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Aziende e organizzazione del lavoro, presentata la nuova ricerca Quadrifor/Doxa

Presentata oggi al Tempio di Adriano la nuova ricerca QUADRIFOR, con il supporto scientifico di DOXA, “Evoluzione del ruolo dei Quadri e nuovi fabbisogni di competenze”, nell’ambito del convegno “LA DIREZIONE DEL CAMBIAMENTO”, moderato da Andrea Pancani, Vicedirettore TGla7.

Focus dell’indagine 2018 – ampiamente rappresentativa delle imprese italiane del terziario – l’osservazione in presa diretta di quello che sta accadendo nel mondo delle aziende dal punto di vista di alcuni dei protagonisti, le persone che agiscono dalla loro posizione a metà tra la direzione strategica e l’operatività: i Quadri. Determinanti per gli obiettivi di performance per il 57% degli intervistati, importanti per la definizione delle strategie per il 31%, necessari al buon funzionamento dell’impresa per il 59%: questa infatti la considerazione del loro ruolo nelle risposte delle aziende.

Emerge innanzitutto la ricerca, da parte di questo fondamentale insieme di soggetti, di uno spazio volto ad acquisire sempre di più non solo competenze soft, ma anche capacità di analisi strategica rispetto all’innovazione in corso, riportate però dal piano aziendale a quello individuale. Questo – accanto ad una richiesta crescente di competenze di change management (strumenti dell’azienda per gestire l’introduzione di un’innovazione tecnologica o il cambiamento della propria struttura organizzativa) – restituisce un quadro di forte evoluzione e cambiamento all’interno del sistema delle imprese, che ha la necessità di rispondere ad un ambiente competitivo esterno sempre più mutevole e incerto. Questo impone a chi guida le organizzazioni, il management, di creare strutture più flessibili e adattabili, che diano anche spazi ai nuovi, richiesti, percorsi individuali di crescita.

Il titolo del convegno racconta i suoi obiettivi: partendo dagli esiti della ricerca, intercettare la direzione del cambiamento in atto e discutere di nuove identità e competenze del middle manager, orientamento all’ open innovation delle strategie aziendali, trasformazione digitale, nuovi modelli di organizzazione del lavoro verso gli smart workplace. Soprattutto individuare quali azioni possono essere messe in campo – anche con il supporto dei più efficaci strumenti di FORMAZIONE – per RECUPERARE COMPETIVITÀ E CAPACITÀ DI SVILUPPO PER LE IMPRESE ITALIANE.

Luca Solari, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi di Milano, ha incentrato infatti il suo intervento sulla direzione del cambiamento dei modelli organizzativi del lavoro (visibili per ora soprattutto nelle start up e nelle piccole organizzazioni emergenti). Sicuramente TENDENZE che sarebbe però bene importare nei modelli organizzativi di tutte le strutture: organizzazioni che sono sempre meno strutture e sempre più IN-FRASTRUTTURE; che prevedono ruoli multipli in capo alla stessa persona; che fanno capo ad una MAPPA INTERATTIVA, con progetti, gruppi e interessi che mutano e vengono attivati di volta in volta; che si poggiano sull’ENTROPIA: non solo ricerca della massima efficienza, ma recupero di spazio e tempo per innovare; a livello manageriale la ricerca non del controllo, ma piuttosto della COMPRENSIONE di quello che accade nelle aziende, per interpretarlo ed utilizzarlo nelle strategie d’impresa. COME SI TRADUCE QUESTO NELLA FORMAZIONE? Per Solari ci sono alcune parole-chiave: SENSEMAKING, capire cosa succede anche per anticipare cose e soluzioni; ESSENZA, la necessità per ciascuno di capire se stesso per mettersi in gioco all’interno della propria professione; LINGUAGGI, tutti quei codici che ci consentano di entrare in contatto con gli elementi diversi da noi con cui ci relazioniamo nel nostro lavoro. Banalmente ormai ci sono più generazioni all’interno delle stesse aziende: fondamentale imparare uno scambio proficuo. Ultima e non ultima parola-chiave, DESIDERIO: esiste la necessità di aiutare le persone a riprendere contatto con la dimensione del desiderio, della curiosità, delle aspirazioni, vero motore del cambiamento.

Prima di lui Rosetta Raso, Presidente Quadrifor, aveva illustrato lo scenario a livello europeo, per sottolineare come la diffusione della conoscenza e la condivisione dei saperi sia sempre più alla base della crescita del lavoratore. Una formazione al passo coi tempi diventa più che mai fondamentale per l’aumento della competitività delle imprese, a partire proprio dalla partecipazione consapevole dei lavoratori alla strategia aziendale. La ricerca fotografa questa realtà e lo fa con un rigore scientifico,  ben descritto da Vilma Scarpino, A.D. Doxa.

