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Automotive, fatturato nazionale in calo del 13%. Crollo Stellantis in borsa. Italia chiede revisione regolamento Ue sulla CO2 entro il 2025

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Terremoto nel mondo dell’auto dopo il passo indietro del CEO Stellantis e la situazione del mercato in Italia rimane grave. Secondo dati Istat continua il trend negativo dell’industria automotive nazionale. Il Governo Italiano guida un ampio fronte di Paesi che chiedono 'revisione norme auto nel 2025’.

L’addio di Carlo Tavares, ormai ex amministratore delegato del Gruppo Stellantis, sta generando un terremoto in borsa e stamattina il titolo della società continua a perdere terreno, cedendo l’8,77% a 11,53 euro, il valore minimo da luglio 2022.

Tavares si è dimesso per divergenze con il resto del consiglio di amministrazione. Al suo posto si è insediato un comitato esecutivo guidato dal presidente John Elkann, che ha il compito di designare il successore di Tavares entro la metà del 2025.

Il caso Stellantis è emblematico di un’industria automobilistica e automotive in seria difficolta.

Secondo i dati Istat riportati dall’Anfia, a settembre 2024 la fabbricazione di autoveicoli genera un fatturato complessivo in calo del 23,9% a settembre 2024 (-22,2% per il mercato interno e -25,2% verso i mercati esteri) e in diminuzione del 13,9% nel cumulato gennaio-settembre 2024 (-14,4% per il mercato interno e -13,6% verso quello estero).

Il fatturato del settore automotive, a livello tendenziale, registra una variazione negativa del proprio indice del 22,6% nel mese, con un decremento sia delle commesse del mercato interno (-25,5%) che di quelle estere (-19,7%). Nel cumulato del 2024, il fatturato è in calo del 12,9% (conseguente al calo del 16,6% nel mercato estero al calo del 9,3% sul mercato interno). 

Dal primo gennaio 2025 è in vigore il nuovo regolamento che stabilisce gli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i furgoni. Lo rende noto la Commissione europea precisando che i produttori dovranno ora raggiungere nuovi target più severi fissati per le emissioni medie a livello di flotta di auto e furgoni nuovi immatricolate in un determinato anno.

Entro il 2025, come ricordato dall’Ansa, i produttori dovranno ridurre le emissioni a livello di flotta del 15% sia per le auto che per i furgoni, rispetto ai livelli del 2021. Entro il 2030, dovranno raggiungere una riduzione del 37,5% per le auto e del 31% per i furgoni.

Il regolamento include anche un meccanismo per incentivare l’adozione di veicoli a emissioni zero e basse, in modo neutrale sotto il profilo tecnologico.

Ad oggi, si allarga il fronte dei Paesi Ue che chiede di anticipare di un anno, al 2025, la revisione delle norme europee sulle emissioni di CO2 delle auto, che prevedono lo stop dei motori a benzina e a diesel nel 2035.

L’Italia e la Repubblica ceca hanno inserito la richiesta in un non-paper a cui hanno aderito Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia. Il documento, di cui l’Ansa ha preso visione, sarà presentato giovedì al Consiglio Ue Competitività a Bruxelles, alla presenza del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.

Tra le altre istanze, i 7 Paesi chiedono una strategia industriale a lungo termine per l’automotive e un piano di investimenti pluriennale.

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