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Aumento flussi migratori verso la Spagna nel 2018 secondo Frontex, Trump e la riforma sanitaria in Usa, Berlusconi

Frontex, aumento flussi migratori verso la Spagna nel 2018

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – “La Spagna e’ sotto forte pressione”. Lo ha dichiarato Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera durante la presentazione del rapporto annuale di Frontex a Bruxelles. La notizia e’ stata riferita dal quotidiano spagnolo “El Mundo” che sottolinea come la rotta migratoria verso la Spagna, quella del Mediterraneo occidentale, sia l’unica a essere cresciuta in termini di flussi negli ultimi anni. I flussi migratori verso la Spagna hanno infatti raggiunto un nuovo record nel 2017, con il doppio degli arrivi di migranti irregolari. Dei 204.718 attraversamenti illegali individuati da Frontex nel 2017, 23.143 si sono verificati attraverso la rotta del Mediterraneo occidentale, cioe’ verso la Spagna. Secondo i dati diffusi dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, dall’inizio del 2018 ci sarebbero stati gia’ piu’ di 2.000 arrivi.

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Colombia-Italia, Alfano a “El Tiempo”: Roma continuera’ a scommettere sulla pace

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – La missione svolta in Colombia e’ “prova concreta dell’appoggio italiano al processo di pace e dell’interesse” del nostro paese nei confronti di Bogota’. Lo ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano in una lunga intervista concessa al quotidiano “El Tiempo” in occasione della visita in Colombia, prima tappa di un giro che lo portera’ anche in Brasile. Alfano ha parlato dell’opportunita’ “storica per la pace” con l’accordo siglato dal governo di Juan Manuel Santos e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Il ministro riconosce che la lunghezza del processo, le difficolta’ nei negoziati con l’altra formazione guerrigliera – l’Esercito di liberazione nazionale (Eln) – e la violenza legata al narcotraffico possano causare sentimenti di “sfiducia e incertezza”, ma segnala il “piccolo miracolo” cui ha dato vita il governo colombiano scegliendo la via della pace. “Quello che posso assicurare e’ che l’Italia, come molti altri paesi amici, continuera’ a scommettere sul processo di pace in Colombia”. Il nostro, ha detto Alfano, “e’ stato uno dei primi paesi dell’unione europea ad appoggiare a Bruxelles la proposta colombiana di aprire un Fondo fiduciario europeo per il post conflitto”, strumento che garantisce fondi per circa 90 milioni di euro. “Per formalizzare il nostro impegno abbiamo contribuito con una quota di tre milioni di euro, la massima prevista da regolamento del Fondo”, ha sottolineato. Il ministro ha quindi segnalato l’impegno italiano nelle operazioni di sminamento portate avanti con l’Organizzazione degli stati americani (Osa) e le iniziative della United Nations Mine Action Service. Senza dimenticare “il finanziamento di una iniziativa bilaterale specifica per la formazione del battaglione di sminatori colombiano effettuato dal Centro di eccellenza dell’esercito italiano”. Roma ha anche appoggiato un progetto della fondazione Eu-Lac per aiutare, con il supporto di tecnologia satellitare, gli ex guerriglieri a spostarsi nelle zone in cui possono essere piu’ facilmente reinseriti nella vita civile del paese. Infine Alfano ha segnalato la presentazione di un “pacchetto aggiuntivo di dieci milioni di euro per nove progetti” sullo sviluppo del settore rurale della Colombia, in segmenti cruciali per entrambi i paesi come il caffe’ e il cacao. Il titolare della diplomazia italiana ha ricordato che dall’ascesa al governo del presidente Santos le relazioni bilaterali hanno conosciuto un”salto di qualita’” con un moltiplicarsi di incontri che hanno permesso tra le altre cose di firmare “importanti accordi bilaterali come quelli della giustizia: l’accordo sulla doppia imposizione fiscale, e il memorandum in materia di cooperazione energetica – al centro dell’attuale visita”. Non meno importanti le prospettive commerciali che l’Italia puo’ sviluppare con “uno dei paesi piu’ dinamici dell’America latina”, ha detto Alfano ricordando anche la partecipazione della Colombia nell’Alleanza del Pacifico, assieme a Cile, Messico e Peru’. La Colombia rappresenta uno dei paesi piu’ “business-friendly” della regione e di “maggior interesse per le dimensioni del suo mercato e le potenzialita’ di crescita”. Prova ne il volume dell’intercambio commerciale che nel 2017 ha superato il miliardo di euro, un aumento del 9 per cento sull’anno precedente.

