Il comparto delle auto elettriche continua la sua crescita incessante nei principali mercati europei, nonostante l’impatto sui consumi della pandemia di Covid-19.
La nuova spinta all’acquisto di vetture a motore elettrico, a batterie e ibrido, sostenuta dagli incentivi che ogni singolo Stato può mettere in campo per sostenere la diffusione della mobilità elettrica o emobility, sta dando i suoi frutti.
L’auto elettrica a due velocità in Europa
Secondo gli ultimi dati Unrae, nel mese di gennaio 2021, le immatricolazioni di auto full electric e ibride plug-in hanno raggiunto il 21,7% in Germania, l’11,6% ij Francia e il 13,7% nel Regno Unito.
Dati ben più elevati che il riduttivo 4,7% del totale del mercato automotive italiano.
Nel nostro Paese le vendite ancora si tengono abbastanza alte, con un +28% di immatricolazioni di auto elettriche a batteria e un +180% di quelle ibride, ma con meno evidenza rispetto al clamoroso mese di dicembre e ai mesi precedenti. Secondo gli esperti, iniziano a pesare la pandemia, il clima di incertezza economica e la propensione al risparmio.
A guardare bene, però, si nota un gap ben conosciuto tra Europa mediterranea e Europa continentale.
Germania, Francia e Gran Bretagna
Nel frattempo che il nostro Paese decida come muoversi, in Francia sono andate bene le ibride, che chiudono il mese al 22,4% di quota, con 28.262 unità registrate, crescendo del +11% rispetto al dato dello scorso anno, mentre le elettriche si fermano al 5,1%, con 6.469 unità.
Mercato positivo anche in Germania, dove le nuove immatricolazioni di vetture elettriche crescono del +118% a 16.315 unità. Bene anche le PHEV, che conquistano il 12,1% di quota di mercato con 20.588 unità. Su anche le ibride HEV (+12,2%) che aumentano del +8,6%.
In Gran Bretagna le vendite di auto elettriche ibride valgono il 13,7% del mercato auto nazionale, mentre le auto a batteria crescono di altre 2.206 unità, con in raddoppio dei modelli offerti ai consumatori.
In controtendenza la Spagna, invece, dove, a causa delle misure restrittive legate alla pandemia, alla tempesta Filomena che ha paralizzato mezzo Paese e alla fine del piano di incentivi “Renove”, tutto il mercato auto è in forte calo (-51%), compreso il segmento elettrico, con un crollo verticale del -70% rispetto a gennaio 2020.
Il gap italiano e le dichiarazioni di Draghi
Probabilmente, questo gap italiano e spagnolo con l’Europa, in termini di auto elettriche in circolazione e di nuova immatricolazione, è legato a delle criticità tipiche di questo nuovo modello di guida.
Il prezzo delle auto è piuttosto alto, nonostante i contributi dell’ecobonus automotive in Italia, ma a pesare di più nella scelta di quale auto comprare è sicuramente l’esiguo numero di stazioni di ricarica sul territorio e la limitata autonomia delle batterie delle vetture.
Nel Recovery plan italiano ci saranno sicuramente le risorse per potenziare il settore e promuovere ancora di più l’acquisto di auto elettriche.
Il neo Premier Mario Draghi su questo è stato rassicurante, almeno nel suo primo intervento pubblico dedicato alle linee programmatiche del suo Governo: “Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare riguardo agli obiettivi relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili, all’inquinamento di aria ed acque, alla rete ferroviaria veloce, alle reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, alla produzione e distribuzione di idrogeno, senza dimenticare digitalizzazione, banda larga e reti di comunicazione 5G. Ma non basterà elencare progetti da completare nei prossimi anni: dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione europea intende arrivare al traguardo di zero emissioni di CO2 e gas clima-alteranti”.