proposta di creare un canale Rai per la didattica a distanza riprende il modello spagnolo. Infatti la Radio Televisión Española, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ha lanciato il progetto “Apprendiamo a casa”, disponibile anche online e on demand, offrendo agli studenti compresi tra i 6 e i 16 anni cinque ore al giorno, per cinque giorni a settimana, di lezioni da seguire da casa.
La programmazione è suddivisa in fasce orarie, a seconda dell’età.
Ogni giorno è in programma una lezione diversa: matematica, lingua, educazione artistica, scienza sociale, educazione fisica.
Questo ovviamente non sostituisce l’interazione con il docente ma costituisce un possibile supporto su cui attivare quell’interazione e aiuta le famiglie nel difficile compito di supportare l’apprendimento dei propri figli.
Questo modo di fare scuola verrebbe incontro a tutta una serie di esigenze: dalle scarse dotazioni informatiche delle famiglie meno abbienti alla carenza di competenze digitali, dalla difficoltà di avere a disposizione una connessione a banda larga su tutto il territorio nazionale, alla difficoltà dei docenti di predisporre in tempi brevi materiali di qualità per la formazione a distanza.
Le professionalità presenti nella televisione pubblica italiana potrebbero consentire di progettare in tempi rapidissimi dei format in grado di favorire l’attenzione e stimolare la motivazione a partire proprio dalle caratteristiche del linguaggio televisivo.
Cosa prevede l’accordo Miur-Rai
In attesa di vedere semmai un canale Rai ad hoc per la didattica, il Miur ha firmato un accordo con Rai per rafforzare la programmazione dedicata a scuola e famiglie.
L’offerta Rai per gli studenti
RaiPlay offre sulla propria piattaforma, senza l’obbligo di registrazione di un profilo, accurate playlist tematiche, selezioni di contenuti di qualità utilizzabili da parte di insegnanti e studenti per arricchire l’esperienza della didattica a distanza, ma anche come forma di intrattenimento di alto livello per ragazzi e famiglie. I contenuti sono accessibili nella sezione Learning e sono riconoscibili attraverso il titolo, che riprende l’hashtag della campagna ministeriale, #LaScuolaNonSiFerma.
Le playlist hanno contenuti sempre aggiornati, sono organizzate per temi e discipline e copriranno tutte le fasce d’età, dai bambini della scuola dell’infanzia, ai ragazzi della secondaria di secondo grado. Qui per vedere l’offerta completa.
Resta sempre un problema di digital divide: chi non può installare l’app RaiPlay sulla Tv o non può vederla su smartphone e tablet per problemi di connessione resta escluso anche da questa formazione a distanza.
85 milioni per la scuola digitale
Per cui, va nelle giusta direzione per ridurre il digital divide e per la formazione digitale degli insegnanti gli 85 milioni stanziati per la scuola digitale. Nel dettaglio, il decreto ministeriale firmato oggi da Azzolina per l’anno 2020 prevede:
- 10 milioni alla dotazione o al potenziamento – per le scuole – di piattaforme e strumenti digitali per l’apprendimento a distanza.
- 70 milioni di euro per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme di apprendimento e per garantire la connettività di rete nei territori dove essa sia carente o mancante.
- 5 milioni per la formazione del personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza.
200 milioni a favore della connettività per le scuole
Destinati 200 milioni a favore delle scuole e deliberata l’accelerazione dello sblocco dei voucher per le famiglie e le imprese. È stato concordato oggi durante il Cobul in accordo con le Regioni, che queste ultime utilizzando i fondi per i voucher, si attiveranno immediatamente per assicurare la connettività con banda ultra larga delle scuole, che per 5 anni potranno utilizzare il servizio gratuitamente.
Il Ministro, Paola Pisano, che presiede il Cobul si è impegnata a supportare i cittadini in questo stato di emergenza, nel quale le infrastrutture sono un asset fondamentale.
Agcom ha, inoltre, costituito un tavolo di lavoro con gli operatori telefonici, al fine di verificare e supportare il corretto funzionamento della Rete in questo momento di emergenza, dove i cittadini lavorano in smart working e gli studenti applicano l’e-learning da remoto. Il Ministro Pisano si è detta a completa disposizione di Agcom per far confluire eventuali proposte o richieste in un tavolo unico.