Il decreto autovelox voluto dal vicepremier Salvini è in vigore
Sono entrate in vigore le nuove regole contenute nel decreto interministeriale Infrastrutture/Interno, che disciplina le modalità di collocazione e uso degli autovelox. Disposizioni fissate dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, guidato da Matteo Salvini, su posizionamento e utilizzo, che andranno a disciplinare i primi esodi estivi ormai alle porte.
I mesi estivi sono caratterizzati da una maggiore circolazione delle auto private per il raggiungimento delle mete turistiche, per brevi e lunghi soggiorni, con gravi ripercussioni per la sicurezza stradale, in particolare per gli incidenti.
Lo scorso anno, nel periodo compreso tra giugno e inizio settembre, a perdere la vita sulle strade italiane sono state 420 persone. I dati sono quelli riportati dall’Asaps, l’osservatorio della sicurezza stradale. Soltanto nel primo fine settimana di settembre, sono stati registrati 27 decessi. Di questi, sono stati 8 gli automobilisti deceduti, 17 i motociclisti e 2 ciclisti.
Le nuove regole, postazioni fisse e mobili
Ma veniamo alle nuove regole previste dal decreto. Diverse a seconda del tipo di strada e di tecnologia utilizzata, se fissa o mobile ad esempio, se in presenza o meno di agenti della municipale, che quindi possono o meno fermare subito il trasgressore.
I tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto e segnalati almeno 1 Km prima fuori dei centri abitati.
È fissata per la prima volta la distanza minima che deve intercorrere tra un dispositivo e l’altro (progressiva per tipo di strada) in modo da evitarne la proliferazione.
Ogni postazione autovelox dovrà sempre essere ben visibile agli automobilisti.
Non si potranno utilizzare dove esiste un limite di velocità eccessivamente ridotto: inferiore a 50 Km, nelle strade urbane; per le extraurbane solo nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di 20 km rispetto a quello previsto dal codice per quel tipo di strada (se il limite è di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h ma non per limiti inferiori).
Il testo precisa che l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo se c’è la contestazione immediata, altrimenti dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, debitamente visibili.
Per le postazioni fisse preesistenti c’è un tempo di adeguamento massimo di 12 mesi alle nuove disposizioni. In caso contrario dovranno essere disattivate fino alla messa a norma.
Il posizionamento dei dispositivi
Inoltre sono dettate regole stringenti sul collocamento degli autovelox. Potranno essere posizionati in aree:
- ad elevato livello di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali;
- dove il limite di velocità individuato non sia inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello massimo generalizzato, salvo specifiche e motivate deroghe. Ad esempio, sulle strade extraurbane principali, dove è previsto un limite di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori. In ambito urbano, non è possibile sanzionare per limiti di velocità inferiori a 50 km/h con le modalità previste dal decreto, essendo necessaria in tali casi la contestazione immediata;
- per le strade extraurbane deve intercorrere una distanza di almeno un chilometro tra il segnale che impone il limite di velocità e il dispositivo.
Per ogni postazione è richiesta la preparazione di un fascicolo che renda conto del rispetto di tutte le condizioni di legittimità di posizionamento dell’impianto, senza trascurare di certificare la corretta taratura e verifica periodica dello stesso.
I ricorsi non mancheranno
Qualche problema è stato già sollevato per i controlli tramite dispositivi mobili. Non quelli “mobili” nel vero senso del termine e di collocamento “temporaneo” a bordo strada, ma eventualmente impiegati con agenti in presidio, quando non è possibile utilizzare quelle fisse, che non prevedono presenza di agenti in strada, e senza contestazione immediata dell’infrazione.
Nel complesso, si tratta di un decreto che sicuramente presenta delle criticità che poi apriranno la strada sicuramente a ricorsi e battaglie legali di ogni tipo, con inevitabili nuovi orientamenti che impatteranno e non poco sulle interpretazioni delle nuove regole.