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Usa, presidente Trump agevola il ricorso ad assicurazioni sanitarie meno costose

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Donald Trump ha smantellato un altro pezzo della riforma sanitaria dell’ex presidente Barack Obama (Affordable Care Act, Aca), proponendo oggi nuove regole che renderebbero piu’ semplice per i cittadini l’acquisto di polizze sanitarie meno costose che, tuttavia, non rispondono ai criteri previsti dalla legge. E’ quanto riporta il quotidiano “New York Times”, precisando che, secondo il provvedimento vigente, le assicurazioni sanitarie di breve termine scadono dopo tre mesi. La proposta di Trump estenderebbe la scadenza a 364 giorni per favorire i cittadini. Il neosegretario al dipartimento per la Salute e i Servizi umani, Alex Azar ha dichiarato che le nuove regole offriranno altre opportunita’ a chi non si puo’ permettere di affrontare gli attuali premi assicurativi, “l’attuale sistema sta lasciando indietro troppi americani che devono sostenere costi esorbitanti e hanno sempre meno opzioni di scelta”, ha concluso. Molti esperti sanitari temono, pero’, che la nuova possibilita’ possa determinare un ricorso massiccio alle polizze meno costose da parte di persone fondamentalmente sane, determinando cosi’ l’innalzamento dei primi per chi, invece, rimane nel programma Aca.

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Usa, controllo delle armi: sostenitori Nra guardano al modello Israele

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Dopo le recenti e drammatiche stragi negli Stati Uniti, politici e sostenitori della lobby delle armi guardano con interesse al modello Israele come un punto di arrivo senza rinunciare al secondo emendamento Usa. E’ quanto riferisce il quotidiano “New York Times”, ricordando che in Israele esistono rigidi controlli sulle armi. I cittadini che hanno un porto d’armi hanno affrontato un addestramento simile a quello militare. Le armi non sono considerate un hobby, quanto uno strumento di autodifesa e, se necessario, un mezzo per proteggere dal terrorismo. In Israele non accadono sparatorie di massa come succede in Usa. Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas e Wayne LaPierre, vice presidente esecutivo della National Rifle Association, Nra (la lobby statunitense delle armi) guardano ad Israele come possibile modello da esportare negli Stati Uniti. Uno studio del 2012 realizzato dall’epidemiologa del centro SUNY Downstate di Brooklin Janet Rosenbaum ha rivelato che il possesso di armi in Israele e inferiore a quello degli Stati Uniti. Secondo dati del ministero per la Sicurezza pubblica israeliano, su una popolazione di 8,5 milioni di persone, circa 135 mila civili possiedono un’arma in Israele, di questi, 37.500 lavorano per servizi di sicurezza privati. Negli Usa le armi da fuoco in mano a civili sono 310 milioni, quasi una per ogni adulto e bambino. Se negli Stati Uniti il possesso di un arma e’ un diritto costituzionalmente garantito, in Israele il porto d’armi e’ ritenuto un privilegio accordato, esclusivamente per ragioni di stretta necessita’, dal ministero per la Sicurezza pubblica.

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Gran Bretagna, il leader laborista Corbyn vuole rimpiazzare la City con un capitalismo in stile sovietico

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Il leader del Partito laborista britannico, Jeremy Corbyn, in questi giorni e’ riuscito a tornare al centro della polemica politica: aldila’ delle scontro sulla natura dei contatti da lui avuti negli anni Ottanta con un agente segreto della ex Cecoslovacchia, paese che a quel tempo faceva parte dell’alleanza del Patto di Varsavia dei paesi comunisti dominata dall’Unione Sovietica, ad alimentare il dibattito e’ la sua visione dell’economia della Gran Bretagna e del ruolo che ha la grande finanza incarnata dalla City di Londra. Il quotidiano tradizionalista “The Times” oggi commenta ampiamente il discorso tenuto ieri martedi’ 20 febbraio da Corbyn davanti alla Confindustria britannica (Eef): il leader laborista ha in sostanza minacciato la City dicendo che, se vincera’ le prossime elezioni, lui sara’ il primo capo del governo da 40 anni che si ergera’ contro “l’incondizionato potere della finanza”, ha preannunciato di voler riportare “sotto controllo il gioco d’azzardo” della City ed ha minacciato di ridurne il ruolo a quello di un “servitore” dell’industria manifatturiera. “Non ci puo’ essere un riequilibrio della nostra distorta, indolente ed ingiusta economia senza affrontare il potere finora incondizionato della grande finanza”, ha dichiarato Corbyn, “e senza contrastarne il suo distruttivo dominio sull’industria manifatturiera ed la sua influenza sulla politica che e’ perniciosa per la democrazia”. Immediate le ovvie proteste dal mondo degli affari raccolte dal “Times”, che hanno accusato il leader laborista di mettere a rischio con le sue parole il futuro del settore finanziario, che e’ la principale voce delle esportazioni britanniche e di voler imporre alla Gran Bretagna un capitalismo in stile sovietico.

