Il mercato automotive europeo non riesce ancora a rialzare la testa dopo lo shock dei lockdown dovuti all’emergenza sanitaria scaturita dalla pandemia di Covid-19 durante tutto il 2020 e la prima parte del 2021. L’unica voce positiva in tutta Europa è quella delle auto elettriche, sia 100% a batteria (BEV), sia ibride (HEV), sia con possibilità di ricarica alla spina (PHEV).
Il super trend di crescita per le elettriche (BEV, HEV, PHEV)
A settembre il mercato dell’automobile italiano ha registrato un nuovo calo del 32% rispetto al volume delle nuove immatricolazioni dell’anno passato (e -27% sul dato del 2019), secondo i nuovi dati dell’Unrae.
Crollano del -25% le vendite di auto a benzina e del -20% quelle di vetture a diesel, crescono al contrario e di molto le nuove immatricolazioni di auto elettriche.
Nella nuova suddivisione per tipologia di alimentazione elettrica, abbiamo sempre al primo posto le auto elettriche ibride (Hybrid Electric Vehicles o HEV), che a settembre hanno registrato 33.276 nuove immatricolazioni, con un aumento del +223% su base annua (erano 10.300 a settembre 2019).
Ottimo anche il dato sul cumulato delle vendite gennaio-settembre 2021, con 331.355 immatricolazioni HEV e un incremento sullo stesso periodo del 2019 del +322%.
Straordinario anche il dato delle vendite di auto elettriche 100% a batteria o elettriche pure (Battery Electric Vehicles o BEV), che a settembre sono cresciute del +8%, balzando a 8.492 nuove immatricolazioni, con un incremento del +575% sul dato del 2019 (quando superavano di poco le 1.200 unità.
Anche qui ottimo il dato del cumulato gennaio-settembre, con 47.242 nuove immatricolazioni, contro le 7.712 dello stesso periodo del 2019, per un incremento del +512%.
Stesso discorso per le ibride elettriche con spina per la ricarica (Plug-in HEV, o PHEV), che passano dalle 790 unità del 2019 alle 5.507 del settembre 2021, per un salto in avanti del +597% su base annua, mentre con il cumulato mettono a segno una crescita imponente del +1230% (da 3,984 unità a quasi 53.000).
Tutte assieme, le nuove immatricolazioni di auto elettriche in Italia rappresentano più del 44% delle vendite del mercato automotive di settembre.
Carenza microchip e incentivi limitati pesano sul mercato auto nazionale
Un po’ di buone notizie, anche per la transizione energetica ed ecologica nazionale, per la qualità dell’aria delle nostre città, per la riduzione delle emissioni di CO2, ma in un contesto di mercato che si fa sempre più difficile.
Da un lato c’è la mancanza cronica ormai di semiconduttori, che rallenta il lavoro in fabbrica, dall’altro una politica di incentivi che va troppo a singhiozzo, che non assume regolarità e che quindi risulta inaffidabile per il settore.
La carenza di microchip determina il rallentamento della produzione e quindi continui ritardi nelle consegne. I nuovi finanziamenti dell’Ecobonus per l’acquisto di auto nuove e/o usate a basse e bassissime emissioni, invece, arrivano ogni tanto e finiscono troppo in fretta.
Attualmente gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche ed ecologiche, o comunque con basse emissioni, sono praticamente terminati di nuovo.
I prezzi alle stelle dei carburanti
Altro dato molto rilevante anche per il mercato dell’automobile e quindi per le scelte dei consumatori è il prezzo dei carburanti, che sta letteralmente salendo alle stelle.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il prezzo medio nazionale praticato alla pompa della benzina in modalità self è compreso oggi tra 1,682 e 1,705 euro al litro, per il diesel invece è arrivato a 1,588 euro/litro.
In modalità servito si arriva fino a 1,827 euro/litro per la benzina e 1,762 euro/litro per il diesel.
Non va meglio neanche per il Gpl, che oscilla tra 0,724/0,745 euro/litro e per il metano, che invece ha subito una vera e propria fiammata dei prezzi, oggi compresi tra 1,157 e 1,631 euro/kg.
Un aumento straordinario (soprattutto del metano) legato all’incremento della domanda da parte dei consumatori (finito il lockdown, terminato lo smartworking, si torna alle abitudini pre-pandemia) e dalla carenza di materie prime sul mercato globale.
L’offerta di carburanti è quindi limitata e i prezzi salgono alle stelle (con la solita quota di speculazione sui prezzi che ovviamente va sempre presa in considerazione).