Le vendite di auto elettriche, sia 100% batteria, sia ibride, continua a crescere sempre di più. Secondo una recente indagine Automoto.it, il 57,81 % degli italiani ha risposto che “non sta valutando l’acquisto di un veicolo 100% elettrico”, contro il 23,84% degli incerti e il 18,35% di coloro che invece sono già convinti di volere passare all’elettrico.
Se per il 41,12% l’impatto ambientale sarebbe una delle motivazioni che potrebbe spingere all’acquisto di un veicolo elettrico, unito alla previsione in un futuro (forse non così prossimo) di minori costi di gestione e manutenzione, il 61,29 % degli intervistati nutre ancora forti dubbi per i costi di acquisto, che ancora sono elevati (32,49%) e la scarsa autonomia dei veicoli (28,80%), preoccupazione confermata dal fatto che il 42,81% dichiara che userebbe un veicolo elettrico solo per piccoli spostamenti in città o il 32,78% per uso lavorativo.
Il 65% degli intervistati, inoltre, nutre grossi dubbi sul fatto che l’elettrico sia la mobilità del futuro. Oltre al problema delle infrastrutture di ricarica, alla luce delle attuali tecnologie impiegate per l’estrazione, la fabbricazione e lo smaltimento delle batterie, molti pensano che produrre un veicolo elettrico non abbia un minor impatto ambientale rispetto a un mezzo a combustione.
Anche per generare l’energia elettrica che servirà a ricaricare le batterie, ancora i combustibili fossili sono i più utilizzati e le energie green e rinnovabili non possono garantire, a breve termine, l’approvvigionamento necessario.
Rimane il fatto che entro il 2030 i veicoli elettrici (EV) e ibridi elettrici plug-in (PHEV) rappresenteranno oltre il 40 % delle vendite dei veicoli in Europa (studio AlixPartners). Oltre le intenzioni di acquisto, che variano al variare delle condizioni economiche delle famiglie e al variare dei piani di incentivi alla mobilità alternativa e sostenibile dei Governi, è oggettivo che la mobilità tradizionale a benzina e diesel soprattutto non è più sostenibile, visto che circa il 25% delle emissioni globali di gas serra climalteranti è generato dai mezzi di trasporto a combustione (secondo gli stessi dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, in Europa saliamo al 30%). Nello specifico: il 73,2% delle emissioni di CO2 deriva dal trasporto stradale, il 10,4% dalla navigazione, il 10,5% dal trasporto aereo e il 3,6% dal trasporto ferroviario.
A livello mondiale, se non si investirà maggiormente e più decisamente nell’elettrificazione della mobilità, le emissioni inquinanti provenienti dai trasporti nel loro insieme aumenteranno del 60% entro il 2050 (dati International Transport Forum, 2017).
Il Parlamento europeo stesso, con il voto dello scorso 3 ottobre, ha chiesto che il 35% delle auto nuove vendute a partire dal 2030 siano elettriche o ibride.
Per quanto riguarda le case automobilistiche, in Italia c’è da registrare il sostanziale dominio delle giapponesi. Tra le prime dieci auto elettriche ibride vendute nel nostro Paese a dicembre 2018, cinque sono Toyota e due Suzuki.
Su 5.664 nuove immatricolazioni nel mese di dicembre 2018, cioè il 4,5% del totale delle immatricolazioni auto in Italia, si legge sul sito dell’Unrae, 3.826 sono a marchio Toyota, 387 a marchio Suzuki.
Se estendiamo i dati all’interno 2018, le immatricolazioni di auto ibride nel nostro Paese hanno superato le 87.000 unità, con un aumento sul 2017 di oltre il 30%.
Se prendiamo le auto 100% elettriche, invece, il mercato è molto più dinamico, con molta più Europa e molta Germania.
In generale, il mercato delle auto 100% elettriche in Italia ha raggiuto a dicembre 2018 lo 0,3% del totale, con 280 nuove immatricolazioni.
Di queste, un terzo sono Renault, quasi tutte le altre sono Volkswagen, Smart (Gruppo Daimler) e BMW. Si affacciano anche i modelli Tesla, ma sono una minima parte.
Complessivamente, in tutto il 2018, sono state immatricolate più di 5.000 auto elettriche in Italia, con un aumento sull’anno precedente del 148,5%.