Auto elettriche a batterie più economiche, lo studio del DoE
La manutenzione delle auto a benzina costa in media 10 centesimi di dollaro per miglio al proprietario, contro i 6 centesimi scarsi delle auto elettriche a batteria e i quasi 9 centesimi di quelle elettriche ibride.
Questi i risultati di uno studio condotto dall’Argonne National Laboratory del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, secondo cui il 40% in meno dei costi di manutenzione evidenziato dalle auto a batteria è legato alla diversa composizione della meccanica.
Non bisogna fare il cambio dell’olio al motore di un’auto elettrica, ci sono meno cinghie, la sensoristica è limitata, non ci sono filtri del carburante, candele, trasmissione, il sistema di frenaggio si logora di meno e sono assenti altre componenti di un motore tradizionale, che possono costare anche molto in un’auto a benzina o a diesel.
Per questo lo studio conferma quanto già si sapeva, cioè un veicolo elettrico a batterie è più economico da possedere, magari il prezzo di acquisto può essere alto senza le dovute agevolazioni, ma con il passare del tempo si dovranno affrontare costi di manutenzione più contenuti.
I risparmi per il Governo americano
Questo dato è particolarmente significativo per imprese e agenzie governative che possiedono flotte di veicoli per il personale. Secondo i dati del General Services Administration degli Stati Uniti, poi elaborati da Motor trend, è stato determinato il costo approssimativo della flotta auto del Governo federale se alimentata a benzina e diesel e se, invece, alimentata con motori a batteria.
Anche qui il risultato è simile: se la flotta federale fosse alimentata con motori a batterie il risparmio per le casse pubbliche sarebbe di circa 78 milioni di dollari all’anno.
Un punto di partenza rilevante se si considera che il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha annunciato ad inizio mandato la volontà di sostituire completamente i 400 mila veicoli della flotta federale con mezzi a motore elettrico.
Un percorso non semplice, comunque, perché le resistenze alla transizione verso l’elettrificazione della mobilità sono molte da parte dell’industria dei trasporti.
Le resistenze all’elettrificazione
Il servizio postale degli Stati Uniti, ad esempio, ha da poco stipulato un accordo con il produttore di mezzi pesanti Oshkosh Defense, con sede in Ohio, per la fornitura di 165 mila camion alimentati con carburanti a basso impatto ambientale, quindi si parla di motori a combustione interna.
Una doccia fredda per i rappresentanti democratici alla Camera che, per accelerare il processo di elettrificazione dei trasporti, si stavano battendo da settimane per il via libera a nuovi investimenti per 8 miliardi di dollari proprio per la transizione all’elettrico della flotta di veicoli a disposizione del servizio postale nazionale.