Upstream Security, una piattaforma di sicurezza informatica basata su cloud per auto connesse, ha raccolto 30 milioni di dollari in una serie di finanziamenti di serie B da un prestigioso consorzio di investitori, comprendente alcuni dei maggiori produttori mondiali di autoveicoli, assicurazioni e gestori di flotte.
Il round è stato guidato da Renault Venture Capital e ha coinvolto Volvo Group Venture Capital, Hyundai, Hyundai AutoEver, Nationwide Ventures ed altri.
Gli investitori originari di Upstream Charles River Ventures, Glilot Capital e Maniv Mobility hanno tutti partecipato a questa tornata.
“Questo consorzio di investitori primo nel suo genere, che comprende alcune delle più importanti aziende di smart mobility del mondo, è una testimonianza della gravità del problema che il settore si trova ad affrontare ed una chiara attestazione della tecnologia di Upstream e dei progressi che il nostro team ha fatto,” ha detto Yoav Levy, cofondatore e CEO di Upstream Security. “La nostra missione è quella di proteggere ogni veicolo connesso e ogni servizio di smart mobility del pianeta: il completamento del nostro finanziamento arriva in tempo perfetto per soddisfare la crescente domanda per la nostra piattaforma basata su cloud e guidata dai dati, fornendo ai nostri clienti le capacità di cui hanno bisogno per portare a compimento questo compito di importanza vitale.“
I rischi delle auto connesse
Il mercato delle auto connesse potrebbe arrivare a oltre 200 miliardi di dollari entro il 2025.
Il settore però, che aprirà una vasta gamma di opportunità per le case automobilistiche che desiderano sviluppare tecnologia intelligente nei loro veicoli, presenta anche una grande sfida di sicurezza: come con qualsiasi dispositivo collegato, le auto sono suscettibili di essere violate. E con l’aumento delle connected cars numero nei prossimi anni, la minaccia diventerà più significativa.
Il report di Watchdog
In effetti, i pericoli per la sicurezza con le auto connesse sono forse maggiori rispetto ad altri dispositivi nell’Internet of Things (IoT).
Qualche mese fa, il Consumer Watchdog di Los Angeles ha pubblicato un rapporto in cui si notava che le auto connesse potevano costituire una minaccia per la sicurezza nazionale, soprattutto se più auto fossero state comandate contemporaneamente in un’area concentrata.
Fondata nel 2017, Upstream Security sta adottando un approccio “multi-livello” per proteggere le auto connesse e l’infrastruttura di rete sottostante. La sua piattaforma C4 si integra con i flussi di dati automobilistici dei veicoli e promette di rilevare gli incidenti che si verificano in tempo reale, assegnando una valutazione basata sull’impatto e sulla gravità percepiti.
Come per gli attacchi informatici in altri settori, le auto connesse affrontano sia minacce note che minacce finora sconosciute, che possono essere più difficili da rilevare.
Per contrastare questo, Upstream Security ha affermato che la sua piattaforma analizza la normale attività di ciascun veicolo e quindi utilizza tecniche di machine learning per identificare le anomalie nel momento in cui si verificano. Queste anomalie vengono valutate e aggregate nel tempo e “su più veicoli”, aiutando la sicurezza a monte.