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Francia, continua il dibattito sul progetto di legge sull’immigrazione

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Il progetto di legge sul diritto d’asilo e sull’immigrazione preparato dal governo del presidente francese, Emmanuel Macron, continua a suscitare polemiche. Ne parla la stampa transalpina, ricordando che il ministro dell’Interno, Ge’rard Collomb, presenta oggi al Consiglio dei ministri il testo intitolato “Per un’immigrazione gestita e un diritto d’asilo effettivo”. “Le Figaro” afferma che questa legge provoca “forti preoccupazioni” all’interno della stessa maggioranza. Tra le misure piu’ contestate c’e’ quella di allungare da 45 a 90 giorni il periodo di detenzione precedente all’espulsione. A questa si aggiunge il dimezzamento da un mese a 15 giorni del periodo necessario per fare ricorso alla Corte nazionale del diritto di asilo. “Libe’ration” riporta la collera delle associazioni di volontariato, che giudicano il progetto troppo “repressivo”. “Le misure che sono suscettibili di migliorare i diritti o garantire una migliore protezione sono molto accessorie e non riguardano una piccola parte delle persone” afferma l’associazione della Cimade. Tuttavia, gli attivisti vedono di buon occhio alcuni elementi, come quello riguardante il prolungamento della durata del titolo di soggiorno rilasciato per la protezione sussidiaria.

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Francia, il presidente dei Repubblicani risponde alle polemiche

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Il presidente dei Repubblicani francesi, Laurent Wauquiez, e’ apparso in televisione martedi’ sera per rispondere alla polemica scoppiata in questi ultimi giorni, dopo la diffusione della registrazione di un suo intervento avvenuto a porte chiuse alla Scuola di commercio di Lione. Nell’audio si sente il leader repubblicano criticare diverse figure politiche come l’ex presidente Nicolas Sarkozy, accusato di aver controllato i telefoni dei suoi ministri durante il suo mandato. Ne parla la stampa francese. Wauquiez ha evocato “metodi da delinquenti” e ha condannato “quattro giorni di circo mediatico”. “Les Echos” afferma che la destra e’ immobilizzata in questo affare e non riesce a far sentire le sue idee. Il quotidiano economico ricorda che la maggioranza parlamentare non ha mai smesso di “pestare” contro la destra per sbarrare la strada all’ascesa di Wauquiez. “Libe’ration” nota che nel corso del suo intervento Wauquiez non ha fatto nessun mea culpa. Dal canto suo, il presidente Macron non ha voluto commentare l’episodio, affermando di avere “altre cose da fare”. “Le Figaro”, invece, scrive che lo scandalo ha gettato “imbarazzo” su tutta la classe politica. “E’ possibile che, suo malgrado, Wauquiez ci abbia teso una trappola” afferma Christophe Mabranque, responsabile della comunicazione della Re’publique en marche (Lrem) all’Assemblea nazionale. Malbranque nota come “i media non smettono di correre dietro ai deputati de Lrem per avere una risposta supplementare”.

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Germania-Belgio, il Nord Reno-Vestfalia torna a chiedere la chiusura della centrale nucleare belga di Tihange

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – L’estate scorsa 50.000 fra belgi, olandesi e tedeschi hanno manifestato contro il pericolo costituito dalla centrale nucleare belga di Tihange, a pochi chilometri del confine con il Nord Renania-Vestfalia (Nrv). A rappresentare la politica tedesca il primo ministro di quel land, il cristiano democratico Armin Laschet (Cdu) che ha messo in guardia dal fatto che un tracollo a Tihange potrebbe “rendere la Renania occidentale inabitabile”. Secondo Laschet i belgi dovrebbero rottamare Tihange e sostituirla con energia elettrica di importazione dalla Germania. Due settimane fa i Verdi del Nord Renania-Vestfalia hanno accusato il ministro dell’Energia belga Marie-Christine Marghem di aver fatto seguire pochi fatti alle parole. Tuttavia il leader parlamentare socialdemocratico Norbert Roemer (Spd), ritiene che il capo del governo del Nrv sia “uomo vanaglorioso” che “piega la verita’”, dal momento che vuole vendere energia prodotta con la lignite dal gigante energetico tedesco Rwe di Essen. In ogni caso prima del 2020 nessun tipo di energia potrebbe fluire in Belgio perche’ le reti di trasmissione non sono ancora pronte.