A Roberto Savini Zangrandi, Direttore Quadrifor, il compito di focalizzare gli esiti più significativi dello studio: il consolidarsi della centralità del ruolo dei Quadri nei processi lavorativi e nelle responsabilità all’interno delle imprese; l’ulteriore evoluzione delle prerogative professionali; la rilevanza nel contributo alla formulazione delle strategie aziendali, nell’innovazione e nell’assunzione di responsabilità nei confronti di obiettivi e performance d’impresa; il prefigurarsi di un nuovo modello di Leadership, anche svincolato da rapporti organizzativo-gerarchici, incentrato sul confronto aperto e la collaborazione interna ed esterna all’impresa. Questo – ha sottolineato Savini – nell’alveo di un’auspicata crescita della cultura manageriale nel nostro Paese, anche attraverso una formazione che sappia utilizzare le tecnologie più coinvolgenti e gli esiti più moderni della riflessione sulle Risorse Umane, come è nella mission di Quadrifor.

Si è addentrato nello specifico della ricerca Pierluigi Richini, Responsabile Area Formazione e Studi Quadrifor, co-autore del libro in cui l’indagine è confluita, edito da Guerini Next. Richini ha evidenziato da un lato il rafforzamento di alcune dimensioni portanti della professionalità manageriale e dall’altra la conferma dei dati sulla profonda trasformazione cui il ruolo è sottoposto. Innovazione, digital transformation e change management sono le sfide che promuovono la costituzione di nuove forme di organizzazione del lavoro in cui il middle manager, lontano dalla vecchia metafora della “cinghia di trasmissione”, è protagonista attivo e facilitatore dell’esplorazione di nuovi processi e nuovi apprendimenti anche tra i suoi collaboratori. Cambiamenti profondi che richiedono un supporto più convinto delle imprese, ma soprattutto un ruolo rinnovato dei corpi intermedi. Associazioni datoriali e organizzazioni sindacali devono contribuire a determinare una nuova “cittadinanza organizzativa” dei lavoratori, governando il cambiamento e individuando – con una forte regia – strumenti (anch’essi innovativi) di policy per la formazione, l’innovazione organizzativa, il lavoro, e  benessere.

Anche Francesca Pasinelli, Direttore Generale Fondazione Telethon, nel raccontare la propria organizzazione, ha posto l’accento sulla domanda di SENSO e sulla necessità di COMPRENDERE IL CONTESTO per creare condivisione e alleanze con altre realtà per il perseguimento degli obiettivi, accanto al saper fare in un ambito estremamente competitivo e innovativo come è il mondo della ricerca.

Alla tavola rotonda su Innovazione, Lavoro e nuovi apprendimenti. Relazioni sindacali e ruolo delle parti sociali nel mutato contesto hanno partecipato esponenti dei corpi intermedi. Francesco Rivolta, Direttore Generale Confcommercio, ha sottolineato l’opportunità della formazione come leva strategica all’interno del percorso complesso della vita aziendale, ma ha anche evidenziato l’inadeguatezza della politica ad accompagnare questo percorso. Spetta quindi a maggior ragione ai corpi intermedi farsi garanti delle sicurezze e delle risposte che il mondo del lavoro sollecita, anche per la loro caratteristica di essere ben radicati nel territorio. Federica Cochi, Dipartimento Organizzazione  Filcams-CGIL Nazionale, sollecitata da Pancani a parlare delle sfide che attendono le parti sociali, ne ha parlato come pilastro dei diritti: necessario innanzitutto ricostruire il valore della persona e quindi porre al centro la tutela dei diritti del lavoro, della formazione, dell’apprendimento permanente nel corso del percorso professionale. La contrattazione resta baluardo centrale per questo processo all’interno di una cornice che tenga conto delle innovazioni intervenute nel mercato del lavoro. Per Davide Campeotto, Fisascat-CISL Nazionale e Presidente AQUMT, Associazione Quadri Manager del Terziario, manca invece un’amalgama di corpi intermedi che garantisca percorsi sicuri e certi. Per Paolo Andreani, Segretario Nazionale Uiltucs-UIL, il sindacato mantiene però un alto livello di adesione, nonostante la crisi politica e di sfiducia nelle Istituzioni. Deve solo diventare maggiormente strumento per il riequilibrio delle molte disparità e distorsioni sociali che caratterizzano questo periodo storico nel nostro Paese, pensando ad esempio ai fenomeni molto diffusi dell’economia sommersa e della disparità nei salari.

A Maria Luisa Coppa, Vicepresidente Quadrifor e Vicepresidente Confcommercio, le conclusioni. Un ente di formazione dei corpi intermedi deve saper fare il suo ruolo nell’attualità al servizio delle imprese e dei quadri, in questo caso, e sempre in un’ottica di sensemaking: “saper annusare l’aria che tira” per individuare i percorsi formativi migliori, più qualificati e innovativi, utili alle aziende oggi e alla loro competitività.

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