Dopo la chiusura degli impianti di CNH Industrial, gruppo che produce veicoli industriali, per otto giorni a causa della carenza di chip, anche Skoda Auto (gruppo Volkswagen) ha fatto sapere di aver disposto uno stop di due settimane ai suoi impianti.
Skoda lascerà in funzione soltanto una linea produttiva che servirà a completare 10mila auto non finite. Fatte salve le due settimane si fermo, il rallentamento delle catene di montaggio del produttore della Repubblica Ceca, potrebbe prorogarsi fino alla fine dell’anno.
Una crisi che, secondo le associazioni di categoria, porterà ad una diminuzione nel 2021 di 250mila vetture in meno del previsto con mancati ricavi per oltre 9 miliardi di dollari. L’industria delle quattro ruote da lavoro nel paese a 180mila persone e rappresenta un quarto della produzione industriale complessiva del paese.
Per lo stesso motivo Maserati (gruppo Fca) ha annunciato due giorni fa di aver posticipato alla primavera del prossimo anno la Global Premiere del nuovo suv Grecale che originariamente era prevista per il 16 novembre 2021. Il nuovo modello, fa sapere la casa automobilistica, è “un prodotto che richiede componenti high tech la cui catena di fornitura è caratterizzata, in questo momento, da una situazione di shortage contingente”.
A causa della crisi dei chip 14 milioni di auto prodotte in meno
La crisi dei semiconduttori sta flagellando l’industria dell’automobile da parecchi mesi e non riguarda solo la produzione e le vendite. La carenza di chip ha messo Ko eventi importanti come il Salone dell’Auto di Ginevra 2022.
La carenza provocherà – secondo le stime degli analisti – un calo della produzione di auto in tre anni di oltre 14 milioni di veicoli: 4,5 milioni quest’anno, 8,5 milioni nel 2022 con una coda di 1 milione nel 2023. Il dato è emerso durante la presentazione dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino, dall’Anfia e dal Center for Automotive and Mobility Innovation del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Le imprese della componentistica – 2.203 con sede legale in Italia, un fatturato 2020 in calo a 44,8 miliardi di euro a causa dell’epidemia, e 161.400 dipendenti – temono anche l’aumento dei prezzi delle materie prime (65,8%) e il rallentamento del quadro economico in Europa (62,7%). Tuttavia, la filiera si attende un anno di ripresa: oltre i due terzi delle imprese prevedono una crescita del fatturato, più del 55% aumenti di ordinativi interni, esportazioni e occupazione.
Intanto quasi un’impresa su due si posiziona verso powertrain elettrici e ibridi. Tra le sfide c’è quella della nascita di Stellantis. Le imprese non danno giudizi, ma tra coloro che si esprimono il 72% ne ravvisa un’opportunità a fronte del 28% che percepisce un rischio per il proprio business. Più forti i timori in Piemonte – regione che vale il 33,5% delle aziende nazionali e produce il 35,8% del fatturato italiano – dove la percentuale sale al 37%.
S&P Global Ratings: vendite auto a ribasso causa carenza chip
S&P Global Ratings ha rivisto al ribasso la stima di crescita per le vendite globali di veicoli leggeri nel 2021 e nel 2022 alla luce dell’intensificarsi della carenza di semiconduttori, “che ha comportato perdite significative di unità durante il terzo trimestre”. Secondo la società di ricerche finanziarie, la visibilità rimane bassa (vengono citati eventi come i fermi della produzione per nuove ondate di Covid in Malesia) e la produzione di auto continuerà a essere limitata nel 2022, prima di tornare gradualmente alla normalità nella seconda metà del prossimo anno.
Nello scenario delineato dagli analisti di S&P Global Ratings, le vendite di veicoli leggeri aumenteranno moderatamente di circa il 2%-4% quest’anno (rispetto alle precedenti proiezioni dall’8% al 10%). Ciò si traduce in vendite appena inferiori alle 80 milioni di unità nel 2021, rispetto agli 83-85 milioni di unità della precedente proiezione a maggio 2021. Le vendite di veicoli leggeri dovrebbero ammontare a 84 milioni di unità nel 2022 e a 90 milioni entro la fine del 2023.