Si tratta solo di un primo passo verso la guida autonoma piena, ma un passo importante per la transizione digitale dei trasporti e della mobilità, con l’annuncio del Governo di Londra di un via libera di questa tecnologia sulle autostrade britanniche entro la fine dell’anno.
Probabilmente, si inizierà ad utilizzare la funzione di guida autonoma quando l’automobile è in coda nel traffico. Muovendosi a velocità molto basse nel traffico intenso, rimanendo nella propria corsia, l’automobilista britannico avrà modo di sperimentare questa modalità di guida molto presto, secondo quanto riportato da un articolo del The Guardian.
Guida autonoma (parziale) e sistema Alks
Utilizzando il sistema di mantenimento automatizzato della corsia (Alks, o Automated Lane Keeping Systems), che consente al veicolo di rimanere in linea con gli altri mezzi e sempre sulla stessa corsia di marcia, il conducente è liberato dalla guida e può dedicarsi a qualsiasi altra attività, come leggere giornali, usare lo smartphone, guardare un film nei monitor integrati nell’auto.
Il ministro dei trasporti Rachel Maclean ha affermato che si tratta di un “passo importante per l’utilizzo sicuro dei veicoli a guida autonoma nel Regno Unito, rendendo i futuri viaggi dei britannici più verdi, più facili e soprattutto più sicuri”.
“Prima di tutto dobbiamo garantire che questa nuova entusiasmante tecnologia venga implementata in modo sicuro – ha precisato il ministro – motivo per cui ci stiamo consultando con le parti interessate per lo sviluppo di un quadro regolatorio maturo“.
Le critiche delle associazioni di settore
Ovviamente, come tutte le prime volte, sono arrivate subito critiche e richieste di confronto con il Governo su questa scelta, considerata avventata rispetto al numero di test su strada e in condizioni controllate, dove è più facile raggiungere i livelli di sicurezza standard.
C’è anche chi critica la terminologia impiegata, perché l’Alks non è pienamente guida autonoma, secondo quanto sostenuto dalle associazioni degli assicuratori: “Ci vorrà ancora del tempo prima che le vere auto a guida autonoma viaggino in maniera sicura al 100% sulle nostre autostrade”, ha dichiarato Matthew Avery, direttore della ricerca presso la Thatcham Research.
L’accusa diretta al Governo è di fare confusione sui termini e quindi di ingenerare dubbi nella popolazione e tra i consumatori, “una cosa è la guida autonoma, un’altra la guida assistita, che fino ad oggi ha creato non pochi problemi alla sicurezza in strada, con numerosi incidenti e in qualche caso dei decessi”, ha precisato Avery.
Le prime auto a guida autonoma si vedranno comunque solo sulle autostrade del Regno Unito, perché, come stabilito dalle Nazioni Unite, questa tecnologia va ancora studiata, testata nel tempo e per iniziare servono corsie di marcia lunghe, dove i mezzi si muovono tutti nella stessa direzione e a velocità costante.
Il sistema impiegato consente al conducente di riprendere il controllo del mezzo in un tempo massimo di 10 secondi, soprattutto nel caso di incidente in corsia, di ingorgo, di necessità di sorpasso o di uscita dall’autostrada.
Il Presidente dell’AA (Automobile Association), Edmund King, ha affermato che “senza dubbio la guida autonoma potrà evitare molti incidenti automobilistici in futuro, ma ci sono ancora troppe lacune da colmare, soprattutto sulla sicurezza dei passeggeri, ma anche sulla piena informazione del conducente riguardo al funzionamento di questi sistemi avanzati”.
Un’industria nazionale stimata 42 miliardi di sterline
Più entusiasta è stata l’amministratore delegato della Society of Motor Manufacturers and Traders, Mike Hawes, secondo cui: “Tecnologie come l’Alks apriranno la strada alla piena guida autonoma entro pochi anni, facendo in modo che la Gran Bretagna diventi un Paese leader del settore a livello mondiale e che le sue strade aumentino i livelli di sicurezza alla guida”.
Secondo stime di Londra, le tecnologie legate alle auto connesse e a guida autonoma nel Regno Unito potrebbe rappresentare un mercato da 42 miliardi di sterline, in grado di creare 38 mila nuovi posti di lavoro entro il 2035.