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La Germania chiede un ri-orientamento della politica di bilancio della Ue

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – I ministri delle Finanze di Finlandia e Austria, Petteri Orpo e Hartwig Loeger, hanno pareri opposti in merito all’opportunita’ di ulteriori contributi alla Ue per la gestione delle frontiere. Durante uno speciale vertice che si terra’ venerdi’ prossimo si dovrebbe parlare di finanziamenti per il periodo dal 2021 al 2028. L’attuale piano finanziario scadra’ infatti nel 2020. Il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu), e’ favorevole a un aumento del bilancio Ue, ma a determinate condizioni. “Si puo’ considerare un aumento moderato del bilancio della Ue”, ha dichiarato il ministro tedesco delle Finanze Peter Altmaier martedi’ a Bruxelles. Da un lato, h sottolineato il ministro, l’Unione perdera’ il contributo netto britannico di circa dieci miliardi di euro all’anno con la Brexit. D’altra parte, deve finanziare nuovi compiti: protezione delle frontiere esterne, difesa comune, integrazione dei rifugiati. Tuttavia Austria, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi sono contrari a ulteriori esborsi. E’ quindi improbabile che la questione come una priorita’ politica da concludere prima delle elezioni europee a maggio del 2019. Il Commissario tedesco per il bilancio di Bruxelles, Guenther Oettinger, sarebbe soddisfatto se i paesi dell’Unione europea ponessero la questione come una priorita’ politica da concludere prima delle elezioni europee del maggio 2019. Attualmente la spesa della Ue rappresenta circa l’un per cento del pil continentale. Oettinger richiede un aumento all’1,13 per cento. Contributi piu’ alti da soli non sono sufficienti per compensare la Brexit e per gestire i nuovi compiti. La Commissione punta a tagli compresi tra il 5 e il 10 per cento in sussidi agricoli e fondi per le regioni strutturalmente deboli. Circa il 70 per cento del bilancio della Ue ad oggi viene destinato a queste due aree. Alcuni Stati richiedono un taglio piu’ radicale. Il primo ministro olandese Mark Rutte chiede che i fondi strutturali si concentrino sui paesi poveri dell’Europa centrale e orientale. Gli Stati ricchi potrebbero farne a meno, inclusa la stessa Olanda. Ma anche gli europei dell’Est dovranno adattarsi a una riduzione dei fondi strutturali di diversi miliardi di euro. Cio’ vale in particolare per Polonia e Ungheria, i cui governi sono accusati dall’Ue di incompatibilita’ valoriali con l’Unione. “Non possiamo condividere i nostri soldi con coloro che non condividono i nostri valori”, ha affermato il ministro delle Finanze della Finlandia, Orpo. Anche la Germania e la Francia sono d’accordo. Il commissario Oettinger ha compreso il messaggio, ma non tutti i 28 commissari della Ue sono d’accordo: non si possono punire agricoltori e ricercatori con la privazione di fondi se il loro governo commette errori, sostengono.

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Italia, tornano le accuse a Berlusconi di legami con la mafia siciliana

21 feb 11:00 – (Agenzia Nova) – Le accuse a Silvio Berlusconi di aver avuto legami con la mafia riemergono in queste fasi finali della campagna elettorale in Italia in vista del voto del 4 marzo: lo riporta il quotidiano britannico “The Guardian”, che riferisce l’attacco sferrato da uno dei suoi piu’ accaniti avversari politici. Alessandro Di Battista, uno dei piu’ seguiti leader del Movimento 5 stelle (M5s), ieri martedi’ 20 febbraio ha chiesto ai suoi follower su Twitter di diffondere il feroce attacco che i stesso aveva pronunciato contro Berlusconi nel corso di un comizio tenuto all’inizio del mese: in quell’occasione, racconta il “Guardian”, Di Battista aveva citato la condanna al carcere inflitta dalla magistratura a Marcello Dell’Utri, uno dei piu’ stretti collaboratori di Berlusconi e fondatore del suo partito Forza Italia, proprio per i suoi storici legami con la la mafia siciliana. Il rilancio delle accuse di mafia, nota il quotidiano britannico, riflette la battaglia in corso per conquistare i voti degli elettori nel Meridione d’Italia tra la coalizione di centro-destra ed il M5s, che nel Sud fino a poco tempo fa godeva di un forte sostegno popolare ma che negli ultimi tempi sembra aver perso terreno proprio a favore di Berlusconi. “Il carcere e’ il posto dove Berlusconi dovrebbe stare”, ha detto Di Battista e con questa dichiarazione ha riportato al centro della campagna una questione che finora non era stata affatto affrontata nel dibattito pre-elettorale. Berlusconi da parte sua, ricorda il “Guardian”, ha sempre negato di aver avuto contatti con la criminalita’ organizzata. Se la coalizione di centro-destra da lui guidata dovesse vincere le elezioni, l’81enne uomo politico non potrebbe comunque tornare a diventare primo ministro, a causa di una condanna per frode fiscale; ma dalla sua posizione di forza come leader di Forza Italia gli darebbe comunque il potere politico di designare il prossimo capo del governo italiano, che sarebbe un suo fedelissimo.

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